L’invito a sottoscrivere la seguente proposta per l’appicazione del ‘modello nordico’ in Italia

Al Presidente del Consiglio, al Presidente della Repubblica
ai 70 parlamentari sottoscrittori del manifesto
e pc: ai partiti politici, ai sindacati, al Dipartimento Pari Opportunità, alla Commissione Europea,
al relatore speciale delle Nazioni Unite

PROPOSTA PER L’APPLICAZIONE DEL ‘MODELLO NORDICO’ IN ITALIA

Prostitution is not the oldest profession, but the oldest form of oppression[1]

Il documento allegato su ‘prostituzione e tratta’ costituisce la base ragionata per una proposta di legge che integri la legge Merlin (che ha penalizzato lo sfruttamento della prostituzione ponendo delle restrizioni all’esercizio della stessa) allo scopo di impedire sia ogni forma di criminalizzazione o penalizzazione per le donne, sia ogni forma di sfruttamento sessuale. Oggi noi abbiamo, rispetto ai tempi dell’emanazione di quella legge, una realtà di sfruttamento molto più complessa che si è intersecata con la tratta di esseri umani. Tutti i documenti sulla tratta indicano come vi sia un rapporto (link) tra prostituzione e tratta e là dove la prostituzione è legalizzata si tollera di fatto la tratta, e i procedimenti contro i trafficanti sono destinati per lo più a non avere risultati.

Non vi sono dati che indicano che la legalizzazione abbia fermato la tratta ma tutti i dati dei diversi paesi dicono che la legalizzazione crea due effetti ugualmente devastanti per una società:

– l’aumento del traffico di persone

– l’aumento della prostituzione minorile

Noi avanziamo una proposta che deve essere coniugata con articoli di legge coerenti con i punti qui sotto rappresentati, desunti da una attenta lettura della documentazione internazionale ed europea del fenomeno interconnesso di tratta e prostituzione:

– la prostituzione difficilmente (numeri alla mano) è una scelta libera da costrizione di terzi e mediatori

– la prostituzione non è espressione della libertà sessuale o della libertà di scelta delle donne, ma della violenza degli uomini sulle donne

– la prostituzione è dannosa in sé e soprattutto lo è per la salute sia fisica che psichica delle donne e dei minori

– le donne che vendono servizi sessuali vanno decriminalizzate come vittime di violenza e di abusi, ed inoltre vanno tutelate da servizi integrati

– la prostituzione al chiuso non è più sicura di quella per strada (i rischi per la salute e per la vita sono gli stessi o qualche volta anche più elevati)

– decriminalizzare l’organizzazione della prostituzione è un messaggio pernicioso per le nuove generazioni di uomini e donne; esso ha come effetto l’amplificazione della prostituzione stessa

– il ricorso alla legalizzazione o alla decriminalizzazione della prostituzione espande il traffico e rende difficilmente perseguibili i trafficanti

– affrontare domanda di prostituzione diminuisce la prostituzione e la tratta a scopo di sfruttamento sessuale.

Se un paese come la Svezia, che ha fatto della libertà sessuale e della parità di genere un vessillo, è giunto a questa determinazione non si può contrabbandare come violazione delle libertà individuali la penalizzazione della domanda o dell’acquisto di servizi sessuali. Quando si parla di violazione di libertà è bene chiarirlo si parla di libertà dell’uomo-cliente; di libertà e licenza di abuso dato agli uomini, non si parla di libertà delle donne.

La Svezia ha dato una lezione molto importante: ha praticato la disparità di genere penalizzando sfruttatori e clienti (in modo diverso) e tutelando le donne che vendono i servizi, presunte vittime sempre, sia che professano di farlo volontariamente sia che confessano di essere sfruttate (ricordiamo che in Germania i pubblici ministeri non riescono più a perseguire i trafficanti perché è difficile processualmente venire a capo in una situazione di legalizzazione quando del problema: libera scelta o coercizione). La Svezia ha applicato in questo, precorrendo i tempi, l’art. 4 della Convenzione di Istanbul quando afferma che tutte le misure prese a vantaggio delle donne per sconfiggere la violenza di genere non sono da considerare discriminatorie rispetto ad altri soggetti.

Condividendo questi presupposti fondati sulla disamina di una nutrita documentazione che è parte integrante di questo appello,

si chiede

ai 70 parlamentari rappresentanti di ogni schieramento di ritirare la proposta di legalizzazione della prostituzione,

si chiede altresì al governo

di costituire una commissione speciale di studio per adeguare la nostra legislazione al modello nordico così come indicato dalla risoluzione Europea del 26.2.2014 e per affrontare in modo efficace il piano nazionale anti tratta volto a colpire il traffico e tutelare le donne vittime di prostituzione ( trafficate o meno).

Proponente

Elvira Reale

Firmatari


Stefania Cantatore, UDI Napoli

​ 3/07/2015​

per adesioni udinapoli@gmail.com

[1] U.S. Bureau of Public Affairs (2004) the Link Between Prostitution and Sex Trafficking Washington, DC http://2001-2009.state.gov/r/pa/ei/rls/38790.htm