Uno spaccato di Sardegna antica e la vita privilegiata di una famiglia gallese insediatasi nll’800 vicino Cagliari nel diario di Florence Ada Piercy.Benjamin Piercy, ingegnere gallese con esperienze in Francia e in India, si aggiudicò, nel 1861, il progetto delle Ferrovie Reali della Sardegna e un decennio dopo trasferì sull’isola la sua numerosa famiglia comprendente otto figli/e, alcuni parenti, istitutrici e personale di servizio. Ospite del barone Rosso, a Cagliari, costruì poi la fiabesca Villa Piercy nella foresta di Badd’ e Salighes, con un parco in cui fece mettere a dimora piante esotiche accanto a quelle autoctone, alcune delle quali millenarie, e creò anche alcuni paesi e villaggi tra i quali Chilivani che la leggenda collega al nome di un’amante indiana dell’ingegnere ma che è retaggio arcaico della topografia sarda.

{{Florence Ada Piercy}}, la sua terzogenita, guardò con entusiasmo ai genitori e con curiosità e meraviglia adolescenziale al mondo isolano tanto diversa da quello in cui era cresciuta e tenne un diario, pubblicato da Taphros (2006), a cura di{{ Maria Manca e Christine Tilley}}, che al merito di essere {{uno spaccato di Sardegna antica}}, agli esordi dell’Unità, è una preziosa testimonianza del grande valore affettivo, storico, antropologico e letterario della{{ trasmissione degli scritti di donne per genealogia femminile,}} in questo caso essendosi salvato grazie a una nipote, {{Vera Mameli Piercy}}, e a una pronipote, {{Giorgina Giustiniani Mameli}}.

Florence partì da Geneva sul “Piemonte” venerdì 23 dicembre 1872 e sbarcò il 30 a Porto Torres trovandola “piccola, sporca, con un odore sgradevole”, ma la selvaggia bellezza del paesaggio che attraversò in carrozza le parve subito “delizioso come un romanzo”. Un amore a prima vista, narrato a ipotetici “cari lettori” {{con evidente talento di cronista}}. Interessata a tutto ciò che vedeva e incontrava, Florence annotò la vita privilegiata e varia della sua famiglia, nella quotidianità e nelle relazioni sociali, e lo fece con piglio sicuro, con “sguardo smaliziato e insieme innocente”, “con una disponibilità educatamente aperta a incontri e a nuove esperienze, ma da una distanza che segna il confine, sottile, ma invalicabile della diversità”.

Una pagina esemplare è quella in cui descrive “la Sardegna” posponendo a una breve descrizione geografica e climatica dell’isola quella dei suoi abitanti, della campagna, strade e ferrovie, civiltà che vi si sono succedute, riti e processioni, malattie e febbri endemiche, commercio, città e del palazzo del barone Rossi in cui i Piercy furono ospitati prima di trasferirsi nella Villa omonima.

In tanto scrivere, emerge l’educazione impartita alle ragazze di un’élite che ovunque andasse manteneva identici gli stili di vita vittoriani ma che nel suo caso si dimostrò particolarmente aperta e fertile d’idee.

Figlia obbediente, scolara diligente, amante delle letture e delle passeggiate, Florence amò cantare, ballare, passeggiare a piedi e in carrozza o cavallo e fu con una di quest’ultime che concluse il suo diario “lunedì 20 aprile 1873”: un’uscita con il padre e i fratelli più grandi, lungo la nuova via ferroviaria; una lunga gita con sosta presso una famiglia sarda, “gente sconosciuta” che offrì loro “il pranzo e la conversazione”.

Le curatrici ipotizzano{{ un proseguimento del diario}}, andato perduto, e sarebbe nelle corde di un personaggio dotato di una tale acutezza e vena letteraria aver continuato a descrivere i suoi cari, i suoi ambienti, la sua vita nei minimi dettagli, compresi il vestiario, gli interessi, gli incontri, le letture.

Anche il fratello, {{Benjamin Herbert}}, che si stabilì nell’anzianità a Villa Piercy, lasciò {{una descrizione innamorata della Sardegna}} nelle {Reminiscenses}, cosicché l’arrivo della famiglia Piercy ha portato all’isola non solo la Ferrovia e una Villa, di magica bellezza, ma un contributo veritiero e stabile di vissuti, memorie e affetti, valorizzati dall’editrice Taphros, nell’accurata edizione bilingue (italiano e inglese), con rare fotografie, albero genealogico dei Piercy e immagini di pagine autografe di Florence.

{{Maria Manca e Christine Tilly }} (a cura di), {Florence’s Diary. Il diario di Florence Ada, terzogenita di Benjamin Piercy.}, ed.Taphros, Olbia 2006