Anni fa ci aveva provato un famoso fotografo pubblicitario per la campagna promozionale di un’importante testata giornalistica: aveva utilizzato il “lato B” di una donna, che, fasciata da una super minigonna, intascava …de retro il già autorevole quotidiano. Una serie di definizioni incoronavano il suddetto lato B, cosce incluse: “generosa”, “indomabile”, “libera”, “indipendente”, “rivoluzionaria”….

Lo stesso fotografo, per la campagna pubblicitaria di un noto marchio di jeans, aveva lanciato identico ammiccamento – sempre collocato sul lato B – al patriottico suono di “chi mi ama mi segua”.

Su analoga scia anatomica, nei giorni scorsi si è inserito l’autore della pubblicità che per qualche giorno (l’immagine è stata rimossa dopo le proteste dei movimenti femminili), ha fatto brutta mostra di sé addirittura su un sito istituzionale: quello dell’Assessorato alla salute della Regione Sicilia. E’ accaduto, infatti, che per una campagna contro l’abuso di alcol, sia stata utilizzata l’immagine di un viso di donna sotto cui erano disegnati due calici disegnati in modo da dare l’idea di un seno procace.

Che dire… ? E’ evidente che le “magnifiche e progressive sorti” della pubblicità non riescono ad allontanarsi dai due lati di certa geometria mentale maschile, il lato B e il lato A, ascissa e coordinata che, perennemente raddoppiate nella mente di molti uomini, chiudono in un limitato quadrato i pochi neuroni presenti.

E non solo nella pubblicità. La banalità dell’assenza di pensiero (per scomodare Hannah Arendt), è anche noiosissima compagna di vita televisiva : un certo personaggio, che condurrà il festival di Sanremo, in conferenza stampa ha così presentato il suo harem di co-conduttrici : “ovviamente sono tutte belle….belle…, belle…”. Alterum non datur. Non solo: il de quo non ha nemmeno mancato di citare il commento di un noto showman su due sue proposte: «Quelle due femmine sono spettacolari, devi chiamarle». Femmine.

Lo stesso conduttore ha così elogiato una delle due “belle belle”, fidanzata di un noto calciatore: “è stata scelta da me per la bellezza e per la capacità di stare con un grande uomo, stando un passo indietro». 

Una serie di stupidaggini, che ha fatto scattare una protesta collettiva da parte delle donne.

Per Sanremo è stato annunciata anche la partecipazione di un certo rapper, popolare tra i ragazzini, che infarcisce le sue canzoni con frasi di una volgarità e di una violenza inaudite, che, ça va sans dire, è diretta proprio contro le donne.

E’ appena il caso di ricordare che la Rai è servizio pubblico, dunque dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel contrastare la volgarità e la violenza, a qualunque livello si manifestino. Esiste una Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, il cui presidente è già stato sollecitato ad agire: cosa accadrà?