Messaggio inviato al dibattito su “Piano energia-clima e disarmo” svoltosi il 23 settembre.

L’incontro di oggi “realizziamo un piano senza fossili e nucleare ” è immerso sempre più di ora in ora nella situazione climatica mondiale.

Due eventi legati al clima ci sovrastano: la Precop a Milano primi ottobre e la Cop26 a Glasgow a novembre. Come donne di Wilpf abbiamo collegato dopo incontri internazionali l’impatto del militarismo sull’inquinamento ambientale. Partiamo dall’opposizione tra i due nucleari: militare e civile che in questi ultimi decenni sono stati il nostro continuo cruccio. Pensiamo ai 2 referendum, da cui è derivata l’eliminazione in Italia delle centrali nucleari.

Ciò da cui oggi vogliamo partire è un vero piano di energia e clima alternativo, fuori dal fossile e fuori dal nucleare. Se un primo passo è il rifiuto di centrali nucleari, dobbiamo renderci conto di quanto si sia aperto in questi ultimi tempi un pericoloso dibattito in difesa del nucleare cosiddetto “pulito”. Salvini non escluderebbe centrali neanche in Lombardia. A suo giudizio dobbiamo continuare a guardare a tutte le tecnologie possibili per il futuro, perché questo problema del cambiamento climatico, è un problema che c’è… Restano quindi, nel campo delle ipotesi, le possibili idee di un ritorno dell’Italia al nucleare. I requisiti per la costruzione di una centrale sono stati definiti: un’area antisismica, la vicinanza di corsi d’acqua e una bassa densità abitativa. Il nucleare sarebbe consentito quando fosse sicuro e testato. Salvini ha parlato nuovamente del nucleare di terza generazione come “opzione energetica: un ritorno al nucleare moderno, sicuro, pulito, e a impatto zero, è un dovere”….

Vorrei ora dedicare l’attenzione alla crisi climatica in atto di cui ho parlato all’inizio. In particolare riguardo alla 26.ma Conferenza dell’ ONU, che ha l’obiettivo di valutare i progressi e stabilire obblighi giuridicamente vincolanti per la riduzione delle emissioni di gas serra. Ma ancora più appassionante per noi è il Gruppo Internazionale per i Cambiamenti Climatici (GIPCC ). Esso, nel rapporto di agosto di quest’ anno, dopo 27 anni, descrive le linee dello sconvolgimento che ha cominciato a investire esseri viventi e la natura. Si mette in conto una crescita della temperatura media globale ben oltre il fatidico 1,5 fissato negli Accordi di Parigi e si rischia ora il suo superamento… La tendenza è in continua crescita a testimonianza della scarsa efficacia di accordi e protocolli internazionali nati all’insegna dell’insuccesso, perché è impossibile che possano mettere in discussione la fonte primaria della catastrofe. È qui che si schiude il quadro incancellabile di quanto l’universo, formato da natura, esseri viventi, da quanto Madre Terra ci cinge,,,. “Potrebbero mai gli Stati decidere di rinunciare al dogma della crescita infinita? Potrebbero mai prospettarci formule differenti dalla gestione capitalistica della crisi climatica il cui scopo principale è il rilancio dell’accumulazione e non la riduzione dell’impatto sul pianeta?”.. È questa la drammatica realtà tratteggiata dal gruppo GIPCC. ….

Mi avvio a concludere. Tante sono le iniziative rivolte all’eliminazione del nucleare militare, alla giustizia climatica, alla fame, alle vittime degli sconvolgimenti provocati dai cambiamenti dei climi, e ora da una paura latente di quanto siamo costretti a subire, succubi di un’ idea di pace evanescente….. e… ….

Un’ultima raccomandazione: continuiamo a batterci affinché abbia luogo in Parlamento la ratifica del TPAN di cui l’Italia é ancora vergognosamente priva nonostante le battaglie portate avanti dalle donne di Wilpf oltretutto dichiarate Premio Nobel per la Pace nel 2017.