Lo scorso 5 settembre le presidenti di DonneinQuota e Rete per la Parità, Donatella Martini e Rosanna Oliva, hanno partecipato a un’audizione presso la commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi sul tema del nuovo Contratto di servizio RAI.

Qui di seguito il comunicato di DonneinQuota e Rete per la Parità con le proposte presentate.

Le Associazioni DonneinQuota e Rete per la Parità sono da tempo impegnate per la concreta attuazione, in ogni ambito della vita pubblica e privata, del principio fondamentale della pari dignità e dell’uguaglianza senza distinzione tra i sessi, sancito dall’art. 3 della Costituzione, e nel chiedere alle istituzioni e alle persone che le rappresentano, il rispetto degli atti approvati, per rendere meno difficile e meno lungo il cammino delle donne verso l’uguaglianza sostanziale.

Donatella Martini, presidente di DonneinQuota e Rosanna Oliva de Conciliis, presidente onoraria della Rete per la Parità, sono state audite il 5 settembre, la giornata conclusiva del ciclo di audizioni sullo Schema del nuovo Contratto RAI 2023-2028 presso la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

Le due presidenti hanno ricordato che nel Contratto 2018-2022 sono state inserite di quasi tutte le proposte integrative presentate durante l’audizione in Commissione di Vigilanza RAI del 21 novembre 2017 ed espresso soddisfazione per le recenti importanti iniziative al riguardo in RAI: l’adesione alla campagna No Women No Panel, con l’obiettivo di garantire una rappresentazione paritaria nei talk e nei dibattiti pubblici e il progetto 50:50 che prevede il monitoraggio delle presenze maschili e femminili curato da singoli programmi.

Anche questa volta le proposte riguardano soprattutto gli obblighi che la RAI assume in materia di diritti civili, cultura nonché sviluppo sostenibile e comunicazione.

In merito all’ Art. 2 – Principi generali e obiettivi dell’offerta di servizio pubblico, al comma 2 hanno proposto di specificare che il contrasto di ogni forma di violenza debba essere realizzato “con particolare riguardo alla violenza contro le donne e a quella domestica”. Infatti, in questi anni si è evidenziato sempre più che tale contrasto deve essere supportato da un cambio di mentalità, per superare un’arretrata cultura maschilista che considera le donne oggetto di proprietà. È quindi determinante il contributo della Rai, uno dei più importanti, o forse il principale strumento di innovazione culturale.

Nel complesso l’Art. 10 – Parità di genere e pari opportunità (già Art. 9 Parità di genere) appare soddisfacente. Le due associazioni confidano che siano accolte le proposte di integrazione e, in particolare, quelle riguardanti l’inserimento nel nuovo Contratto dell’impegno al rispetto della cosiddetta Par condicio di genere e dell’uso di un linguaggio che non nasconda le donne. Nello schema all’esame, invece, il ricorso all’uso generalizzato del neutro maschile è ancora più diffuso rispetto al precedente, e si augurano che la Commissione voglia in sede di parere individuare tutte le modifiche necessarie.

Sul Comitato di cui all’Art. 21 – Organi contrattuali, sede permanente di confronto fra il Ministero e la Rai che, con carattere consultivo, esprime pareri e avanza proposte in ordine alla programmazione sociale, va assicurata la presenza di esperti ed esperte sui temi di cui all’Art.10 – Parità di genere e pari opportunità, insieme con quelli sui temi attinenti all’inclusione sociale e culturale che riguardano le minoranze e le disabilità.

A livello generale rimane il problema della scarsa incidenza delle disposizioni riguardanti gli obblighi che la concessionaria assume. Sia l’esperienza passata che quella di questo periodo ci portano a constatare che, nonostante la RAI s’impegni a rispettare le disposizioni del Contratto di servizio, nulla o poco succede nei casi di violazione. Inoltre, le sanzioni pecuniarie imposte dall’AGCOM vengono quasi sempre annullate a seguito del ricorso in via giudiziaria da parte
della RAI. Si veda a esempio l’annullamento della sanzione da 1,5 milioni di euro inflitta nel 2020 per violazione del pluralismo.
Il problema potrebbe essere risolto solo all’interno di una legge di riforma. In attesa di questa, DonneinQuota e Rete per la Parità sottolineano quanto sia rilevante la volontà della RAI di assolvere la propria missione nel rispetto dei principi posti dalla normativa nazionale e comunitaria, al di là degli obblighi previsti dal Contratto di servizio.

Per quanto riguarda la sostenibilità, è molto positivo che nel nuovo Contratto si preveda una RAI sostenibile (Art.2.1); la RAI è una tra le aziende più importanti del Paese e il fatto che nella propria gestione adotti il criterio di attenzione alla riduzione dell’impronta di carbonio ha una ricaduta positiva non solo per il risultato in sé ma anche per il forte messaggio che ne deriva.

Lo Schema del Contratto di Servizio è stato impostato con criteri molto diversi da quelli del Contratto vigente; dal raffronto è emerso che numerose parti ora si trovano nell’Allegato 1. Suscita preoccupazione che quasi tutte riguardino principalmente diritti civili, cultura e difesa dell’ambiente. La richiesta delle Associazioni è che sia trasferito nell’articolato tutto il contenuto dell’Allegato 1.

Le associazioni continueranno a seguire con attenzione i passi successivi e augurano alla Presidente e alla Commissione tutta di svolgere un proficuo confronto.

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