donne nigeriane

Invisibili perché nascoste: le donne nel flusso migratorio sono portatrici della differenza che apre alla visione della realtà. E’ quella differenza che viene taciuta, allo scopo di lasciare indisturbato il traffico di cui sono vittime  e la loro riduzione a merce.  Il decreto sicurezza aggrava le conseguenze di ciò “che accadrà qui e casa loro” e contrasta con le leggi italiane e i trattati internazionali, ignorando le le salvaguardie a loro dovute.

Per questo L’ UDI Nazionale – Giulia Potenza e Laura Pirettial , L’UDI Napoli – Stefania Cantatore, L’ UDI Catania – Giovanna Crivelli, LAssociazione salute donna – Elvira Reale e Annamaria Raimondi, LAssociazione Arci donna Napoli onlus – Rosa Di Matteo e Clara Pappalardo, Resistenza Femminista – Ilaria Baldini,L’Associazione IROKO di Torino – Esohe Aghatise, L’Associazione DORAD di Torino – Ruby Till     hanno scritto al Presidente Mattarella

Illustrissimo presidente della Repubblica Italiana

Le associazioni in epigrafe le inviano la richiesta di prendere in considerazione, all’interno del decreto sicurezza, prossimamente al Suo vaglio, la condizione non esaminata delle donne immigrate.

La condizione di immigrata (minoritaria in Italia rispetto al fenomeno complessivo della immigrazione[1] )  aumenta in via esponenziale la possibilità nella donna di essere vittima di violenza di genere ed in particolare di violenza e sfruttamento sessuali. Tale maggiore vulnerabilità delle donne immigrate regolari ed irregolari è alla base di una serie di Risoluzioni, Direttive e Convenzioni Europee, tra cui anche la Convenzione di Istanbul che agli artt. 60 e 61, così recita:

Articolo 60 – Richieste di asilo basate sul genere

1 Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per garantire che la violenza contro le donne basata sul genere possa essere riconosciuta come una forma di persecuzione ai sensi dell’articolo 1, A (2) della Convenzione relativa allo status dei rifugiati del 1951 e come una forma di grave pregiudizio che dia luogo a una protezione complementare / sussidiaria.

2 Le Parti si accertano che un’interpretazione sensibile al genere sia applicata a ciascuno dei motivi della Convenzione, e che nei casi in cui sia stabilito che il timore di persecuzione è basato su uno o più di tali motivi, sia concesso ai richiedenti asilo lo status di rifugiato, in funzione degli strumenti pertinenti applicabili.

3 Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per sviluppare procedure di accoglienza sensibili al genere e servizi di supporto per i richiedenti asilo, nonché linee guida basate sul genere e procedure di asilo sensibili alle questioni di genere, compreso in materia di concessione dello status di rifugiato e di richiesta di protezione internazionale.

Articolo 61 – Diritto di non-respingimento

1 Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per il rispetto del principio di non-respingimento, conformemente agli obblighi esistenti derivanti dal diritto internazionale.

2 Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per garantire che le vittime della violenza contro le donne bisognose di una protezione, indipendentemente dal loro status o dal loro luogo di residenza, non possano in nessun caso essere espulse verso un paese dove la loro vita potrebbe essere in pericolo o dove potrebbero essere esposte al rischio di tortura o di pene o trattamenti inumani o degradanti.

La violenza per le donne immigrate, come anche indicato nelle linee guida dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati del 2003[2], inizia nella terra di origine ed è rintracciabile non solo nella presenza di un contesto bellico e di persecuzione politica, ma anche e soprattutto nelle norme e regole sociopolitiche e religiose restrittive cui le donne sono sottoposte, e che le rendono soggetti vulnerabili a pene afflittive, a persecuzioni se non a morte. Il rischio di violenza prosegue durante il viaggio ed infine trova di frequente nel paese di accoglienza la sua prosecuzione. Si precisa che il rischio della violenza sessuale per le donne immigrate è presente in tutto il ciclo del viaggio dal paese di origine e sino alle coste italiane e oltre (prima della fuga, durante la fuga e nel paese di asilo e oltre nell’eventuale rimpatrio).

Si conoscono le difficoltà delle donne a chiedere l’asilo, mostrando le ferite della loro condizione che generalmente le mettono in uno stato di prostrazione e vergogna, per cui risulta difficile che si aprano, ma i loro comportamenti all’approdo, ritirati e silenziosi sono più eloquenti di fiumi di parole. Le donne hanno necessità che vi sia un percorso separato per la loro accoglienza e che vi sia personale formato a leggere i loro specifici traumi per accompagnarle verso lo status di rifugiate, senza ulteriori traumi, minacce, ricatti.

