Questi sono gli argomenti risultati veramente efficaci, per il controllo del consumo di farmaci in gravidanza e della appropriatezza prescrittiva nella regione Lazio, nelle conclusioni del Convegno organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio a Roma il 19 maggio.
Bisogna ammettere che, pur considerando solo i due ultimi lavori di ricerca (1)realizzati nel GNESPS dell’Istituto Superiore di Sanità e presentati in Convegno, molto e bene si sta qui lavorando sul percorso gravidanza parto e salute della donna.
Molto perché è notevole la quantità di dati raccolti, ordinati, esaminati e proposti al dibattito pubblico per determinare uno spostamento consapevole negli interventi operativi.
Bene perché la metodologia usata prevede un complesso ed equilibrato coinvolgimento nel lavoro di realtà diverse: territoriali, sanitarie, professionali, individuali e collettive, nazionali e internazionali, tutte ugualmente valorizzate.
Nella introduzione ai lavori la Dott ssa Serena Donati, responsabile scientifica, ha:
-motivato l’iniziativa con il numero scarso e non recente di studi sull’uso dei medicinali in gravidanza” nonostante il potenziale rischio teratogeno, la complessa valutazione del profilo beneficio/sicurezza e la difficile comunicazione del rischio alle donne”
-sottolineato lo scopo immediato ”discutere con i professionisti del SSN i risultati della rilevazione del consumo di farmaci nella regione Lazio”.
-illustrato gli obiettivi dei lavori : presentazione della metodologia usata nella raccolta dati, delle caratteristiche del consumo di farmaci in gravidanza nel Lazio, della inadeguatezza prescrittiva emersa, dell’opportunità di aggiornamento dei professionisti del settore.
Sono poi stati discussi i dati forniti dalla Regione, risultati da una accurata indagine campionaria condotta in tre Centri nascita del Lazio, a Roma, a Latina, a Viterbo. Le interviste di 562 donne sono state realizzate da sei studenti dei Corsi di laurea in Ostetricia della Sapienza e di Tor Vergara.
La tavola rotonda finale ha consentito ai professionisti coinvolti nella ricerca, ospedalieri medici di base e ostetriche e al pubblico, un utile confronto sui dati raccolti, su ciò che indicano con chiarezza e su ciò che sottintendono.
Alcuni hanno suscitato interesse particolare
– lo scarso coinvolgimento delle ostetriche da parte delle donne in gravidanza circa l’opportunità di assumere Acido Folico. Varie le motivazioni addotte: scarsa preparazione delle ostetriche, progressiva svalutazione dei Consultori e riduzione di personale, primo incontro delle ostetriche con le donne in ospedale quando hanno già partorito……
– prescrizione di progestinici come antiabortivi…….
– prescrizione di eparina…….
-lo stile di vita delle donne in gravidanza: l’uso di alcolici, il fumo di sigarette……
In conclusione è risultato evidente che bisogna indicare un nuovo paradigma culturale, basato su l’aggiornamento condiviso dei vari operatori in relazione professionale efficacemente programmata, dall’ostetrica al medico di base e sulla competenza delle donne che, dichiara la dott essa Donati, quando non sono sottovalutate ma ben informate sull’efficacia delle prescrizioni, sono perfettamente in grado di portare a termine la gravidanza programmata e desiderata.

(1)Roma 5 marzo 2015 “La sorveglianza della mortalità materna in Italia: validazione del progetto pilota e prospettive future”
“Roma 19 maggio Consumo di farmaci in gravidanza e appropriatezza prescrittiva nella Regione Lazio”