lingua‘Non è mai troppo tardi’ era il titolo di una famosa trasmissione televisiva in cui il plurilaureato e indimenticabile maestro Manzi insegno’agli italiani la loro lingua. Grazie a lui molti analfabeti, anche in età avanzata, impararono a leggere e a scrivere. Penso che il nostro ex -Presidente della Repubblica Napolitano -che si è espresso recentemente con termini molto duri sull’uso di alcune parole della nostra lingua -avrebbe  bisogno urgente di qualche lezione scolastica supplementare …..perché sono fermamente convinta che non è mai troppo tardi per imparare  qualcosa di essenziale che non si sa.

Ha pubblicamente definito abominevole ed orribile la declinazione al femminile di alcune cariche istituzionali ( sindaca ,ministra).Bene, cio’ che è veramente abominevole è l’ignoranza di chi pur avendo ricoperto le piu’ alte cariche dello stato  si mostra ignaro di una questione elementare nella sua semplicità : la lingua dice il mondo e cio’ che non ha le parole giuste per dirsi cade irrimediabilmente nell’invisibilita’ sociale, nell’insignificanza.

Molti /e dicono che non sono questi i veri problemi delle donne . C’è ben altro !

Vero ,verissimo  ma cosi facendo fingono di non sapere  che laddove mancano le parole per dire si produce un vuoto che non è solo di rappresentazione ma quasi di esistenza, di senso.

Si è mai chiesto Napolitano perché alcune parole estremamente dispregiative (troia,mignotta, puttana, baldracca) della nostra lingua sono invece declinate solo al femminile, prive di un corrispettivo maschile che indichi lo stesso concetto?

La risposta è semplice.La lingua come i fossili conserva le tracce di un sistema di pensiero e di valori che noi donne consapevoli abbiamo definito ‘patriarcale’. In quel sistema essere dotati di attributi sessuali maschili è segno di valore e viceversa: esserne privi è segno di disvalore. Tant’è che per dire che una donna è molto in gamba si dice ‘ è una con le palle’ Gli attributi degni di considerazione e di stima non possono che essere quelli maschili!!!

Il patriarcato ha a lungo colonizzato l’immaginario di uomini e donne anche attraverso l’uso sapiente del linguaggio. Finalmente nel 1987 accadde qualcosa di importante : fu pubblicato  lo straordinario studio di Alma Sabatini sul sessismo della lingua italiana.Fu una svolta epocale. (nota n.1)

Il suo  lavoro accurato e profondo  ci diede solidi argomenti per agire nei luoghi della pratica politica al fine di cambiare lo stato delle cose presenti.Non volevamo piu’ essere nominate e definite attraverso le parole maschili fondate sul controllo dei nostri corpi

Come non ricordare poi il lavoro della filologa Maria Corti che dimostro’ come si possono declinare al femminile nomi pensati e usati al maschile semplicemente seguendo le regole della nostra grammatica senza alcuna violazione bizzarra delle norme?

Certo la politica ha in molti casi andatura da bradipo ma non sempre. Mi piace ricordare che nello Statuto del Comune di Pisa tra i principi fondamentali (Art,3,comma12) era compreso proprio quello  di  esprimere al femminile le denominazioni  degli incarichi e delle funzioni del comune ricoperte da donne. Correva l’anno 1992………dopodiché   c’è chi ancora discute nell’anno di grazia 2016 sull’opportunità o meno di usare la lingua in modo non discriminante!

Nota n.1 – Il lavoro di Alma Sabatini fu commissionato dalla Presidente della Commissione P.O  Tina Anselmi.

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