In occasione della pubblicazione del rapporto studio annuale sulle morti violente in seno ad una coppia, Osez le feminisme! s’indigna per l’indifferenza generale nella quale delle donne sono assassinate da uomini in Francia, e chiede al governo di adottare misure concrete per mettere fine a questo massacro.

Nel 2014, 118 donne sono state uccise da loro congiunti o ex-congiunti, una donna ogni tre giorni. Sette fanciulli/e sono stati uccisi/e insieme con la loro madre. Uccise da arma bianca o arma da fuoco, strangolate o picchiate a moret, queste donne sono state nella stragrande maggioranza dei casi uccise in casa, per tre motivi principali: discussione, separazione o gelosia.

Gli uomini che distruggono le loro donne non lo fanno dall’oggi al domani, senza alcun segno premonitore. Lo fanno dopo un terribile percorso di violenze machiste e distruttive, fatte di molestie, abusi fisici, stupri, minacce di morte e d’impunità. Essi non sono vittime di ” colpi di follia”, e i loro crimini non sono “crimini passionali” o dei “drammi familiari”: sono uomini violenti che preferiscono uccidere la loro moglie o ex-amica, che loro considerano di loro proprietà, piuttosto che perderne il controllo.

Questi crimini machisti, bisogna nominarli: sono femminicidi. Crimini politici, crimini di odio ancora ignorati o banalizzati in Francia. Osez le Feminisme! chiede che la Francia riconosca i femminicidi come una circostanza aggravante del delitto, come in altre parti del mondo.

Poiché un femminicidio può essere spesso evitato, Osez le Feminisme! reclama misure concrete per proteggere le donne vittime di violenze machiste. I loro carnefici non devono più infierire in tutta impunità, come avviene troppo spesso. E’ urgente proporre alle donne vittime dei loro congiunti o ex-congiunti di soluzioni di ospitalità adatte e sicure, per loro e i loro bambini/e. Le forse dell’ordine e il personale di giustizia devono essere formati/e e sensibilizzati/e all’identificazione di queste situazioni di estemo danno.

comunicato stampa di Osez le feminisme!, traduzione di Giovanna Romualdi