Dopo le precedenti edizioni, che hanno inteso esplorare la creatività femminile nei diversi campi, nelle ultime tre Biennali il Comitato ha ritenuto importante individuare tematiche legate a problemi socioculturali, identitari, comportamentali, geopolitici, sempre presenti nella ricerca estetica dell’odierno panorama internazionale delle donne artiste.

Con questa edizione, invece, la Biennale Donna torna ad occuparsi di un singolo percorso creativo, quello di Ketty La Rocca (La Spezia, 1938 – Firenze, 1976) una delle maggiori protagoniste della neoavanguardia italiana, ampiamente nota anche a livello internazionale. Dopo oltre quindici anni dall’ultima antologica in Italia, in occasione della Biennale Donna 2018 si propone una rassegna su Ketty La Rocca raccolta, in particolare, attorno al rapporto tra linguaggio verbale e corpo, uno dei nuclei centrali della poetica dell’artista. La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Ketty La Rocca di Michelangelo Vasta, presenta per la prima volta al pubblico alcuni materiali, documenti e oggetti appartenuti all’artista, messi in relazione con la produzione più nota: una selezione tematica delle riduzioni, delle craniologie, dei collage verbovisivi, i videotape e le sculture. Sarà inoltre esposta per la prima volta in Italia la documentazione dell’azione Verbigerazione (1973), realizzata da Ketty La Rocca con Giordano Falzoni, nell’ambito della X Quadriennale d’Arte di Roma e recentemente ritrovata nell’Archivio dell’ente romano.

L’appuntamento con l’arte contemporanea al femminile si svolge a Ferrara dal 1984, con la collaborazione della Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara.

Ketty La Rocca

L’artista:  KETTY LA ROCCA  Considerata tra le più significative artiste del panorama italiano del secondo dopoguerra, a metà degli anni Sessanta Ketty La Rocca si avvicina alla Poesia visiva, collaborando con il Gruppo 70: in questo contesto le opere basate sul rapporto tra immagine mediatica e parola evidenziano una precoce attenzione per la condizione femminile. Con sguardo pungente La Rocca irride i cliché, ponendo sotto accusa il processo di reificazione del corpo femminile nella comunicazione contemporanea.

All’inizio degli anni Settanta Ketty La Rocca si concentra sul linguaggio dei gesti, lavorando su tematiche e iconografie di taglio antropologico, e adottando una pluralità di strategie espressive e media diversi: la fotografia, il video, il libro d’artista, la performance per lo più imperniati attorno al corpo, al corpo dell’artista. Il 1971 è un anno cardine, l’immagine visiva sembra avere la meglio sulla parola e la comunicazione corporea su quella linguistica: in questo frangente vede la luce In principio erat, il libro fotografico da cui prende le mosse il celebre videotape Appendice per una supplica (1972), presentato alla Biennale di Venezia di quell’anno. L’artista è alla ricerca di un linguaggio “altro”, capace di estendere le possibilità di espressione umana al di là della comunicazione verbale. La Rocca ritiene, infatti, che l’uomo contemporaneo abbia perso il senso e il valore del linguaggio gestuale, più diretto e autentico. Nel corso degli anni Settanta, l’artista si dedica alle riduzioni a partire di solito da immagini fotografiche trovate, alle craniologie usando in maniera particolarmente originale le lastre radiografiche, e alla performance sempre a partire dal linguaggio verbale e in maniera corale.

KETTY LA ROCCA 80. Gesture, speech and word  Mostra antologica   A cura di Francesca Gallo e Raffaella Perna

INAUGURAZIONE  SABATO 14 aprile 2018 ore 18,00  Ferrara, Padiglione di Arte Contemporanea   15 aprile – 3 giugno 2018

 

LA BIENNALE DONNA  nasce nel 1984 come momento espositivo artistico femminile che, intende abbracciare varie espressioni dell’arte femminile, non per ghettizzare, ma per valorizzare e sottolineare l’indiscusso valore di donne artiste. Tutte le edizioni nascono da progetti che l’UDI di Ferrara, attraverso un Comitato Scientifico formato da donne esperte dell’arte, presenta al Comune,alla Provincia di Ferrara e alla Regione Emilia Romagna, per il suo sostegno finanziario. Si avvale degli spazi espositivi e della collaborazione della Direzione delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Dal 1990 la Biennale Donna è riconosciuta dal Ministero alla Cultura e Ministero alle Pari Opportunità.