L’interesse del mondo della ricerca Internazionale ha verificato la capacità dei sistemi complessi di autovalutarsi per migliorarsi; anche nella scuola quindi è diventato indispensabile intraprendere percorsi di apprendimento orientati alla costruzione, valorizzazione e autovalutazione delle proprie competenze. Gli studi sociali e le loro recenti connessioni con l’economia hanno aperto scenari, che puntano alla riformulazione del concetto di inclusione e di equità sociale, al quale si ispirano gran parte dei documenti europei, in particolare dalle raccomandazioni di Lisbona 2010 a quelli di Europa 2020.

L’individuazione delle competenze e il percorso che porta al loro apprendimento per lo sviluppo culturale e sociale è indispensabile per innalzare il livello della qualità dell’apprendimento e renderlo permanente. Non è fondamentale la quantità delle competenze da acquisire e da certificare, ma la qualità del percorso, come si apprende fa la differenza nel garantire una maggiore inclusione sociale e la pervasività di questi processi.
I docenti che operano nei diversi sistemi formativi, per garantire percorsi di conoscenza e di competenza alle giovani generazioni, debbono necessariamente essere sapienti e competenti; è imprescindibile quindi affrontare percorsi di formazione e aggiornamento in servizio che siano in grado di fornire questi strumenti e che mettano i docenti in condizione di confrontarsi e sperimentarsi in questo senso.
Si tende alla qualità dei percorsi formativi, valutazione dei risultati e ottimizzazione delle risorse, per rielaborare le buone pratiche esistenti nella ricerca di un modello italiano e mediterraneo della formazione e del processo di valutazione; imparare per competenze trasversali può favorire maggiormente questi processi di innovazione e di cambiamento, identificando un profilo più adeguato di docente disponibile a mettersi in gioco e a crescere insieme ai suoi studenti.

Le linee guida per le discipline STEM emanate dal MIM Ministero dell’Istruzione e del Merito, vogliono essere una prima risposta per superare le difficoltà nell’apprendimento in matematica, evidenziate negli esiti delle prove Invalsi svolte negli ultimi anni, con differenze territoriali, di origine sociale e anche di genere.  È importante innovare il metodo di insegnamento, introducendo esperienze concrete, vicine alla vita degli studenti, dalle quali risalire alle regole generali. Grazie alle risorse del PNRR, le istituzioni scolastiche hanno la possibilità di organizzare percorsi formativi anche per i docenti sull’utilizzo delle metodologie didattiche innovative per l’apprendimento delle STEM.

Le linee guida per le discipline STEM emanate ai sensi dell’articolo 1, comma 552, lett. a) della legge 197 del 29 dicembre 2022, sono finalizzate ad introdurre “nel piano triennale dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione e nella programmazione educativa dei servizi educativi per l’infanzia, azioni dedicate a rafforzare nei curricoli lo sviluppo delle competenze matematico-scientifico-tecnologiche e digitali legate agli specifici campi di esperienza e l’apprendimento delle discipline STEM, anche attraverso metodologie didattiche innovative”.

Le Linee guida attuano la riforma inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi dell’investimento Nuove competenze e nuovi linguaggi, con la finalità di “sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione in tutti i cicli scolastici, dall’asilo nido alla scuola secondaria di secondo grado, con l’obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne”.

Le scuole sono quindi chiamate a progettare e implementare percorsi di educazione scientifica per ridurre divari e dispersione, con un’ottica di genere.

Per maggiori approfondimenti: www.miur.gov.it