È assurdo ma troppo spesso si confondono i concetti maschilismo, femminismo e sessismo come se si trattasse semplicemente di sinonimi e contrari. Ma non è cosi.Capita spesso di sentire in conversazioni più o meno erudite, o di leggere in qualche chat internettiana commenti pro o contro il femminismo. In genere ragazzi, ma sfortunatamente anche ragazze, in primis adolescenti, si professano pro-emancipazione, per l’eguaglianza di diritti e doveri ecc… ma {{categoricamente no femministe}}.

«Oddioooo c’è qualcosa che non va!». È il primo pensiero che mi sovviene.
«Ma sapranno cos’è il femminismo?». È il secondo!

Dando una rapida occhiata ai loro post si capisce immediatamente che{{ il problema principale è la mancanza di preparazione in merito e la confusione totale che hanno dei concetti in questione}}.

In genere si esordisce con: non mi piace tutto ciò che termina in -ismo, perché estremizzazione.

Sarebbe ora di cominciare a fare dei distinguo.

{{Il maschilismo è una forma di sessismo}}, un atteggiamento culturale e sociale basato sulla presunta superiorità dell’uomo sulla donna. Non si tratta solo di una concettualizzazione ma di un modus vivendi che ha caratterizzato gran parte della storia ed ha posto le donne in una condizione di subordinazione.

{{Problema}}. Il termine diffuso a partire dagli anni ‘60, pur se coniato antecedentemente, è stato utilizzato in contrapposizione a femminismo che è ed è stato un movimento di rivendicazione per una formale e sostanziale parità di diritti, finalizzato alla promozione di un cambiamento radicale della posizione della donna all’interno della società, con la proposta di valori culturali alternativi a quelli maschili dominanti e l’abolizione dei ruoli tradizionalmente attribuiti alle donne. Dunque {{non una forma di sessismo antimaschile}}, che ribalta le concezioni maschiliste a favore delle donne, ma qualcosa di ben diverso.
Cosa origina la confusione? Il fatto che in realtà non essendoci mai stato bisogno di coniare un termine che – per assurdo – dovesse descrivere una situazione di supremazia al femminile, {{manca un vocabolo che possa essere utilizzato in contrapposizione letterale con «maschilismo».}}

D’altra parte se parole assurde ed iperboliche non esistono, perché mai coniarle.
Come scritto da {{Jerome Frank}} negli anni trenta, in riferimento ad altre situazioni, ci sono parole che se si potesse farlo sarebbe bene abolire, perché la loro vaghezza provoca dispute futili e senza fine, «Ma ahimè, non c’è la possibilità che un movimento per l’abolizione delle parole ambigue abbia successo». E allora se non esistono perché prodigarsi tanto?

La parola è composta di “{{significato}}” e “{{significante}}” e se un significato non ha corrispondenza con la realtà perché mai sforzarsi a elaborare un significante?

Ma in un piovoso pomeriggio autunnale può capitare di spulciare o meglio di navigare nel mare magnum della rete e scoprire che la {{anche}} nuova bibbia del sapere cibernetico può sbagliare. Vi è mai capitato di visitare la pagina [http://it.wikipedia.org/wiki/Maschilismo->http://it.wikipedia.org/wiki/Maschilismo]?
Beh, c’è sempre una prima volta.

A veder utilizzata la parola femminismo in questi termini probabilmente {{Hubertine Auclair}} si rivolterà dalla tomba.
Anche se un po’ di mea culpa dovremmo pur farlo, non è che il “separatismo femminista” con le estremizzazioni connesse abbia aiutato molto.