Le militanti di Encore féministes! aggiungono un nuovo tassello alla campagna 2009 contro i giochi e la pubblicità sessista. Nel mirino, la promozione del rappeur Orelsan nella selezione natalizia della Fnac. Una protesta più che riuscita, la catena libraria si scusa. In Francia il natale è alle porte e ogni occasione è buona per aumentare le vendite. Almeno questo sembrava il messaggio dato dalla Fnac – importante catena libraria e musicale francese – che aveva scelto di mettere all’onore del suo catalogo {{l’ultimo disco del rappeur Orelsan}}, nonostante le critiche a lui mosse in passato da parte del movimento femminista francese per i testi incitanti alla violenza contro le donne. “La polemica su uno dei testi [contenuti nel disco] – si poteva leggere fino a ieri sul sito della Fnac – non deve occultare il talento di questo giovane rappeur. Il suo tono volontariamente provocatorio e il suo flow nervoso, sostenuto da suoni impressionanti, sono a servizio di una scruttura serrata, degna dei più grandi. C’è dell’Eminem in Orelsan”.

Per Florence Montreynaud di Encore Féministes!, invece, la promozione del disco di Orelsan è un atto assolutamente irresponsabile “perchè la violenza contro le donne è una realtà da combattere e non un fenomeno da incoraggiare”. In una lettera-appello datata 8 dicembre indirizzata alla Fnac, la femminista francese si dice “scandalizzata dalla presenza di Orelsan sul vostro catalogo allorché {{numerosi testi delle sue canzoni sono un chiaro incitamento all’odio e alla violenza contro le donne}}”.

In brevissimo tempo, centinaia di donne e uomini hanno sottoscritto questa lettera-appello, inondando la Fnac di proteste. In un messaggio, ad esempio è scritto a chiare lettere come “{{il richiamo alla violenza sessista non puo’ essere un elemento di second’ordine rispetto al supposto talento}} di Orelsan “ e che quindi “promuovere un discorso pieno di odio verso le donne e che invita apertamente alla violenza fa di voi [Fnac] dei complici consenzienti”. Esplicito anche {{l’invito a boicottare la catena}} e convincere il numero più grande di persone a fare lo stesso.

La risposta non si è fatta attendere ed è arrivata per mano di Frank Pupunat, direttore della Responsabilità sociale : “ In seguito alle numerose e-mail e lettere di protesta di militanti del vostro movimento (…) ci teniamo a dire che comprendiamo la vostra emozione e siamo spaicenti di aver urtato la vostra sensibilità. {{La pubblicità realizzata [al disco di Orelsan] nel nostro catalogo on-line è stata un’errore e l’abbiamo già ritirata}}. Ci teniamo a rassicurarvi della nostra viglilanza futura su questioni come questa e vi preghiamo di accettare le nostre scuse”.

Una vittoria contro la promozione di qualcuno che si permetter di scrivere cose come “{Informati su cerotti e passeggini/ posso farti un bambino e spaccarti il naso su un colpo di testa} (Renseigne toi sur les pansements et les poussettes / J’peux t’faire un enfant et te casser l’nez sur un coup de tête)”, in {Différent}; “{Adesso le tipe indossano Vuitton, grandi occhiali dorati/ che prima erano per le vecchie puttane bionde e decolorate/i ragazzi si vestono comme le tipe e le tipe come delle cagne/ e scopano dei tipi effemminati come fossero lesbiche} (Maintenant les meufs portent du Vuitton, des grosses lunettes dorées / Avant c’était qu’pour les vieilles putes blondes décolorées / Les gars s’habillent comme des meufs et les meufs comme des chiennes / Elles kiffent les mecs effeminés comme si elles étaient lesbiennes)” in {Changements}; “{Le femministe mi perseguitano, mi scambiano per Belzebuth/ come se fosse colpa mia se le donne sono puttane/ (…) e dirmi grazie perchè le educo e insegno loro cose vere} (Les féministes me persécutent, me prennent pour Belzebuth / Comme si c’était d’ma faute si les meufs c’est des putes / (…) Et m’dire merci parce que j’les éduque, j’leur apprends des vrais trucs)” in {Courez, courez}.

Il machismo delle canzoni di Orelsan era stato già oggetto di forti polemiche all’inizio del 2009. Le femministe del movimento Les Chiennes de garde ma anche numerose elette e eletti locali avevano {{apertamente denunciato i testi di numerose canzoni, riuscendo a impedire la presenza di Orelsan in occasione di alcuni festival}} di musica in giro per il paese (anche se poi il ministro della Cultura Frédéric Mitterand aveva aveva preso le sue difese, paragonandolo addirittura a Rimbaud). Negli stessi mesi, in Belgio, l’appello lanciato da una candidata alle elezioni regionali aveva mobilitato numerose associazioni di donne a denunciare apertamente il sessismo di Orelsan che era stato cosi’ deprogrammato dal Festival Les nuits du Botanique, finanziato prevalentemente con soldi pubblici (vedi womenews.net) .

Per gli educatrici e educatori dei quartieri caldi delle banlieue parigine l’uso di espressioni come quelle contenute nei testi di Orelsan è pericolosissimo al quotidiano, in un immaginario dove ormai “le ragazze non sono più chiamate con il loro nome ma con l’appellativo du ‘sporca puttana’, ‘maiala’ e dove tanti ragazzi pensano che essere uomo sia ‘spaccare il naso a una ragazza su un colpo di testa’ o minacciarla di farla ‘abortire con un coltello a serramanico’”.

Per altre e altri, una domanda si pone… non è che gli stiamo facendo pubblicità gratuita? Il dibattito è aperto.