Museo nazionale archeologico di Altamura  - Coperchio di pisside raffigurante mito di Fedra.  contenitore in ceramica dove le donne greche riponevano i gioielli o i profumi. Questo coperchio, trovato in una tomba del 340 a.C., raffigura il mito di Fedra, la figlia del re di Creta Minosse. Innamorata del proprio figliastro Ippolito, Fedra lo accusò ingiustamente di averla sedotta e attirò su di lui l’ira degli dei, che mandarono un mostro marino a ucciderlo. Alla notizia della su morte, Fedra si tolse la vita per il rimorso.
Museo nazionale archeologico di Altamura – Coperchio di pisside, contenitore in ceramica dove le donne greche riponevano i gioielli o i profumi. Questo coperchio, trovato in una tomba del 340 a.C., raffigura il mito di Fedra, la figlia del re di Creta Minosse. Innamorata del proprio figliastro Ippolito, Fedra lo accusò ingiustamente di averla sedotta e attirò su di lui l’ira degli dei, che mandarono un mostro marino a ucciderlo. Alla notizia della su morte, Fedra si tolse la vita per il rimorso.

Al Palazzo Ducale nella Sala del Maggior Consiglio lezione magistrale di Eva Cantarella su Fedra, la forza normativa delle sanzioni sociali e l’ingiustizia di un destino “di genere”

Celebre protagonista della mitologia classica, Fedra è una delle figure tragiche più amate dagli autori di tutti i tempi: l’hanno raccontata Euripide, Seneca, Racine e più recentemente Sarah Kane, in periodi storici diversi e con diverse chiavi di lettura. Col mito di Fedra, la grecista Eva Cantarella conclude la seconda edizione di “Miti senza tempo”, ciclo, fortunato che ha curato assieme alla filosofa Nicla Vassallo.

Di quanto dira’ Eva questo venerdi’ ben poco svelo. Riporto per ricordo quanti si trova sull’enciclopedia Treccani online: ‘Fedra (gr. Φαίδρα, lat. Phaedra) Figlia di Minosse e di Pasifae, sorella di Arianna, diviene moglie di Teseo che l’aveva portata con sé nella fuga da Creta. Secondo l’elaborazione del mito fatta da Euripide in due tragedie (un Ippolito velato, non giunto a noi, e poi l’Ippolito coronato) F., presa da folle amore per il figliastro Ippolito, casto seguace di Artemide, e da lui respinta, si uccide accusando Ippolito di aver tentato di sedurla, provocandone così la morte. Sembra che nell’Ippolito velato la confessione del proprio amore fosse fatta da F. stessa, in una scena che spiacque agli Ateniesi per la sua crudezza; nell’Ippolito coronato è la nutrice che svela al giovane l’amore di F., ispirato del resto da Afrodite che con quella passione intende punire il disdegno di Ippolito. Nell’insieme della tradizione antica a lei relativa, F. appare strettamente connessa con altre figure femminili che si presentano quali mogli o amanti di Teseo (Arianna, Egle, Antiope), tutte caratterizzate nel nome dall’attributo della luminosità e della visibilità; ciò ha indotto gli interpreti a ravvisare in esse una grande divinità lunare. Il tema dell’amore respinto, che determina la vendetta in forma di calunnia, interpretato come motivo novellistico, è invece profondamente radicato in un terreno autenticamente mitologico (lo stesso avviene nel mito di Antea o Stenebea, moglie di Preto, per Bellerofonte) anche fuori del mondo greco.’ So che Eva andra’ ben oltre, come il titolo stesso della sua lectio testimonia. Ingiustizia. Destino. Gender. Tematiche che con Fedra esplodono benche’ solo Eva le approfondirà con magistrale attualita’. Io? Saro’ la sua fedele spalla, come sempre.

http://www.palazzoducale.genova.it/eva-cantarella-2/

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EVA CANTARELLA, Laureatasi in Giurisprudenza all’Università di Milano, ha compiuto la propria formazione postuniversitaria negli Stati Uniti all’Università di Berkeley e in Germania all’Università di Heidelberg. Ha svolto attività didattica e di ricerca in Italia presso le università di Camerino, Parma e Pavia e all’estero all’Università del Texas ad Austin ed alla Global Law School della New York University. E’ stata Professore ordinario di Istituzioni di diritto romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano, dove ha insegnato anche Diritto greco. Partendo dalla ricostruzione delle regole giuridiche, le sue ricerche tendono da un lato a individuare la connessione tra le vicende politiche ed economiche e la produzione normativa, e dall’altro a verificare la effettività delle norme stesse, analizzando lo scarto tra diritto e società, la direzione di questo scarto e le ragioni di esso.

NICLA VASSALLO (http://www.niclavassallo.net) si è specializzata al King’s College London, è ordinario di Filosofia Teoretica all’Università di Genova e associato dell’ISEM–CNR. Tra i suoi interessi scientifici: epistemologia, filosofia della conoscenza, metafisica, gender studies. Autrice, coautrice, curatrice di ben oltre centocinquanta pubblicazioni, della sua produzione scientifica, in italiano e in inglese, ricordiamo i volumi più recenti: Filosofia delle donne (Laterza 2007), Teoria della conoscenza (Laterza 2008), Knowledge, Language, and Interpretation (Ontos Verlag 2008), Donna m’apparve (Codice Edizioni 2009), Piccolo trattato di epistemologia (Codice Edizioni 2010), Terza cultura (il Saggiatore 2011), Per sentito dire (Feltrinelli 2011), Conversazioni (Mimesis 2012), Reason and Rationality (Ontos Verlag 2012), Frege on Thinking and Its Epistemic Significance (Lexington–Rowman & Littlefield 2015), Il matrimonio omosessuale è contro natura: Falso! (Laterza 2015), Breve viaggio tra scienza e tecnologia con etica e donne (Orthotes 2015), Meta-Philosophical Reflection on Feminist Philosophies of Science (Springer, New York 2016). Sta al presente lavorando sul problema dell’ignoranza conoscitiva, sulle sue cause, i suoi modi per porvi rimedio. Ha vinto il premio di filosofia “Viaggio a Siracusa” nel 2011. Ha pubblicato due raccolte di poesie, Orlando in ordine sparso (Mimesis 2013) e Metafisiche insofferenti per donzelle insolenti (Mimesis 2017).