Marina Marinelli, La lingua delle madri, Edizioni L’Erudita, Roma, 2020

I PREMIO SEZIONE NARRATIVA – XXI Premio di scrittura femminile “Il Paese delle Donne” & “Donne e Poesia”

Il romanzo, al femminile, si basa sull’interrogativo: “chi è una madre?”

“Prima che Luca arrivasse non mi sentivo niente. Non ero niente. Il fatto che lui sia passato attraverso me ha cambiato tutto. Con lui ho conosciuto l’amore puro. Quello che provo è così grande che non riesco a farlo stare dentro i pensiero.” Irene, la protagonista del romanzo, così definisce il suo essere madre. Restauratrice di libri, con un marito solido, quieto, dedito alla famiglia, mette al centro della sua vita il loro figlio, Luca.

Questo grande amore è messo a dura prova: la vigilia del 30mo anniversario del suo matrimonio con Giacomo, arriva improvvisa la notizia di un attentato a Parigi, dove il figlio Luca è professore alla Sorbonne. Partono per Parigi. Luca è ferito gravemente, è in coma all’ospedale Saint-Louis. Accanto a lui, Nicolas, un amico sempre presente e molto premuroso. Presenza che suscita in Irene: “una rabbia lucida come lama di coltello”. Lo considera un intruso e non si spiega, allo stesso tempo, l’assenza di 0Camilla la fidanzata di Luca, che rimane a Roma nonostante la grave situazione.

L’Autrice ci fa vivere il dolore dei genitori nell’attesa del risveglio del figlio dal coma; l’angoscia dell’impotenza dinanzi a un accadimento così imprevisto e atroce in una Parigi che continua la vita brulicante di sempre.

La situazione centrale del romanzo non è il gravissimo incidente ma la scoperta di Irene che suo figlio è gay e convive con Nicolas.

La scrittrice ci consegna un percorso interiore intenso, solitario, doloroso e tormentato facendoci penetrare nell’intimo della protagonista e condividerne il conflitto, la rabbia, lo smarrimento. Le sue certezze vanno in pezzi, prende coscienza delle sue chiusure.

Irene si sente tradita sia dal figlio che ha celato la sua vera identità sessuale, sia dal marito con cui Luca però si è confidato e che ha taciuto per amore di lui.

Irene ripercorre la sua vita che ha avuto sempre al centro la maternità; deve fare i conti con la scelta di Luca contraria ai suoi desideri di madre; è costretta a reinventarsi un rapporto con quel figlio diventato uno sconosciuto.

Nessuno condivide le sue ansie, né sua madre, né le sue amiche, neppure Camilla l’ex fidanzata, mentre Giacomo cerca di farle capire che bisogna rispettare la scelta di Luca.

Al risveglio del figlio, Irene comprende che deve accettare l’amore di Luca per Nicolas e la sua decisione di rimanere a Parigi, con il suo compagno, per la riabilitazione. Si riappropria della nuova maternità, ma la delusione resta.

La scrittura è asciutta e molto efficace. Un romanzo che si legge tutto di un fiato.