Da questa posizione, che in questi tempi di passioni tristi, vuole invece rallegrarsi delle opportunità che ci vengono date e che pensiamo di restituire alle donne e al territorio pisano, vi mandiamo un ottimistico, ma non impossibile, identikit dell’Amministrazione che vorremmo.Fra pochi mesi, e precisamente l’8 marzo 2010 la Casa della Donna di Pisa festeggerà il suo ventesimo compleanno: venti anni di un progetto che nasce in una stagione lontana e che di quella stagione conserva, pur nei mutamenti, il sapore della costruzione partecipata,
un sogno condiviso, forse anche un pizzico di utopia. Sogni, reti, utopia
concreta che non sarebbe stata quella che è stata senza il rapporto di fiducia e di generosa collaborazione che in questi lunghi anni abbiamo sperimentato, certamente anche con momenti di reciproca difficoltà, con le istituzioni locali, in modo particolare con l’Amministrazione Provinciale.

Da questa posizione, che in questi
tempi di passioni tristi, vuole invece rallegrarsi delle opportunità che ci
vengono date e che pensiamo di
restituire alle donne e al territorio
pisano, vi mandiamo un ottimistico, ma non impossibile, identikit
dell’Amministrazione
che vorremmo.

Noi vorremmo innanzitutto
{{un’amministrazione che promuova e
difenda una cultura di pace}} basata
non sulla negazione del conflitto ma sulla sua gestione non violenta, in
affermazione dei principi di solidarietà e di convivenza.

Vorremmo un’amministrazione pubblica {{attenta ai bisogni, ai
desideri e alla piena partecipazione di tutte le donne e di tutti gli uomini}}
che vogliono vivere il loro territorio con la consapevolezza di esserne
protagoniste/i.

Un’amministrazione che si prefigga
il compito di {{debellare le discriminazioni, i pregiudizi, gli stereotipi}}: il
sessismo, il razzismo, il maschilismo, la lesbo/trans/omofobia.

Vogliamo un’{{amministrazione che
sia laica}}, perchè solo la laicità
garantisce i diritti di tutte e tutti, nel rispetto delle diversità culturali e
religiose e argina ogni ingerenza volta a negare l’autodeterminazione delle
donne e di ogni persona nel decidere di sé e del proprio corpo, identità,
sessualità o stile di vita.

Vorremmo un’{{amministrazione che sempre
più si faccia carico delle differenze}}, intese come ricchezze della
cittadinanza, e che promuova un’ottica di genere, trasversale a tutti gli
assessorati e agita in tutti gli ambiti della sua organizzazione, e che valuti,
nelle fasi di programmazione e di decisione, come gli effetti delle politiche
si differenziano su uomini e donne.
_ {{Il Bilancio di Genere può e dovrebbe
essere uno strumento essenziale}} che, rendendo visibili le differenze in ogni
settore della spesa pubblica, permette di controllare che non ci sia un impatto
diseguale con conseguenti perdite di equità fra i generi, e insieme di
efficienza e di efficacia; che fa emergere,
attraverso forme partecipative, le politiche migliori che
l’amministrazione provinciale può adottare su temi essenziali nella vita delle
donne: il lavoro, il life long learning,
la lotta alla violenza.

Poiché non possiamo aggirare il nodo cruciale della
politica, che non può arrendersi alle seduzioni della solitudine globale o di
altre metafore “liquide” della postmodernità: corpi molto concreti, differenti
e diversamente colorati, bussano ogni giorno alle nostre frontiere permeabili.
_ La risposta non sta nel rendere queste frontiere illusoriamente invalicabili,
ma nel trovare e ritrovare nuove forme di partecipazione. Come, fino a oggi,
l’amministrazione provinciale pisana ha voluto e saputo fare.

{{Il tessuto di associazioni
presenti su tutto il territorio}} ha rappresentato e tuttora costituisce un
patrimonio di vita democratica: qualcuno parlava – riferendosi a ciò che il
fascismo aveva sistematicamente smantellato per potersi installare – di rete di
“roccaforti e casematte”; dal nostro posizionamento, vogliamo ribadire che Pisa
è una città – come cento e mille città
d’Italia – in cui noi donne abbiamo sempre dato un contributo insostituibile
alla vita politica, portando nuove pratiche, temi e visioni, consapevoli della
necessità di un cambiamento culturale profondo nella relazione fra i sessi e la
politica.

