Chissà, forse, per raggiungere l’obiettivo della parità di genere ed eliminare, superare i tanti ostacoli che via via si incontrano, accorrerebbe apprendere, fin dall’infanzia, ad andare di “pari passo” e immaginare di camminare su un Nastro di Moebius (1): superficie formata da una sola faccia, percorribile in tutta la sua configurazione – essenza, con continuità, senza fratture nel passaggio fra l’interno e l’esterno, fra il pensiero, le emozioni , i sentimenti, l’azione, la riflessione, la passione.

La scuola, prima “agenzia” di relazioni al di fuori della famiglia, ci permette di rapportarci in modo continuativo con gli altri da noi con la possibilità di entrare ed uscire dai nostri pensieri dalla nostra realtà. Quindi occorre riconoscere l’importanza fondamentale che la scuola dell’obbligo ricopre per ciascuna persona, tenendo conto anche del lavoro certosino di tutto il personale che vi opera. Ecco che la Scuola come il Nastro di Moebius, nel riconoscere a ragazzi e ragazze di essere “Radici di un contesto” diventa innovativa in quanto rafforza nelle giovani generazioni la consapevolezza di appartenere ad un luogo, di essere parte attiva e fattiva della società, della Cultura. Solo forti e “pieni” di noi stessi, a contatto con il nostro profondo, potremo incontrare e capire l’altro da noi, riconoscerlo, rispettarlo, essere cittadine e cittadini del mondo. Non perdere mai di vista l’importanza di essere riconoscenti verso noi stessi e l’altro da noi, tenendo così conto anche del lavoro certosino di tutto il personale che opera nella scuola

In particolare, considero opportuno sottolineare l’impegno complesso e delicato dei docenti, chiamati a “creare”, sollecitare, sostenere e potenziare un rapporto educativo empatico, affettivo, equilibrato, colmo di motivazioni, di fiducia e rispetto reciproci con allieve ed allievi, con le loro famiglie, con le figure professionali che operano all’interno della scuola ed anche con le istituzioni, con il territorio e le sue molteplici peculiarità, realtà lavorative, presenza di persone di nazionalità e culture diverse dalla nostra. Ma anche la necessità, come impegno sociale sostanziale, di recuperare sia quei territori e le periferie cittadine, in parte entrambi abbandonati, sia le competenze di fette consistenti della popolazione al fine di rivitalizzare il territorio stesso ed essere volano nel recupero delle radici e dei rapporti fra tutti i soggetti della comunità.

L’obiettivo precipuo per il corpo docente è quello di aiutare allieve ed allievi a far emergere, evolvere, potenziare, motivare e sedimentare le capacità critiche di analisi e di sintesi in tutte le fasce del percorso educativo.

Tali capacità potranno contribuire alla formazione di uomini e donne responsabili con pari dignità e diritti verso sé stessi e la comunità. Soggetti politici attivi e fattivi.

Che fare? Come agire?

È necessario considerare la Scuola come comunità educante, come fulcro, come crocevia, luogo di incontro e di confronto fra soggetti diversi. Un luogo carico di motivazioni, emozioni, riflessioni, pensieri, saperi, cultura. Non dobbiamo mai permettere che la Scuola venga etichettata responsabile delle storture della società, della mala-educazione, di un sistema di potere basato sul profitto. Altre sono le realtà dove indagare!

Il nostro lavoro ed impegno come docenti è troppo spesso bistrattato, sottovalutato, soggetto a stereotipi e pregiudizi. Impegniamoci in modo certosino, sistematico ad evidenziarli e …. smontarli giorno dopo giorno senza stancarci mai!

Dobbiamo essere compatti nel rivendicare l’orgoglio dell’appartenenza alla comunità educante e la necessità e urgenza di lottare soprattutto contro i luoghi comuni che possono colpire e penalizzare bambine e bambini, donne e uomini in particolare quando bersagliano le loro capacità intellettuali, la loro emotività, i loro talenti, la loro identità. Perché la violenza psicologica è sottile, permane indelebile nella memoria, penetra profondamente nella mente e nei cuori come un lungo ago da materassaio.

La Scuola, soprattutto, quella dell’obbligo, ma non solo, è una miniera di potenzialità e talenti che dovrebbero emergere e diventare consapevolezza in ciascuna e ciascuno di noi, allieve/i e docenti. Abbiamo sempre qualcosa da scoprire, di cui appassionarci in ogni periodo e occasione del nostro vivere.

