mostra1946: il voto delle donne è un progetto in progress, ideato e curato dall’Associazione il Paese delle donne con il Laboratorio antidiscriminazione (Lad) Università di Cassino e Lazio Meridionale, Consigliera parità della provincia di Frosinone, Federazione Italiana Laureate e Diplomate Istituti Superiori (Fildis), Unione Donne in Italia (Udi), la Wilpf-Italia, il Cif e il Cndi, Casa Internazionale delle Donne e Archivia, Raichinas e Chimas.
Nell’anno che celebra il Settantesimo della Repubblica e la conquista del suffragio femminile abbiamo voluto dare voce e volto alle donne che per prime esercitarono, o no, quel diritto essendo maggiorenni. Le protagoniste ci hanno regalato – tramite interviste, un questionario e i loro album di fotografie – ricordi vivaci e commoventi. È una riscrittura spontanea, trasversale, mai autocelebrativa, della narrazione storica tradizionale, includente il soggetto femminile in ambito familiare, locale e nazionale. Dobbiamo loro ammirazione e riconoscenza.
Il progetto 1946: il voto delle donne s’intitola delle donne e non alle donne perché il voto non fu concesso ma conquistato da una staffetta di generazioni impegnate nelle battaglie pro-voto, da quelle precedenti l’Unità fino a quelle, dopo la cancellazione operata dal Fascismo, vincenti con la Liberazione..
Le nostre splendide testimoni ci hanno consegnato il clima rovente del periodo in cui si formalizzò il suffragio femminile: il parere favorevole del Consiglio dei Ministri (30 gennaio 1945); il decreto n. 23, detto decreto Bonomi, del 31 gennaio 1945 che conferendo il voto alle Italiane maggiorenni (tranne quelle schedate “per immoralità“ fuori dalle “case chiuse” istituite dalla Legge Cavour), rese le donne elettrici ma non eleggibili. Una lacuna colmata dagli articoli 56 e 58 della Costituzione. Il decreto n. 74 del 10 marzo 1946 aprì al vero suffragio universale, per donne e uomini maggiorenni a 21 anni, eleggibili a 25 anni, tuttavia, tra le escluse, si contarono anche le ex deportate maggiorenni che, per le ancora vigenti leggi fasciste sulla residenza, risultavano volontariamente “partite per ignota destinazione”.
L’affluenza plebiscitaria, con enorme concorso femminile, caratterizzò, nel 1946, le due tornate delle Amministrative nelle città riconsegnate dagli Alleati e la doppia votazione del 2 giugno 1946 per l’Assemblea Costituente e per il Referendum “monarchia-repubblica”. In precedenza, Vittorio Emanuele III aveva abdicato a favore di Umberto II che non abdicò esiliando perciò la norma transitoria (abolita nel 2002) vietò il rientro dei primogeniti dell’ex casa regnante.
Ringraziamo vivamente le singole e gli Enti patrocinanti un progetto che è in se stesso un’esperienza forte e significativa, che guarda al suffragio femminile nel contesto europeo e nei suoi esiti parlamentari; soprattutto ringraziamo le nostre testimoni, madri di libertà e democrazia.
la  MOSTRA ITINERANTE  1946: il voto delle donne dopo l’evento di apertura alla Casa internazionale delle donne (31/5-4/6) e la sucessiva iniziativa al  Castello Manservisi, Castelluccio di Porretta Terme (31/7-16/8)

 arriverà al

•Museo archeologico Provinciale “M. Lacava” di Potenza (23/9-1/10)

• Centro Culturale di via Veneto” (7/10) e Sala Consiliare del Comune (8/10) a Dorgali (Nu)

• Università di Cassino e del Lazio Meridionale (17-27/10).

Altre tappe in definizione nel 2016-2017.
Durante queste nuove iniziative sono a disposizione tre numeri de Il Foglio de il Paese delle donne con testimonianze raccolte in Italia. Selezione del materiale in edizioni Caravan.
 Info e organizzazione tappe: associazionepdd@gmail.com.