Il 22 settembre verrà presentata a Napoli “La sfida della genitorialità condivisa” dell’Associazione MdM “per l’uguaglianza tra genitori”. L’evento è patrocinato dal Comune di Napoli

Fuori dalla ridondanza dei termini successivi, la parola rispondente al significato dell’evento è SFIDA. Una sfida alle donne, alla loro inferiorità retributiva, una sfida alle loro conquiste già messe in discussione dalla ricaduta della vigente legge sull’affido condiviso. L’iniziativa è naturalmente dettata dalla presentazione in parlamento del decreto Pillon.

Ci chiediamo perché il Comune di Napoli abbia voluto offrire la sua sede più prestigiosa, la sala dei Baroni nel Maschio Angioino (Castel Nuovo), difficilmente concessa in più occasioni, per la presentazione, in sostanza, di un decreto che si annuncia deleterio soprattutto per i richiami alla PAS, la teoria riconosciuta infondata dalle più autorevoli sedi scientifiche mondiali. Infatti attraverso il fattuale riconoscimento di questo principio antiscientifico si intimidiscono le donne che sporgono denuncia per le violenze subite in famiglia: sarebbero loro a mettere i figli contro il padre solo per aver denunciato violenze o molestie verso la prole.

La stesura del decreto Pillon “sulla bigenitorialità perfetta” suscita più d’una perplessità per i contenuti apertamente contrastanti con la legislazione vigente in Italia. È l’espressione muscolare delle lobbies maschili che non accettano le conclusioni del giudice, in sede processuale, sull’affido dei figli e il riconoscimento dell’assegno per il loro mantenimento.

La stesura del decreto dota la parte più forte, nel contrasto di interessi tra coniugi, dello strumento della “mediazione obbligatoria”. Il ddl in tutta la sua formulazione annulla le salvaguardie internazionali e nazionali a partire dalla violazione l’art. 48 della convenzione di Istanbul (che appunto vieta la mediazione nei casi di violenza contro le donne che, ricordiamo, sono presenti secondo l’OMS nel 30% delle relazioni di coppia), auspicando un cambiamento della Convenzione per togliere tutele alle donne, fino alla modifica dell’art 337 quater c.c.,  stabilendo che anche in caso di affidamento esclusivo a causa delle violenze di un genitore il giudice debba garantire in ogni caso il diritto del minore alla bigenitorilità, disponendo tempi adeguati di frequentazione e promuovendo azioni concrete per rimuovere le cause che hanno portato all’affido esclusivo. Insomma la cancellazione di gran parte delle misure legali di contrasto alle violenze degli uomini sulle donne.

Il comune di Napoli, ha celebrato la ratifica della Convenzione di Istanbul per il contrasto alla violenza degli uomini sulle donne, per noi cittadine è stato un segnale importante, perché nella convenzione è indicata chiaramente l’eliminazione di tutti i mezzi e le misure diretti e indiretti che favoriscono la perpetrazione di crimini violenti che portano alla morte centinaia di donne ogni anno in Italia, e che costantemente le fanno oggetto di costrizioni sessuali e le privano della libertà. Il decreto Pillon rappresenta uno dei mezzi diretti a favorire la reiterazione della violenza, anche in attesa della sua approvazione che, come recita la locandina approvata per la presentazione, è una sfida: alla dignità delle donne. (Napoli 12/09/18)

UDI di Napoli (Stefania Cantatore), Associazione Salute donna (Elvira Reale), Arcidonna Napoli (Clara Pappalardo e Rosa De Matteo), La Consigliera della Città Metropolitana di Napoli Elena Coccia