Questi rischi delle donne immigrate sono stati esplicitati nella Risoluzione del 2016 che di seguito citiamo dedicandovi più ampio spazio in quanto la consideriamo una risoluzione esaustiva sul tema della immigrazione femminile, dei rischi di violenza e tratta e delle misure di prevenzione raccomandate.

“Risoluzione del Parlamento europeo dell’8 marzo 2016 sulla situazione delle donne rifugiate e richiedenti asilo nell’Unione europea (2015/2325(INI)),

……..

Considerando che molti rifugiati giunti in Europa vivono in condizioni precarie in campi o in strada, e che le donne e le ragazze sono particolarmente vulnerabili;

Considerando che le reti criminali traggono vantaggio dalla mancanza di una via d’accesso sicura all’UE per i richiedenti asilo e i rifugiati, dall’instabilità e dai conflitti regionali nonché dalla vulnerabilità delle donne e delle ragazze che cercano di fuggire, al fine di sfruttarle ricorrendo alla tratta e allo sfruttamento sessuale;

Considerando che le donne oggetto di violenza e tratta sono maggiormente esposte al rischio di malattie trasmissibili sessualmente;

Considerando che l’UNHCR ha riferito casi di violenza e abuso, ivi compresa la violenza sessuale, nei confronti delle donne e dei bambini rifugiati, durante il viaggio e anche nei centri di accoglienza sovraffollati nell’Unione europea;

Considerando che le donne e le ragazze che cercano rifugio nell’UE spesso fuggono da regimi oppressivi nei confronti delle donne, che non riconoscono l’uguaglianza tra donne e uomini, tollerano la violenza contro le donne, gli abusi e i matrimoni tra minori, precoci e forzati;

Considerando che molto spesso gli spazi degli hub destinati all’accoglienza non hanno al loro interno spazi adatti al mantenimento e alla cura dei figli da parte delle madri ivi ospitate e che le strutture di assistenza legale non forniscono un adeguato supporto nell’informazione e nella ricerca dei legami familiari;

Considerando che le esigenze primarie per la prevenzione della violenza di genere, quali servizi igienici, docce e posti letto separati, non sono soddisfatte né nei centri di accoglienza né nelle strutture di transito dell’Unione europea;

Considerando che le ragazze che fuggono dal conflitto e dalla persecuzione sono esposte a un rischio maggiore di matrimonio di minori, precoce e forzato, stupro, violenza sessuale e fisica e prostituzione;

…..

Ritiene che, per migliorare la sicurezza e la protezione delle donne e delle ragazze rifugiate, debbano essere messe a disposizione di coloro che fuggono dal conflitto e dalla persecuzione vie d’accesso sicure e legali verso l’UE, tenendo conto della questione di genere;

Sottolinea la necessità urgente di aprire vie di accesso all’asilo che siano immediate, legali e sicure per contrastare le reti di traffico di esseri umani e per consentire sempre più a donne, minori, anziani e disabili di cercare rifugio senza dover rischiare la vita

Insiste sull’importanza che le donne rifugiate siano registrate individualmente e ricevano la documentazione necessaria per garantirne la sicurezza individuale, la libertà di circolazione e l’accesso ai servizi di prima necessità, come chiede l’UNHCR;

…..

Invita tutti gli Stati membri, di concerto con l’UE, ad assicurare che le donne vittime di violenze di genere ricevano consulenza specialistica in materia di traumi e assistenza psicosociale, con un coinvolgimento diretto di donne qualificate e specializzate in materia, in tutte le fasi della procedura di asilo;

Esprime profonda preoccupazione per le informazioni secondo le quali le donne e i bambini ricorrono al sesso di sopravvivenza al fine di pagare i trafficanti per continuare il loro viaggio in cerca di asilo nell’UE; ribadisce che vie di accesso sicure e legali verso l’Europa sono fondamentali per prevenire efficacemente tale situazione;

Invita l’UE a integrare la prospettiva di genere nell’istituzione del meccanismo per le denunce, presso l’ufficio del responsabile Frontex dei diritti fondamentali e ad affrontare le violazioni dei diritti umani commesse da Frontex, dagli Stati membri e dai funzionari di paesi terzi nell’ambito della cooperazione con Frontex, così come recentemente deliberato dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 2 dicembre 2015 sulla Relazione speciale del Mediatore europeo sull’indagine di propria iniziativa OI/5/2012/BEH-MHZ su Frontex;

