Oggi esultiamo della decisione dell’Italia di ritirare le licenze di esportazioni di armi ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, coinvolti nella guerra in Yemen. Finalmente! Se vuoi la Pace prepara la Pace.

Diversi comitati delle Nazioni Unite hanno richiesto negli anni informazioni e fatto raccomandazioni all’Italia su questo tema, grazie anche al grande lavoro di advocacy fatto dalla società civile italiana che lavora sul Disarmo. Come rete di organizzazioni che lavorano sulla parità e i diritti umani e delle donne, abbiamo cercato di dare il nostro contributo tessendo reti con le donne nelle zone di conflitto e rifugiare, e partecipando alle azioni di Advocacy.

Infatti Fondazione Pangea assieme a ben 66 organizzazioni (tra cui la WILPF, l’UDI, la Casa Internazionale delle Donne, e molte altre si veda elenco qui sotto) https://www.reamanetwork.org/2019/11/04/937/  ) hanno chiesto a grande voce nel rapporto sulla Revisione Universale Periodica-UPR https://www.reamanetwork.org/wp-content/uploads/2019/11/UPR-2019_Italia_Analisi-raccomandazioni_con-loghi_versione-italiano.pdf  lo stop alle esportazioni di armi a paesi convolti nella guerra in Yemen e che l’Italia si impegnasse a fare un’analisi dell’impatto sui diritti umani e il vissuto delle donne prima di concedere le licenze per esportare armi a qualsiasi paese. Tali richieste Pangea e WILPF le hanno rinnovate nelle revisioni del Comitato sui diritti economici, sociali e culturali (CESCR) e di quello sull’eliminazione della discriminazione contro le donne (Comitato CEDAW) del 2017.

L’impatto sulle donne delle armi è un tema di cui non si parla a sufficienza, trattato solo nei tavoli della UNSCR1325 Donne Pace e Sicurezza. Oltre alle conseguenze dirette dei bombardamenti su tutta la popolazione civile in termini di perdite di vite umane, bisogna considerare che quando ospedali, scuole, fonti di acqua potabile, mercati e tutte le altre infrastrutture vengono distrutte, l’onere di prendersi cura dei malati, i feriti e i disabili di guerra, e di trovare nuove fonti di sostentamento per i bambini, ricade principalmente sulle spalle delle donne di ogni età.

Ci auguriamo che la decisione presa oggi dall’Italia sia solo la prima di una lunga lista di revoche necessarie a non fornire più armi a paesi che non rispettano i diritti umani, compresa la loro dimensione di genere relativa alle donne.

Le Associazioni che hanno sottoscritto il rapporto UPR- revisione universale Periodica dei diritti umani dell’Italia sono:

Fondazione Pangea onlus, Cooperativa sociale Be free, Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF), Associazione Filomena la rete delle Donne, Associazione Parsec ricerca e interventi sociali, Unione Donne in Italia (UDI), Casa Internazionale delle Donn, Centroantiviolenza Renata FonteAssociazione Donne Insieme- Lecce, Giraffa onlus-Bari,Nosotras onlus-Firenze, Associazione Trama di Terre-Imola-Bo, Associazione Punto D-Ostia-Roma, Prospettiva Donna-Olbia, Prassi e Ricerca-Lazio, Germoglio Viola-Milano, Ponte Donna-Lazio, Forum delle donne giornaliste del Mediterraneo-FMWJ, CGIL-Confederazione Generale Italiana del Lavoro, Associazione Giulia-Giornaliste, CPO-Associazione Stampa Romana, Sindacato dei medici Italiani, Associazione Donne Medico italiane, Associazione Federico nel Cuore, Associazione Telefono Rosa, Rete nazionale antiviolenza Frida Kahlo onlus, Il Giardino Segreto. Per la tutela dei bambini; Associazione Genitori Democratici; Associazione migrare, AWMR-Associazione delle donne della regione mediterranea, rete relive- Rete nazionale dei centri per autori di violenza nelle relazioni di intimità; LAIGA- Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’applicazione della legge 194/78; AIDDA-Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda; Centro di Ateneo per i Diritti Umani- Human Rights Centre “Antonio Papisca”- Università degli Studi di Padova, Associazione Donne in Rinascita-Udine, Polo 9- società cooperativa sociale-impresa socialeAncona; Associazione Salute Donna-Napoli; Giù le mani –servizio antiviolenza cooperativa La BittaDomodossola; Associazione di promozione sociale MondoGira-Veneto, ProChoice-rete italiana Contracezione e aborto; Associazione Donne in Movimento-Pisa; Rete donne per la politica-Genova, Laboratorio Politico di Donne-Genova, Associazione Cuore Errante-Cerveteri , Rete Women: Rete delle donne del mediterraneo est e sud europeo-Forlì, Corso di genere politica e istituzioni dell’UNI di Macerata, Save-centroantiviolenza e antistalking-Trani, Associazione di promozione sociale Sud Est Donne –Martina Franca, Centro antiviolenza LiberaMente-Altamura, Ass.ne di promozione sociale Osservatorio Giulia e Rossella –Barletta, Centro Antiviolenza “RiscoprirSi”-Andria, Rete dei centri antiviolenza Comunità San Francesco –Puglia, Associazione ALZAIA-Taranto, IOsonomia – Bitonto; Il filo di Arianna-San Severo-Foggia; Centro antivolenza Telefono Donna –Foggia, Anemos LombardiaVarese; Associazione socio culturale Le Funambole-Roma, Mandem diritti e legalità –Salerno, Demetra sociale- casa rifugio Antonella Russo – Ospedaletto d’Alpinolo-Avellino, Impronte di un altro genereFirenze, Biancarosa Onlus-Verona, Fondazione Somaschi-Lombardia, Associazione Work in Progress e Centro antiviolenza Pink House-Floridia-Siracusa, Associazione Prometeo onlus e casa delle donne di Ragusa, Associazione Tiziana Vive- Pavia, Giuridicamente Libera-Roma, First Social Life, Casa delle Donne di Modena, Associazione Pink Project-Capo d’Orlando, UIL Lazio, Scosse- Soluzioni Comunicative,Studi, Servizi Editoriali, Giunta e Presidente del Primo municipio di Roma. Aderiscono prsonalmente: Giuliana Olzai, Cristina Coviello