Sono diventate presto un caso e hanno suscitato molte proteste le parole dette a proposito della violenza domestica da Barbara Palombelli nel corso della puntata del 16 settembre della trasmissione Sportello di Forum su Rete 4. Tra le molte reazioni, riportiamo quella della presidente di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, Antonella Veltri, e l’esposto che GiULiA (Giornaliste Unite LIbere Autonome) ha presentato alla presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio insieme alle commissioni pari opportunità della Federazione nazionale della stampa, dell’Usigrai e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.


Antonella Veltri, presidente di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza:

“Siamo indignate e offese di fronte alla riproposizione dei soliti, triti e ritriti stereotipi sessisti per cui le donne sarebbero corresponsabili della violenza subìta, ripetuti per giunta riferendosi a donne vittime di femminicidio, uccise dai loro partner o ex spesso al termine di una vita di maltrattamenti e violenze. Una retorica inaccettabile, una rivittimizzazione a mezzo stampa insostenibile”.

Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, commenta così le parole di Barbara Palombelli, che intervenendo allo Sportello di Forum, su Rete 4, ieri, a proposito della tragica ondata di femminicidi delle ultime settimane, ha detto “A volte è lecito anche domandarsi: ma questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati oppure c’è stato un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte?”.

“È lungo il percorso da fare. Chiediamo le pubbliche scuse, che non bastano certo, di chi ha messo sullo stesso piano le donne morte per mano maschile e il presunto atteggiamento ‘esasperante e aggressivo’ di chi oggi non c’è più”, prosegue Veltri.

“Mentre si discute di inserire la violenza di genere tra le nuove aree di criminalità elencate nel trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, ci troviamo a contrastare con forza in Italia un pensiero che offende e lede la dignità di tutte le donne”, aggiunge.

“Non è accettabile che passi in silenzio il messaggio che a provocare la morte delle donne per mano maschile sia ‘altro’. Niente e nulla può giustificare la violenza alle donne. Di questo bisogna che tutte e tutti siano consapevoli”

“È lungo il percorso da fare. Chiediamo le pubbliche scuse, che non bastano certo, di chi ha messo sullo stesso piano le donne morte per mano maschile e il presunto atteggiamento ‘esasperante e aggressivo’ di chi oggi non c’è più”, prosegue Veltri.

“Mentre si discute di inserire la violenza di genere tra le nuove aree di criminalità elencate nel trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, ci troviamo a contrastare con forza in Italia un pensiero che offende e lede la dignità di tutte le donne”, aggiunge.

“Non è accettabile che passi in silenzio il messaggio che a provocare la morte delle donne per mano maschile sia ‘altro’. Niente e nulla può giustificare la violenza alle donne. Di questo bisogna che tutte e tutti siano consapevoli”,

L’esposto dell’associazione GiULiA Giornaliste, insieme alle commissioni PO della Federazione nazionale della stampa, dell’Usigrai e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e delle giornaliste:

Alla presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio
Paola Spadari

“A volte è lecito anche domandarsi se questi uomini erano completamente fuori di testa, oppure se c’è stato un comportamento esasperante e aggressivo dell’altra parte”. Queste parole, pronunciate dalla giornalista Barbara Palombelli, durante la puntata di ‘Forum’ del 16 settembre 2021, su Rete 4, rappresentano una narrazione, degli ultimi sette femminicidi, tremenda, vergognosa e pericolosa, in palese violazione dell’articolo 5 bis del testo unico deontologico e del Manifesto di Venezia. Insinuare il dubbio che una donna uccisa dal partner, ex partner, o dal vicino di casa, se la sia in qualche modo cercata, è una affermazione di assoluta gravità, che ignora le regole professionali: la vittima viene così uccisa una seconda volta, adducendo attenuanti e motivazioni a favore del carnefice. Espressioni e atteggiamenti che testimoniano la totale assenza di una cultura di parità e di rispetto nei confronti di madri, mogli, figlie uccise in quanto donne. Non c’è, neppure nei codici penali, la giustificazione degli uomini “obnubilati”, in preda a raptus: ci sono donne che non hanno istigato la violenza, l’hanno subita e per questo sono morte.
Le Commissioni pari opportunità della Federazione nazionale della stampa, dell’Usigrai e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e delle giornaliste e l’associazione Giulia Giornaliste
che hanno tra le finalità anche di vigilare e garantire che l’informazione dia una corretta rappresentazione dell’immagine femminile, libera da stereotipi, improntata al rispetto della dignità delle donne, chiedono a codesto Consiglio regionale che si apra un procedimento disciplinare nei confronti di Barbara Palombelli, giornalista professionista e conduttrice di ‘Forum’