Migliaia di persone – almeno 500 mila secondo le prime stime – si sono riversate per le strade di Washington. Altre migliaia hanno manifestato in decine di città americane – la folla più numerosa a Boston, New York, Chicago e Los Angeles – e in molte capitali del mondo: a Sidney circa tremila persone hanno marciato da Hyde Park, con striscioni con la scritta “Il femminismo è lotta”. Poi è toccato all’Asia, con manifestazioni  a Seul e Tokyo, a cui hanno preso parte centinaia di persone.  E, in  Europa: grande la marcia a Londra (80mila persone tra cui il sindaco Sadiq Khan), così come a Barcellona e Madrid. A Milano, a Roma, a Firenze  centinaia di persone tra cittadine statunitensi e femministe italiane. In duemila hanno manifestato a Vienna. E un migliaio a Ginevra. Marce si sono tenute anche in altre grandi città come Berlino, Parigi,  e Amsterdam. 

Asia Argento alla manifestazione di Roma

La manifestazione, organizzata da “American Expats for Positive Change” e il movimento #MeToo, ha voluto riaffermare quelle posizioni in difesa della donna che li ha visti nascere un anno fa e in grado di radunare persone di ogni età, colore, religione, gender e orientamento sessuale per “celebrare l’eguaglianza, la diversità e il progresso”.

Una iniziativa che si è arricchita di testimonianze dirette di chi da anni lotta contro a violenza di genere e per la parità dei sessi.

Washington è apparsa bloccata già al mattino presto. La metropolitana non ha retto all’impatto della folla arrivata un po’ da tutti gli Stati Uniti: dalla Florida e dall’Alaska, dalla California e dal Tennessee, dalle Hawaii e dal Texas; anche dal Messico e dal Canada.

La marcia delle donne ha finito per allargarsi a tante sigle, gruppi, settori della società e della politica americana. Hanno sfilato gruppi ambientalisti, anti-razzisti, omosessuali e transgender, i sindacati, le associazioni che si battono per la riforma giudiziaria, contro la povertà, per l’istruzione pubblica, per la libertà di stampa. Soprattutto, hanno sfilato migliaia di persone senza sigle e senza un passato o un presente di militanza politica: famiglie, scolaresche, migranti, coppie omosessuali, neri, ispanici, uomini e donne che hanno mostrato la propria cartella sanitaria e chiesto che la loro assistanza sanitaria non venga cancellata.

Una manifestazione organizzata dalle femministe  perché femminismo è politica. Le donne difendendo se stesse difendono il mondo da soprusi, ingiustizie, sfruttamento, povertà, violenza, guerre…..

L’idea della manifestazione è partita da un’avvocatessa in pensione delle Hawaii, ma è presto diventata qualcosa di più vasto e complesso. Anche se  il tema dei diritti riproduttivi e delle donne è rimasto il cuore della protesta –