Riceviamo e pubblichiamo il seguente documento delle “Donne in Cerchio” di Roma che comunicano la loro partecipazione alla manifestazione del 24 novembre, riconoscendo il valore della scelta separatista ma “con riserve e difficoltà”.{{Noi “Donne in Cerchio” di Roma aderiamo alla manifestazione contro la violenza indetta per il 24 novembre 2007}}.

Diciamo BASTA alla violenza quotidiana contro le donne DENTRO e FUORI CASA!!

Ravvisiamo che, in questo momento, è forte {{il rischio di strumentalizzazioni politiche}} e, pur evitando il gioco perverso e maschilista del “divide et impera!”, riteniamo importante e propriamente femminile riconoscerci e allearci pur nella diversità.

Innanzitutto {{rispettiamo l’impagabile lavoro di organizzazione}} delle donne che, presso la Casa Internazionale delle Donne, hanno coraggiosamente intessuto questa manifestazione e nel contempo ci teniamo a comunicare {{la nostra partecipazione alla manifestazione con riserve e difficoltà.}}

Nel nostro percorso abbiamo sperimentato l’importanza e la necessità di uno spazio protetto rispetto agli uomini, uno “spazio inciso nell’ombra” per una elaborazione tutta al femminile: un intreccio di relazioni paritarie tra donne per far emergere la nostra storia sommersa e per imparare a individuare e a denunciare “la violenza”. {{Riconosciamo quindi il valore e l’opportunità della scelta separatista.}} Scendere in piazza {{escludendo a priori gli uomini ci sembra, altresì, una violazione della libertà di manifestare}}.

Vogliamo essere donne che sono {{dalla parte delle donne, ma non in contrapposizione agli uomini}}. È importante che siano le donne ad avere parola in merito a quanto sta accadendo, ma è anche indispensabile iniziare a dialogare con quegli uomini che hanno la volontà e la sensibilità di comprendere che il “gioco mortale di potere” in atto è frutto della cultura della sopraffazione, imperante nel nostro mondo occidentale e non ascrivibile alla barbarie di singoli individui di sesso maschile.

Urge smantellare la cultura patriarcale che innerva i rapporti di disuguaglianza tra uomini e donne generando da sempre violenza, e dare vita ad una “{{nuova cultura}}”. Tale processo è indubbiamente lungo e faticoso, ma non è iscritto nel “pacchetto sicurezza”. Gli interventi di urgenza infatti hanno la forma di mere toppe che rischiano di alimentare il clima di paura e di insicurezza, senza incidere affatto nel sistema culturale e sociale.

Auspichiamo invece che qualcosa inizi davvero a cambiare e che si investano energie e impegno nella costruzione di una “{{cultura del rispetto}}” dei cittadini piuttosto che nella repressione degli stessi. E’ irrinunciabile quindi che le donne prendano sempre più coscienza del problema e nello stesso tempo che gli uomini inizino ad interrogarsi autenticamente sulla violenza maschile, non come fatto eccezionale ma come tessuto intrinseco della società. Mettiamoci a lavoro, adoperiamoci responsabilmente per costruire una società fondata sul rispetto reciproco e sulla pari dignità tra uomo e donna.

La manifestazione del 24 p.v. è per noi {{un primo passo di pubblica rilevanza per tracciare nuovi percorsi di vera “emancipazione” delle donne e degli uomini.}}

Donne in Cerchio – Roma