Ecco che la didattica – Scienza e Arte – ci aiuta a comprendere, rispettare, collaborare alla crescita individuale di ogni attore. Ma la didattica si evolve e perfeziona nel tempo anche attraverso:

  • l’attenzione puntuale e costante ai propri comportamenti, alla qualità dei rapporti interpersonali per evitare di corroderli e distruggerli, all’uso non discriminatorio del linguaggio;
  • un atteggiamento non giudicante;
  • il metodo di lavoro puntuale e perfettibile, consapevoli dei bisogni, delle esigenze, delle aspettative del gruppo con cui ci si interfaccia;
  • la scelta attenta ed oculata, non discriminatoria, delle tematiche oggetto di studio;
  • l’uso e non abuso delle tecnologie sempre in via di sviluppo;
  • l’attenzione agli algoritmi, all’”intelligenza artificiale”;
  • le modalità di verifica dell’acquisizione dei contenuti;
  • la raccolta del materiale via via prodotto per poter mantenere viva la memoria del percorso educativo;
  • la valutazione.

Quest’ultimo punto costituisce un tema molto importante che merita il confronto puntuale, sistematico fra docenti. Donne e uomini che esercitano uno fra i “mestieri” più belli del mondo, rivolto all’intera umanità, un “mestiere” difficile, faticoso, di grande responsabilità ma dove, il rapporto fra docente e discente che alimenta la linfa vitale, intellettuale, culturale, può gratificare il corpo docente e non solo. Infatti, tale rapporto risulta utile, a volte indispensabile ad allieve ed allievi, per attuare scelte professionali e lavorative responsabili nei settori più disparati del sapere. La/il docente, anche inconsapevolmente, può assumere nell’immaginario di allieve ed allievi la funzione di Mentore. Del resto, l’attività di mentoring potrebbe essere connessa a quella della docenza. Apre la strada all’acquisizione della consapevolezza di chi siamo e quale professione desideriamo esercitare nell’immediato e, chissà, proseguire nel futuro.

Siamo infatti consapevoli che Il lavoro è fondamentale, un diritto inalienabile per qualsiasi persona in quanto mette in evidenza il proprio sé profondo, l’assertività, l’autonomia, l’autostima sia nel giudicare che rispetto ai bisogni primari, permette di evitare la dipendenza affettiva ed economica coatta dagli altri, agevola il raggiungimento di una reale ed effettiva parità di genere e pienezza del proprio essere, del proprio vissuto.

La parità di genere e di opportunità, la scuola, il territorio sono tra loro interconnessi e via via si possono evidenziare le varie connessioni fra loro e con ciascun Goal dei 17 dell’Agenda ONU 2030 – ASviS – Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

Soprattutto in questo periodo in cui sembra che la velocità sia premiante, desidero mettere in evidenza che l’insegnamento e l’apprendimento hanno tempi comparabili con quelli del nostro sistema corporeo, non con quelli di propagazione di un lampo o di un suono. La spiegazione e l’assimilazione di un concetto a volte necessitano ore ed anche giorni per essere “digeriti”!

La pazienza vigile è necessaria e vincente nell’arte di educare tutte e tutti indistintamente. È importante, fondamentale prevedere gruppi di lavoro fra docenti della stessa area disciplinare e non solo. Il lavoro di gruppo fra docenti attraverso riunioni programmate è utile per raccordare il percorso didattico ed il metodo di lavoro da utilizzare.

Non dobbiamo mai perdere di vista che la scuola pubblica, la sanità pubblica e la pubblica amministrazione costituiscono tre pilastri portanti di una democrazia compiuta. Quindi, è soprattutto a questi settori, a prevalenza femminile, che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione e seguirli da vicino per rendere operativo il rispetto dei percorsi democratici nelle selezioni, nella progressione delle carriere, nelle modalità connesse all’esercizio delle loro funzioni, nella parità sostanziale inclusa quella economica.

Ribadisco con forza che è necessario, indispensabile evitare l’uso sia degli stereotipi perché possono condizionare pesantemente il percorso vitale di donne e uomini, sia dei pregiudizi in quanto limitano l’educazione e le possibili, auspicabili scelte professionali che possono via via mettersi in evidenza nel corso degli studi.

La lotta ai pregiudizi nelle scuole, nell’ambito familiare, in tutti i luoghi di lavoro e di svago costituisce un prerequisito per costruire un ambiente inclusivo delle relazioni interpersonali, per raggiungere una sostanziale parità di genere che si esplicita anche nell’uso non sessista del linguaggio.

Nel processo educativo vanno sempre considerate con precisa priorità le radici profonde di ciascuna persona, legate ai luoghi e alla cultura della prima infanzia. Realtà spesso molto diverse da soggetto a soggetto, che costituiscono il bagaglio prezioso di ciascuna persona all’interno della scuola e della comunità tutta, un ponte determinante per l’equilibrio psico-fisico fra passato e futuro.

(1) Nastro di Moebius: superficie il cui studio è alla base della Topologia, una delle branche più importanti della matematica moderna, formata da una sola faccia. Una superficie rigata non orientabile, utilizzata nei più svariati settori del sapere: dalla fisica moderna alle applicazioni tecnologiche, alla medicina, all’arte, allo studio dei luoghi, della conformazione e delle caratteristiche del paesaggio e del suolo.