Opera di Marisa Merz esposta al Madre nel 2007
Opera di Marisa Merz esposta al Madre nel 2007

Il prossimo mese Marisa Merz compie 90 anni.  E….continua a lavorare.  A farle gli auguri  Roma con una importante mostra. Al Museo d’Arte Contemporanea (MACRO di via Nizza) dal 28 febbraio al 12 giugno 2016 si possono ammirare i suoi lavori esposti assieme a quelli di Mario Merz. Il  rapporto tra Marisa e Mario che,  durato oltre cinquant’anni, ha permesso la nascita di alcune opere a quattro mani come i tavoli (di Mario) che dialogano con le sculture (di Marisa); una istallazione che apre il percorso di questa significativa mostra romana.

Tavolo di mario Merz che dialoga con le sculture di marisa merz al MACRO 18-02-2016 - 12-06-2016
Tavolo di Mario Merz che dialoga con le sculture di Marisa Merz al MACRO 18-02-2016 – 12-06-2016

Durante la loro carriere, partita all’interno dell’esperienza dell’Arte Povera, non hanno mai separato la vita quotidiana dalla creazione artistica. Un connubio alimentato da una strettissima relazione e da un continuo scambio intellettuale pur nella distinzione netta del proprio lavoro individuale.

Marisa Merz  Senza Titolo1984
Marisa Merz
Senza Titolo 1984

Ma torniamo a Marisa Merz.  Aveva 81 anni quando al MADRE di Napoli nel febbraio del  2007 partecipa all’allestimento di una delle sue mostre. Di questa mostra, così hanno scritto:   Intimo e visionario, il lavoro di Marisa Merz sin dagli anni sessanta introduce nel linguaggio della scultura contemporanea tecniche tradizionalmente considerate artigianali o appartenenti all’ambito femminile, ad esempio il lavoro a maglia, sovvertendone la destinazione e attribuendo alle procedure e ai materiali di volta in volta adottati piena dignità. Le sue opere sono scandite dalla presenza di diverse temporalità: quella obbiettiva, legata al flusso degli eventi, e quella del ricordo. La memoria è volontaria quando include tasselli dell’esistenza privata dell’artista [molto spesso compare nei titoli il nome della figlia] e involontaria quando presenta degli archetipi legati al mondo femminile. Il gesto del tessere è un atto da sempre associato alla pazienza della donna, chiusa nello spazio privato della sua casa.

merz 3L’artista sente di dover cambiare questa visione, di operare un’apertura: gli oggetti, le sensazioni, l’atmosfera legata alla familiarità della sua abitazione possono confluire nell’arte, divenendo patrimonio collettivo. Cogliere questo movimento continuo dalla dimensione personale a quella pubblica secondo un’oscillazione di forme ed opere che trovano di volta in volta una loro specifica e sempre diversa dimensione espositiva costituisce una delle chiavi di lettura principali del lavoro della Merz e risulta fondamentale per comprendere alcune sue scelte, come il rifiuto di realizzare mostre personali che risale all’inizio degli anni ’80. Per molto tempo infatti l’artisa ha accettato di partecipare soltanto ad occasioni espositive a dialogo con altri artisti, sempre con grande difficolta’ e costante riluttanza, per non sottoporre il proprio lavoro ad una installazione individuale, che potesse rappresentare con “una definizione e un’affermazione conclusiva”. Tuttavia non le sono mancati ampi riconoscimenti e non v’è dubbio che la sua figura d’artista sia assolutamente acquisita a livello internazionale.”

Marisa Merz a Venezia durante pa consegna del leone alla carrira
Marisa Merz a Venezia durante la consegna del leone alla carrira

Cinque anni dopo nel 2013 le viene consegnato a Venezia il premio alla carriere. Queste le parole che hanno accompagnato la consegna del Leone «Dagli anni Sessanta Marisa Merz – è detto ancora – si è imposta come una delle voci più singolari dell’arte contemporanea. A partire dal suo lavoro svolto in parallelo ai protagonisti dell’arte povera, tra i quali Marisa Merz si distingueva per la riflessione sulla sfera dello spazio domestico e femminile, l’artista ha sviluppato un linguaggio personale in cui pittura, scultura e disegno si combinano per dare forma a immagini all’apparenza arcaiche e primordiali. In queste icone contemporanee, volti stilizzati affiorano alla superficie come apparizioni divine. Questa pittura epifanica, coltivata per anni in solitudine, ci invita a guardare il mondo a occhi chiusi, perché – come recitava il titolo di una mostra di Marisa Merz del 1975 – a occhi chiusi, gli occhi sono straordinariamente aperti». 

merzPresenze ricorrenti nell’opera di Merz sono le raffigurazioni di teste e volti femminili. Le sue piccole sculture in argilla, i ritratti e dipinti sono accomunati da una sensibilità personale e sono manifestazioni senza tempo del mondo interiore dell’artista. Marisa Merz ha esposto in importanti mostre personali al MADRE di Napoli, come ricordato sopra, allo Stedelijk di Amsterdam, al Kunstmuseum di Winterthur, al Centro Pompidou di Parigi, a Villa delle Rose a Bologna. Il suo lavoro è stato incluso in importanti rassegne internazionali alla Tate di Londra, a Documenta a Kassel, al Guggenheim di New York. Dopo aver partecipato alla Biennale di Venezia nel 1988, nel 2001 Marisa Merz ha ricevuto, in occasione della 49. Esposizione Internazionale d’Arte, il Premio speciale della giuria “La Biennale di Venezia”.