Mai più “Impazzito d’amore”.

Massimo Sebastiani ha orrendamente ucciso Elisa Pomarelli. Orrendamente, per noi, significa averla uccisa, occultandone i poveri resti. Significa averla ammazzata con lucida premeditazione, disfandosi del corpo e fuggendo. Eppure la maggior parte degli organi di informazione parla di raptus, di un uomo che ha perso la testa, di persona innamorata fino alla follia. Secondo quanto riportano gli organi di stampa, per gli inquirenti risulta uomo pentito e collaborativo, preda di un raptus e non armato di chiare intenzioni omicide. Pensare che, ancora un volta, l’amore abbia fatto un’altra vittima è inaccettabile, così come non possiamo accettare che la vita di una donna possa essere a serio rischio solo perché si ha a che fare con  un uomo violento, incapace di gestire un rifiuto, dotato di una forza e di una determinazione che toglie non solo la libertà, ma la vita stessa. Raptus, follia e chissà cos’altro sono poi gli alibi che portano molti altri uomini a sentirsi immuni dall’esercitare violenza nei confronti di una donna. Eppure, nessun femminicida è folle, nessuno perde la testa, nessuno si pente se non  quando il pentimento diventa un possibile alibi difensivo in sede giudiziaria.

Anche nel 2019 le donne ammazzate sono parecchie decine, e se gli omicidi nel tempo sono diminuiti, i femmicidi, in percentuale, sono aumentati.

Non servono codici, qualunque sia il loro colore. Servono risorse dedicate, competenti, ma soprattutto capaci di attribuire a chi commette questi barbari reati la piena responsabilità di quanto realizzato.

A chi fa informazione, a chi indaga e a chi giudica il compito di cambiare non i propri comportamenti, ma i propri linguaggi. Perché anche quest’anno nessun passo avanti è stato fatto per impedire che una donna venisse ammazzata.

Facciamo un appello agli organi di stampa: non vorremmo mai più leggere espressioni come “il tornitore impazzito d’amore”.

Non si ammazza per amore!

Telefono Rosa Piemonte di Torino