La ONG onlus milanese ACRA, che da oltre 50 anni lavora nel campo dei diritti umani, dà voce alle vittime di tratta con la campagna RiTratta, dal forte impatto emozionale.

Le storie e i volti simbolici delle donne “cancellate” dalla tratta saranno, inoltre, protagonisti Sabato 12 e Domenica 13 febbraio a IL CENTRO di Arese – lo shopping mall alle porte di Milano – in una due giorni volta a fare informazione e sensibilizzare sul tema.

Sono 24.000 in Europa le vittime di tratta: questo fenomeno non è solo una violazione dei diritti umani e un crimine transnazionale che priva gli individui della loro libertà traendone vantaggi economici, ma è anche una vera e propria violenza di genere.

Il 72% delle vittime di tratta, infatti, è rappresentato da donne e bambine (fonte: Data Collection on Trafficking in Human beings in the EU 2020): a un passo dalle nostre vite, centinaia di donne ogni giorno, semplicemente, spariscono.

Spesso sono vittime di violenza di genere e di dinamiche di esclusione già nei propri paesi di origine e la loro posizione di vulnerabilità sociale viene sfruttata da chi le recluta, in funzione di un mercato prevalentemente maschile /fonte: Global Report on Trafficking in Persons 2020. Qui il Factsheet).

Sole, inermi, lasciano il proprio paese per raggiungere l’Europa dove sono private per anni di qualsiasi libertà: soggette a violenze fisiche e psicologiche, costrette a lavori usuranti, a vivere per strada prostituendosi o riducendosi all’accattonaggio e ad altre attività illecite.

Nel 2020 nel nostro Paese il sistema anti-tratta ha potuto identificare solo 2.040 vittime, prendendole in carico: di queste, l’81,8% erano donne e ragazze (fonte: Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – SIRIT).

Si tratta, infatti, di numeri difficili da determinare con precisione: gli abusi e i traumi subìti durante il viaggio, e la condizione di incertezza e debito verso i trafficanti vissuta dalle vittime una volta che sono giunte a destinazione, le portano infatti a non denunciare, temendo ripercussioni sulla propria incolumità, sulla famiglia o sulla comunità di origine.

“La tratta è una forma di violenza di genere che assume molteplici forme, evolve nel tempo, si identifica a fatica. Ma quello che vogliamo testimoniare è che dalla tratta si può uscire ed esiste una rete di associazioni che può sostenere le donne in questo processo” dichiara Elena Muscarella, Project Manager di ACRA.

Uscire dalle reti della tratta è molto difficile, ma con interventi integrati volti a proteggere le donne e garantire loro sicurezza fisica, psicologica e sociale, si può: in questa ottica è nato il progetto Cope and Hope, cofinanziato dall’Unione Europea e promosso da ACRA e Passepartout in Italia e da ABD in Spagna. L’obiettivo del progetto è mettere in atto approcci pratici che promuovano l’integrazione sociale delle donne cittadine di Paesi Terzi vittime della tratta, prevenendo il re-trafficking.

Il progetto prevede assistenza e supporto psicologico per la rielaborazione e il superamento del trauma e supporto socio-economico, in collaborazione con le istituzioni e le associazioni attive sui territori di riferimento, Milano e Barcellona.

Una tappa di fondamentale importanza per le donne all’interno del processo di riacquisizione di libertà e fiducia in sé stesse è l’inserimento lavorativo: il progetto intende dunque accompagnare le vittime nel reinserimento attraverso la sperimentazione di laboratori che favoriscano autonomia e inclusione sociale. Ne sono un esempio quello tessile in Italia nato in collaborazione con Serpica Naro e quello fotografico organizzato da ABD in Spagna.

Il progetto in Italia ha coinvolto circa 120 donne vittime di tratta che hanno avuto la forza e il sostegno necessari per uscirne. Le attività hanno permesso di ascoltare le intense testimonianze di anni di sfruttamento e violenza, ma anche di veicolare un messaggio di speranza: da queste esperienze nasce in Italia RiTratta, campagna di sensibilizzazione di ACRA firmata dalla communication company Different sul tema della tratta di esseri umani.

“Avevo 14 anni quando mi hanno fatto un voodoo… poi
mi hanno detto che mi avrebbero portato a lavorare in Europa e
ho pensato che almeno avrei trovato un lavoro per aiutare la mia famiglia
.
Ma da quel viaggio non si fa ritorno: mi hanno portato via i documenti,
hanno cancellato la mia identità”.
Kubra

Il racconto di Kubra è uno dei tanti che si possono ascoltare sul sito di ACRA: per motivi di sicurezza nomi e volti delle vittime non sono reali, ma prestati da donne che sostengono la causa di RiTratta.

Le storie raccontate, però, sono amaramente reali: la campagna ha l’intento di esporre le esperienze di donne che, private dei loro diritti e di ogni tipo di supporto, rischiano di diventare invisibili.

Con questo obiettivo ACRA organizza un evento di sensibilizzazione che avrà luogo nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 febbraio 2022 presso Il Centro, shopping mall di Arese (Via Giuseppe Eugenio Luraghi, 11, 20044 Arese MI). In questa occasione sarà possibile ripercorrere i viaggi di alcune delle vittime attraverso le loro parole, ricostruendo tramite i racconti aspetti differenti del dramma della tratta.

Per maggiori informazioni visitare il sito www.acra.it.
È possibile sostenere ACRA collegandosi a sostieni.acra.it.
Informazioni su RiTratta e sul progetto Cope and Hope.

ACRA è una ONG milanese impegnata da più di 50 anni nel contrasto delle povertà e nella cooperazione internazionale. Lavora in Africa e America Latina per garantire il diritto a cibo, acqua, educazione, energia, ambiente. In Europa e in Italia promuove una cultura di dialogo e integrazione, scambio interculturale e solidarietà e progetti per la parità di genere e la lotta al cambiamento climatico. Per il suo impegno ha ottenuto l’Ambrogino d’oro 2018, Civica Benemerenza del Comune di Milano.