Sul canale YouTube dell’associazione Marianna Fatti, Alessia Pauselli, Michela Nardi e Agnese Boggi “restituiscono” il percorso, le analisi e le proposte dell’Assemblea transfemminista “Perugia: che genere di città: Spazi. Corpi. Diritti” descrivendo i punti salienti dei documenti usciti dai cinque tavoli di lavoro: rispettivamente CENTRI ANTIVIOLENZA, SALUTE E BENESSERE, SPAZIO URBANO, LAVORO SOCIALE E WELFARE, PACE ED ECOLOGIA.

L’Assemblea si propone come spazio aperto e plurale; un percorso in itinere che invita la cittadinanza a proseguirlo nelle riunioni del mercoledì (ore 19,00, spazio DB180, Corso Garibaldi 180).

Al fine di “…rafforzare le nostre richieste locali e moltiplicare l’effetto delle nostre lotte, “…l’Assemblea partecipa alla Rete Nazionale Consultori e Consultorie e delle consultorie autogestite e transfemministe”, elencando nel “Chi siamo” per l’Assemblea cittadina, molto partecipata, del 3 maggio (Casa delle associazioni, Via della Viola 1):

– Difesa dei consultori pubblici, per pretendere che non vengano smantellati o svuotati nella loro funzione di risposta ai reali bisogni dei territori e delle soggettività che li abitano (la Legge prevede 1 consultorio ogni 20.000 abitanti).

– Consultorie transfemministe come luoghi di elaborazione politica e di costruzione di sguardi e pratiche diverse sul diritto alla salute e al benessere individuale e collettivo.

– Politiche sanitarie nazionali e regionali che svuotano di servizi e di personali i consultori, fino ad arrivare alla loro chiusura e contemporaneamente potenziano le strutture private gestite da enti religiosi e associazioni sedicenti pro-vita.

– Disagio sociale e violenze, dallo sfruttamento sul lavoro e dalle conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici.

– Spazi accoglienti per tutt*, dove ottenere prevenzione, salute e benessere, gratuitamente e senza discriminazione di classe, di provenienza geografica, di genere, di età e di scelte relative a relazioni e sessualità.

Denuncia dell’oggi (carenze, insufficienze, inapplicazioni o aperte violazioni delle leggi esistenti) e progettualità alternativa transfemminista nell’aiuto sono stati i cardini del discorso sui Consultori (a Perugia solo 2 sugli 8 previsti per la legge che ne stabilisce 1 ogni 20.000 abitanti), e sui Centri antiviolenza (CAV); sulla loro gestione, impostazione, accoglienza aperta a tutti i/le individualità, presenze dell’associazionismo femminista e transfemminista. Nei CAV, la finalità non è assistenziale, ma di apertura di percorsi autonomi e autodeterminati per le donne e loro figl* vittime di violenze. Realtà scaturite dalla sorellanza, dai vissuti e dai saperi condivisi: “women for women”; spazi da sottrarre a logiche economicistiche che paradossalmente puntano ad “ampliare” non a ridurre l’utenza e che si vuole aprire ad altr* soggett* necessari di sostegno. Nei documenti, l’apertura di CAV in cui “…la messa in discussione della cultura patriarcale di riferimento parta dagli uomini stessi.” La visione di una città transfemminista ribalta quella odierna nella distribuzione e accesso alle risorse e ai servizi, delinea la statalizzazione di molti aspetti della cura in quanto prendersi un carico collettivo della comunità; è accogliente verso chi immigra e/o è in transito; abbatte qualsiasi soggettività, orientamento, appartenenza, derivazione, rispetta il genere e l’identità di genere, non emargina. Si parla di Mutuo Soccorso, ridisegno dello spazio pubblico, democrazia di prossimità. Inerente alle “politiche femministe dei luoghi”, matrici di Case e Centri delle donne, è la “…la proposta concreta di una Casa internazionale delle donne a Perugia che sia antisessista, antifascista, antirazzista, demilitarizzata e che adotti e concretizzi lo sguardo intersezionale transfemminista. “È stata ribadita la solidarietà dell’Assemblea transfemminista verso le manifestazioni universitarie, internazionali, che chiedono lo stop a progetti di ricerca in parternariato con lo Stato di Israele e che possono incrementare quella sulle armi e politiche militaristiche, in dichiarata vicinanza alla popolazione palestinese.” È stato denunciato il crescente militarismo nelle scuole di ogni ordine e grado. Salute, Scuola, lavoro, welfare, servizi, rapporto tra sfera pubblica e privata, istituzioni e cittadinanza, impostano risposte e proposte diversificate e alternative nei cinque documenti che pubblichiamo integralmente qui sotto.


QUI le foto dell’incontro del 3 maggio


DOCUMENTI

Sintesi dei Tavoli di Discussione

Documenti dei singoli Tavoli tematici