L’annuncio di una prima vittoria e di un convegno per proseguire nella difesa della sanità pubblica contro i tentativi di privatizzazione.

Il 30 settembre ì si è ottenuto un clamoroso risultato: a Milano la percentuale dei Medici di Medicina Generale (MMG) che hanno aderito alla proposta della Regione e si sono trasformati in gestori o cogestori non arriva al 30% e a livello regionale è attorno al 40% (la Regione, per addolcire la sconfitta e alzare un po’ le percentuali, esclude dal conteggio i medici ultra65enni, chiamati invece anche loro a pronunciarsi).

Comunque sia una % veramente bassa che mette in discussione la riforma voluta da Maroni. Riforma completamente squalificata sul piano scientifico come dimostra l’assoluta incongruenza tra alcune patologie e gli esami previsti: Sei iperteso? In Lombardia puoi fare la mammografia ma non gli esami necessari. Una grande affermazione per tutti coloro che difendono il Servizio Sanitario Nazionale.

A novembre arriveranno le lettere a 3.350.000 cittadin* con patologie croniche,  a loro la Regione proporrà di aderire ad un gestore.

La Giunta regionale della Lombardia ha deliberato (DGR 6551/2017) di modificare  l’assetto della medicina generale separando i pazienti in due categorie: i/le  pazienti ”semplici” e i/le pazienti “cronici”, affidando quest* ultim* a un cd gestore pubblico o privato (in pratica sarà privato). Il gestore deve sottoscrivere un patto di cura con il/la paziente cronic*, si occupa di prescrivere gli esami necessari a partire da un “set” di prestazioni predefinite; per questo riceve un contributo monetario fisso dalla regione il cui eventuale residuo resta nelle sue mani.
Il sistema è molto complesso e richiede di essere spiegato. Medicina Democratica e alcuni sindacati medici hanno proposto ricorso al TAR della Lombardia: per la sospensiva il TAR ha risposto negativamente data la complessità del problema. E’ in corso da parte dei ricorrenti la richiesta di fissazione dell’udienza di merito. Le ragioni essenziali del ricorso riguardano la non costituzionalità della delibera (una delibera che modifica le leggi?), nonché nelle sue conseguenze in termini di confusione, estrema complicatezza, inappropriatezza, infine privatizzazione del sistema. Il tutto nella più totale assenza di informazione dei e delle cittadine.

Una scelta che va rifiutata: è un diritto scegliere di rimanere con il proprio medico di famiglia! Di tutto questo se ne discuterà al

CONVEGNO :

“Dalla regione Lombardia  un altro attacco alla sanità pubblica: il medico di famiglia diventa gestore”

SABATO 7 OTTOBRE alle 9,30 alla Casa della Cultura in via Borgogna 3 a Milano Come fermare la controriforma della sanità lombarda

 INTERVENGONO:
dott. VITTORIO AGNOLETTO (medico e docente universitario) – introduzione generale
dott. FRANCESCO FALSETTI (medico di famiglia, Brescia – sindacato UMI) – perché un ricorso al TAR?
dott. MAURIZIO BARDI (medico di famiglia – MD): il medico di famiglia gestito dal gestore
dott.ssa ALBAROSA RAIMONDI (medico – esperta di sanità pubblica, gia v.direttore sanitario del Policlinico): liste di attesa create ad arte per favorire i privati contro i diritti dei cittadini
dott.ssa MARIA ELISA SARTOR (docente universitaria MI): la privatizzazione dissimulata

DISCUSSIONE
CONCLUDE prof. PIERGIORGIO DUCA (docente universitario e presidente di Medicina Democratica)
COORDINA FULVIO AURORA (responsabile delle vertenze giudiziarie di Medicina Democratica)