Il primo farmaco che inibiva l’ovulazione. 60 anni di una lunga storia di lotta femminile, di conquiste contro pregiudizi e battaglie ideologiche. Simbolo e strumento di rivendicazione dell’identità e dell’autonomia delle donne dalla cultura religiosa e patriarcale. Questo e molto altro rappresenta la Pillola anticoncezionale. Per la prima volta veniva data a noi donne un importante strumento di autodeterminazione, la libertà di gestire il nostro corpo, la possibilità di scegliere liberamente di rimanere incinta o meno, non delegando all’uomo nessuna azione contraccettiva. Essere libere di scegliere per noi stesse, di programmare autonomamente il nostro avvenire, il nostro piacere, un passo avanti enorme, se pensiamo alla nostre nonne legate alla maternità e alla casa a doppio filo.

La Pillola anticoncezionale fa la propria comparsa la prima volta nel 1960 sugli scaffali delle farmacie americane, approvata dalla Food and Drug Administration. E’ nella storia, non solo della medicina e delle scoperte scientifiche del ‘900 ma anche del costume, della società, un simbolo della liberazione della donna che, non a caso alla fine di quel decennio, diventava elemento fondamentale dei movimenti del ’68 e in particolare del movimento femminista. Gli ormoni come possibilità anticoncezionale si studiavano già dagli anni Trenta del Novecento ma sin dal 1914 sulla rivista Woman Rebel l’infermiera americana Margaret Sanger aveva espresso la necessità di un’azione per il controllo delle nascite. Ma il controllo delle nascite era proibito e nei paesi cattolici, come l’Italia, era addirittura illegale. La svolta negli studi sulla contraccezione orale avviene nel 1950 quando la Sanger incontra l’ereditiera miliardaria Katherine McCormick, che con la fondazione della Planned Parenthood of America, investe nella sperimentazione della Pillola quasi due milioni di dollari.

Più precisamente nel 1957 la FDA autorizzava la vendita di un nuovo farmaco capace di contrastare i disturbi mestruali. La Pillola contraccettiva, che in Europa sarebbe arrivata solo nel ’61, agisce grazie alla combinazione di piccole quantità di un estrogeno e di un progestinico. Successivamente infatti si scoprì che, per l’effetto combinato dei due ormoni, l’assunzione quotidiana di questi due ormoni inibisce gli eventi che inducono l’ovulazione. Così tre anni dopo fu approvato l’uso di questa pillola a scopo contraccettivo. A partire dagli anni ’60 il farmaco viene distribuito in tutto il mondo con il nome di Enovid con effetti sociali e culturali enormi. La Pillola fornisce un contributo determinante a realizzare quella che molti considerano la più importante rivoluzione del XX secolo: la rivoluzione femminile. La Pillola costa poco ed è accessibile a tutte, è sganciata dal rapporto sessuale ed ha un’efficacia che non può neppure essere paragonata ad ogni altro precedente sistema di contraccezione.

È per tutte queste ragioni che la Pillola contraccettiva ebbe un immediato e clamoroso successo: nel 1961 la assunsero già 400.000 donne, che salirono ad 1,2 milioni nel 1962 e oltre 3,5 milioni nel 1963. Oggi nel mondo l’assumono oltre 100 milioni di donne. Questo ci fa capire quanto la Pillola sia stata causa ed effetto dei nuovi stili di vita che a partire dagli anni ’60 si sono imposti negli Stati Uniti e altrove. L’impatto che la Pillola ha avuto sulla società mondiale, non solo quella occidentale, non si può sottovalutare. Non a caso, già 20 anni fa, il settimanale inglese Economist l’ha eletta a scoperta scientifica più importante del XX secolo. In Europa, in particolare in Germania, la Pillola sarà commercializzata nel 1961, con un dosaggio già ridotto di oltre la metà. Osteggiata dallo Stato e soprattutto dalla Chiesa cattolica, in Italia la Pillola anticoncezionale arriverà nel ’65 ma con indicazione solo per il controllo delle irregolarità del ciclo. Per tutti gli anni ’60 pare sia stata venduta solo alle donne sposate e, talora, solo con il consenso del marito. Fu necessario che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 49 del 1971, dichiarasse incostituzionale l’articolo 553 del codice penale “Incitamento alle pratiche contro la procreazione”, poi abrogato dalla Legge 194 del 1978, perché la Pillola di fatto fosse legalizzata come contraccettivo, superando il fine terapeutico: solo nel 1976 il Ministero della Sanità ne autorizzerà la vendita nelle farmacie come farmaco contraccettivo.