Richiede misure mirate a garantire una completa integrazione delle donne rifugiate e richiedenti asilo, scongiurandone ogni forma di sfruttamento, abuso, violenza e tratta;

……

Sottolinea che le forme di violenza e di discriminazione basate sul genere, inclusi, ma non a titolo esclusivo, lo stupro e la violenza sessuale, la MGF, i matrimoni forzati, la violenza domestica e i cosiddetti delitti d’onore e la discriminazione di genere autorizzata dallo Stato rappresentano una forma di persecuzione e dovrebbero essere una valida ragione per richiedere asilo nell’UE e che ciò dovrebbe essere riflesso nei nuovi orientamenti in materia di genere;

….

La condizione delle donne immigrate è esplicitata anche nei seguenti documenti nazionali:

Senato della Repubblica, Camera dei Deputati., Documentazione per le Commissioni, Riunioni interparlamentari. Le donne rifugiate e richiedenti asilo nell’UE(FEMM) (2016).

Quadro strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017 – 2020, DONNE MIGRANTI, RIFUGIATE E RICHIEDENTI ASILO.

Questi documenti forniscono indicazioni sulla protezione delle donne immigrate che provengono da realtà ed esperienze di persecuzioni, violenze sessuali, mutilazioni genitali, matrimoni forzati, ecc.  e che nel nostro paese, come in altri, sono vittime vulnerabili anche di tratta.

Le associazioni in epigrafe:

Alla luce di  quanto fin qui documentato ed esposto  ribadiscono la necessità di far fronte alle esigenze specifiche di tutela e sicurezza delle donne immigrate stabilendo che la loro accoglienza segua un percorso privilegiato, paragonabile a quello dei minori non accompagnati, tenendo anche presente il dato che mentre i minori maschi presentano le loro età anagrafiche senza contraffazione, spesso le donne molto giovani, sono state addestrate (sotto intimidazioni e minacce)  a nascondere la loro reale età anagrafica.

Nel decreto sicurezza al di là di ogni altra considerazione politica generale e costituzionale ci preme sottolineare il tema della sicurezza delle donne, tema che sarà sicuramente omesso dal dibattito generale politico-costituzionale, come accade sempre quando si tratta di diritti delle donne.

Due punti ci interessa portare qui all’attenzione del Presidente della Repubblica per un suo autorevole ed illuminato intervento su questo o altri decreti in materia di immigrazione:

– nell’ambito dei casi previsti per i permessi speciali (che andrebbero a sostituire i permessi di soggiorno a carattere umanitario, o altro tipo di permesso) il riferimento alla violenza domestica non è sufficiente a declinare le tipologie di violenza di cui le donne immigrate sono vittime;

occorre quindi che sia specificata l’evenienza della violenza sessuale (emersa chiaramente in ultimo dal caso delle donne presenti sulla nave Diciotti) ed il grave sfruttamento sessuale a fini prostitutivi che coinvolge massicciamente le donne immigrate[3];

– Per quanto riguarda il   SISTEMA SPRAR, che il decreto riserva esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati, e che è l’unico che prevede progetti di integrazione ed inclusione sociale,

occorre prevedere un meccanismo automatico di inclusione delle donne al loro arrivo nel sistema SPRAR ( considerando anche la possibilità di un collegamento con i centri anti-violenza o  con le case per donne maltrattate); sistema nel quale operatori formati possano avvicinarle e con cautela, sottraendole a qualsiasi di tipo di pressione (dal singolo connazionale al sistema criminale che si nutre della tratta a scopo di sfruttamento sessuale), possano ricevere il racconto delle violenze patite che permettano alle immigrate di restare nel nostro paese quali rifugiate.

Ogni altro trattenimento delle donne (previsto oggi nel decreto per i richiedenti asilo) in altri circuiti come hotspot, o Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) costituisce un rischio per la loro integrità psico-fisica (reiterazione di violenze) ed un elevato rischio per il reclutamento del circuito della tratta.

 

UDI Nazionale- Giulia Potenza e Laura Piretti, UDI Napoli Stefania Cantatore, UDI Catania – Giovanna Crivelli, Associazione salute donna- Elvira Reale e Annamaria Raimondi, Associazione Arci donna Napoli onlus- Rosa Di Matteo e Clara Pappalardo, Resistenza Femminista – Ilaria Baldini, Associazione IROKO di Torino – Esohe Aghatise, Associazione DORAD di Torino – Ruby Till