E come portatrici della nostra
differenza, come già è avvenuto tante volte nella storia della democrazia, noi
{{chiediamo alla futura amministrazione di continuare a valorizzare le
diversità che ci vengono oggi dalle cittadine e dai cittadini migranti}}:
come Giacomo Leopardi, ritrovando un benessere forse non solo fisico, scriveva
che a Pisa si possono sentir parlare oltre cento lingue, noi vogliamo oggi un
territorio aperto, accogliente e giusto.

Questa – e solo questa – è la
misura della nostra sicurezza.

Su questi temi (intreccio di
razza/genere/posizione sul mercato globale), la passata legislatura provinciale
ha intrapreso un capillare e prezioso lavoro di “formazione” che ha coinvolto
tanti soggetti quali le associazioni, le scuole e soprattutto i cittadini
italiani e stranieri attraverso Consulte e luoghi di rappresentanza, lavoro che
ci auguriamo non solo non vada perduto, ma venga anzi proseguito e potenziato.

{{Altro tema che ci sta molto a cuore è il contrasto alla
violenza di genere}}: riteniamo che la violenza maschile sulle donne non sia
una questione emergenziale o un problema di ordine pubblico. Sappiamo, e lo
denunciano l’Onu e l’Oms, che la maggior parte della violenza contro le donne è
violenza domestica, compiuta da uomini ‘normali’ contro le proprie mogli,
compagne o ex, e contro i bambini; è un problema culturale profondo e
trasversale che riguarda i rapporti tra i generi. Per affrontarla è necessaria
allora una visione d’insieme, che agisca su più livelli.

Nato dall’esperienza del Centro
Antiviolenza, il Tavolo delle Istituzioni e delle Associazioni contro la
Violenza ha costruito negli ultimi anni una complessa rete di relazioni e una
molteplicità di azioni, che ne hanno fatto un punto di riferimento per la legge
regionale “Norme contro la violenza di genere”. Le azioni di formazione di
operatori, di sensibilizzazione nelle scuole e nel territorio provinciale, la
campagna di comunicazione, la rilevazione dei dati della violenza, preziose per
ottenere l’indispensabile cambiamento della vecchia cultura patriarcale, hanno
consolidato e diffuso buone prassi, che permettono di riconoscere i segnali di
maltrattamento e d’intervenire precocemente per sostenere le donne maltrattate
che chiedono aiuto per sé e per i propri figli, in modo sinergico tra i vari
servizi interessati.

La Provincia ha,
secondo la legge regionale, un ruolo di coordinamento, che è stato fondamentale
sia nella creazione che nel mantenimento del Tavolo. Vorremmo che la nuova
amministrazione facesse tesoro di questa esperienza così importante, dandole
continuità e nuovo impulso, rafforzando la struttura permanente di
progettazione, coordinamento e valutazione.

Noi donne abbiamo riconosciuto per
prime che dare valore l’una all’altra era la cosa più ovvia – e più difficile –
per ribaltare il simbolico dominante. Per noi la politica è prima di tutto forma
alta di conoscenza e di trasformazione della realtà e delle soggettività che la
costruiscono, è il luogo della condivisione dei mutamenti che attraversano la
tarda modernità.

Nella tessitura di relazioni
che ha caratterizzato la nostra pratica abbiamo trovato donne e uomini con cui
abbiamo condiviso progetti, responsabilità, buone prassi, ricordiamo anche per
gli altri, amministratrici e amministratori compagni di viaggio, Patrizia Dini per
avere voluto con noi
questa casa e averla fatta diventare così un sogno possibile; e, con lei, ci
vengono in mente tante donne con cui abbiamo intrecciato relazioni costruttive,
non è possibile nominarle qui tutte, ma è grazie anche a loro che in questi
venti anni abbiamo imparato a sciogliere i nodi di appartenenze e doppie
militanze, ad aprirci all’ascolto e a progettare insieme, lasciando che la voce
dell’altra parli.

_ Ringraziamo Manola Guazzini per l’ascolto attento, la capacità
di cura, la passione, l’attenzione a ciò che può sembrare dettaglio, ma è
invece qualità e differenza, e il forte senso di responsabilità con cui ha reso
possibile qualcosa che non deve essere cancellato, ma continuato e rafforzato.

– {Associazione Casa della Donna *
_ Via Galli Tassi, 8 – Pisa
[http://www.comune.pisa.it/casadonna->http://www.comune.pisa.it/casadonna]}