La Pillola anticoncezionale continua ad essere guardata ancora con sospetto da molte donne, a dispetto dei suoi numerosi vantaggi su cui sono in tante a non essere adeguatamente informate. La Pillola contraccettiva ha immensamente contribuito alla rivoluzione dei costumi, incidendo profondamente su una società femminile che, decenni addietro, voleva con tutte le proprie forze liberarsi di un giogo secolare che ne aveva compromesso l’autonomia e l’indipendenza, anche facendo leva sulle differenze biologiche esistenti in natura. Eppure bisogna rilevare come quelle istanze rivoluzionarie siano andate troppo spesso a scontrarsi con un sostrato importante di diffidenza alimentata dalla non informazione. Purtroppo sono ancora tantissime le donne che non conoscono i meccanismi di funzionamento della Pillola e che, soprattutto, guardano ad essa con profonda diffidenza, temendone effetti collaterali ed ignorando i benefici che reca alla salute femminile: un dato non rassicurante se si tiene in considerazione il fatto che in Italia, soprattutto tra le adolescenti, un forte timore delle gravidanze indesiderate venga molto spesso accompagnato da un rifiuto per le forme di contraccezione, con conseguenze immaginabili.

La società non è ancora del tutto libera dai numerosi pregiudizi che accompagnano la Pillola, senz’altro la scelta più sicura in fatto di contraccezione per una donna. La Pillola ha sempre attirato un dibattito piuttosto vivace, in cui i sostenitori ne indicavano i benefici, misurabili anche in termini di benessere fisico globale, con la diminuzione di numerosi disturbi femminili, dall’anemia all’affaticamento dovuti alle mestruazioni abbondanti, dalla sintomatologia premestruale, per alcune un vero e proprio limite fisico, all’acne adolescenziale; sull’altro fronte i contrari impegnati ad illustrarne le conseguenze negative che sarebbero patite dal corpo della donna. La criminalizzazione della Pillola ha sempre fatto leva su effetti indesiderati, per lo più piuttosto rari, che tuttavia sono assolutamente tenuti in considerazione dal ginecologo qualora decida di prescrivere un contraccettivo orale ad una propria paziente. Inoltre, quando una donna sceglie di intraprendere un percorso di contraccezione con la Pillola, normalmente intensifica i controlli e le analisi per verificare il proprio stato di salute.

E’ una lunga storia quella della Pillola, ma soprattutto un lungo cammino volto a promuovere il benessere delle donne attraverso la conoscenza e la consapevolezza in ambito contraccettivo. La storia della contraccezione ormonale parte sessant’anni fa e percorre decenni di conquiste tutte al femminile, intrecciandosi con le storie di tante donne, che hanno tratto sicurezza, forza, autonomia e libertà anche grazie a questa scoperta. Se le donne oggi, seppure con qualche distinguo, hanno assunto un ruolo sempre più importante nel mondo del lavoro e della cultura, lo dobbiamo proprio all’introduzione della Pillola. E’ grazie alla contraccezione orale, che ha saputo rinnovarsi nel tempo, che la giovane donna di oggi può scegliere in piena libertà il suo progetto di vita in un rapporto armonico con il proprio corpo e sempre più paritario con il partner. È davvero importante pensare che in molte zone del mondo ancora troppe donne affrontano la vita adulta in una situazione di fragilità bio-psico-sociale. La contraccezione ormonale sicura è una rivoluzione a livello globale che contribuirà a centrare gli obiettivi più importanti per il futuro come la parità di genere, la riduzione della mortalità materna ed infantile, la sostenibilità ambientale. L’evoluzione della contraccezione va di pari passo con le storie quotidiane delle donne e dei loro traguardi. In conclusione, il corpo e soprattutto quello femminile è inserito in una fitta rete di relazioni e significati. La complessità nella gestione del corpo non può essere alibi per la sovradeterminazione, la delegittimazione delle singole azioni, perché altrimenti diventa soltanto una ulteriore morsa normativa che pone il corpo, di nuovo, al servizio di chi da secoli afferma che il nostro corpo non ci appartiene e che gestirlo come pare a noi significa produrre un danno alla società, alla famiglia, al contesto politico al quale apparteniamo. “Il corpo è mio e lo gestisco io”: la storia della Pillola ci insegna proprio questo. Se c’è una cosa che le donne che combattono per i propri diritti sanno è che le rivoluzioni culturali passano attraverso la gestione autodeterminata del proprio corpo ed è pericolosissimo avanzare una tesi secondo cui così non dovrebbe essere.