L’ennesimo femminicidio accaduto a Roma lo scorso venerdì e che purtroppo è già il terzo  dall’inizio dell’anno, e si aggiunge ai 120 del 2022, dimostra chiaramente quanto sia lunga la strada per superare questo stato di cose espressione di un modello di vita patriarcale, da superare.

Un modello che comporta pesanti danni alle donne anche nel mondo dello spettacolo, come sostiene l’indagine di Amleta, associazione nata per denunciare con dati e numeri alla mano molestie e abusi nel settore dello spettacolo, discriminazioni, stereotipi, sessismo, gender pay gap.

L’indagine è stata presentata nel corso della conferenza stampa tenutasi lunedì 16 gennaio, nella sede di Stampa Estera a Roma. Insieme a Differenza Donna, Amleta ha comunicato che «gli abusi denunciati spontaneamente sono stati 223».

Si è associata a questa denuncia la Rete Nazionale per la Parità di Genere nelle Arti Performative, che riunisce 32 associazioni teatrali d’Italia dirette da donne, da oltre dieci anni attive con iniziative contro la disparità di genere in teatro.

La stessa va dall’affidamento dei ruoli apicali nella direzione dei teatri, dei ruoli di responsabilità, fino alla distribuzione dei fondi pubblici e alla adeguata visibilità del lavoro delle donne. Emarginazione, ghettizzazione, isolamento, penalizzazione, gap, denuncia la Rete, sono le conseguenze di una cultura che ancora limita pesantemente e le donne anche nel modo del teatro.

Rete per la parità di genere nelle arti performative. Foto da Pordenone – La scena delle donne, 12 settembre 2021

Secondo la denuncia delle due associazioni non esiste una strada praticabile per le donne nella cultura patriarcale. Occorre, sostengono, una nuova cultura, quelle che le donne stanno generando giorno per giorno in ambito sociale attraverso i centri anti violenza e nelle case rifugio, attraverso il lavoro nelle cooperative artigiane che nascono, nella funzione legale, proprio come quella che esercitava Martina Scialdone, per la difesa delle donne.

In questa direzione va il lavoro che 10 fra le associazioni delle rete hanno lanciato, ognuna nella propria regione, e poi su tutto il territorio nazionale: il Progetto Futura. Attraverso questo progetto, comunica la Rete, registe, formatrici, direttrici artistiche, attrici in modo capillare laboratori teatrali e spettacoli contro la violenza sulle donne nelle scuole di diverso ordine e grado. La Rete Nazionale per la Parità di Genere nelle Arti Performative sollecita quindi le amministrazioni pubbliche a dimostrare attenzione e a rendere possibili con risorse adeguate queste iniziative. La Rete conclude affermando di operare perché cambino le leggi costruendo intanto spazi condivisi in cui qualità e creatività nel lavoro artistico vadano di pari passo con una cultura della cura e della condivisione, sola risposta civile alla violenza del patriarcato.