Chi conosce la ricca produzione letteraria e giornalistica di Clara e chi, come me, ha avuto il privilegio di esserle amica sa quanto le donne, l’universo femminile sia sempre stato il fulcro dei suoi interessi, tradotto non soltanto in scrittura, ma anche in impegno in campo sociale e politico, in iniziative tendenti a  supportare, semplificare la complessa quotidianità delle donne.

Da qui la creazione della Banca del tempo (che dopo alterne vicissitudini ha riaperto da qualche giorno lo sportello perugino, intestandolo a suo nome). Da qui la fondazione della Città del sole, con il suo progetto di autonomia per i disabili mentali e psichici, ma anche di respiro per le madri “handicappate”, come Clara soleva definirsi. Da qui la quasi maniacale attenzione ad un uso non sessista del linguaggio, soprattutto a livello istituzionale. Da qui il piacere e la capacità di aggregare gruppi di donne, coinvolgendole in idee grandi e  in piccoli momenti quotidiani, intessendo una rete fatta di impegno verso gli altri, cultura, musica e buon cibo.

Nascono così le “Pentole a pressione”, termine che, con l’incredibile capacità di Clara di giocare con le parole e di dare un nome a tutte le cose, evoca appunto capienza panciuta, forza esplosiva, sbuffi, ma anche ironia e sorpresa di prelibatezze.  Ed è quindi ricerca di vecchi quaderni di ricette, di nenie e filastrocche perdute nel tempo, di abilità manuali quasi desuete.

Con la nascita della Città del sole prende corpo anche un progetto tendente alla trasformazione dei Casali di S.Vito da struttura agricola a struttura ricettiva per un turismo aperto a tutti (quindi con una particolare attenzione per i disabili e i loro accompagnatori).

Il luogo è incantevole, totalmente immerso nel verde, con un panorama a perdita d’occhio sulla vallata e le alture circostanti, bene attrezzato per rispondere alle particolari esigenze della sua utenza.

Ovviamente per finanziare i progetti della fondazione servono  risorse da reperire in vario modo. A questo punto, Clara inventa un evento, da svolgere all’interno dei Casali,  una giornata di festa ove mescolare tante cose: incontri, aria aperta, parole, musica. Di nuovo un nome evocativo: “il Merendanzo” .

Con la sua capacità attrattiva e la sua vasta rete di conoscenze nel mondo della cultura e dello spettacolo,  Clara fa sì che a questo impegno annuale rispondano con entusiasmo personalità di spicco,  la cui presenza arricchisce il clima del Merendanzo di spessore e di grande interesse.

L’organizzazione della giornata è articolata e complessa, bisogna reperire sponsor e donatori, preparare cibo in abbondanza, predisporre mercatini e bancarelle e qui scendono in campo le Pentole a pressione, divenute nel frattempo le “Merendanze”.

E’ stato per noi un gioco serio, intenso e leggero insieme, in cui si consolidava il nostro legame e si apprendeva molto da Clara. Dalla sua capacità di organizzare il percorso per arrivare ad un risultato. Il rispetto del cibo e allo stesso tempo la libertà inventiva della sua manipolazione. La ricerca delle materie prime da chi aveva la generosità ed il piacere di offrirle. Anche il fare del carattere a volte raccogliticcio di queste risorse un’ulteriore risorsa. Ci risuona in mente il motto di Clara “Niente si butta” e questa era la regola e il fine.

Così per le grandi tavolate che accomunavano e rendevano amici, così per i piccoli oggetti che ognuna di noi raccoglieva e trasformava per dar vita a pesche (bellissimo il pesca libro) e bancarelle improvvisate, così per i bottoni che Clara trasformava in gioielli colorati e armoniosi.

La fatica e la tensione, soprattutto dei giorni precedenti l’evento, erano tante; l’occhio fisso al meteo (la pioggia una catastrofe temuta), la paura che il cibo non fosse sufficiente o che le presenze non fossero tali da esaurirlo, l’eventuale defezione delle personalità attese…..

Ma quasi sempre un successo, una giornata piena ed intensa, la grande soddisfazione di aver raggiunto un risultato concreto e gratificante.

I Casali sono chiusi e il Merendanzo è ormai soltanto un bel ricordo…  Clara non c’è più ma mai, come in questo momento, il legame che ci ha reso sorelle e compagne è stato così forte. C’è in noi un bisogno continuo di sentirci, di incontrarci, di confrontare pensieri e ricordi, di essere ancora le Merendanze che la creatività inesauribile di Clara ha saputo inventare.