Il 6 febbraio è la Giornata internazionale della tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili.

Istituita dall’Onu il 20 dicembre 2012 (qui è possibile leggere la risoluzione A/RES/67/146), la Giornata vuole sensibilizzare sul contrasto alle mutilazioni genitali femminili (FGM), a tutte quelle procedure “volte ad alterare o danneggiare i genitali femminili per ragioni non mediche”.

Le ragioni delle mutilazioni femminili non sono infatti mediche, ma culturali e strettamente legate alla disuguaglianza di genere. L’Organizzazione Mondiale della Sanità calcola che 200 milioni di ragazze le hanno subite. La pratica è diffusa in 31 Paesi, non solo in Africa e Medio Oriente, ma anche in altre aree del mondo, e anche in Europa e America, dove le famiglie immigrate continuano a rispettare questa terribile tradizione. 

Negli ultimi trenta anni c’era stata una diminuzione del fenomeno, e questo anche grazie alle campagne delle Nazioni Unite, ma con la pandemia da Covid, dal 2020, il fenomeno sta nuovamente espandendosi.