Ciara Appendino e Virginia Raggi
Ciara Appendino e Virginia Raggi

Gli auguri sono indispensabili affinché riescano a cavarsela. Perché, se non ci riusciranno, non sarà solo una loro sconfitta ma anche di chi le ha votate e di chi non le ha votate. Insomma a ricevere il contraccolpo  saranno  tutte le cittadine e i cittadini che sono rappresentati da una SINDACA.  E’ vero che Raggi e Appendino sono state elette come espressione di una forza politica (5 stelle) ma è vero anche che ora devono rappresentare l’ intera città. Città che per Raggi è anche la capitale d’Italia.  Necessita quindi una doppia identificazione quella della sindaca verso l’intera città e quella di cittadine e cittadini verso colei che li e le rappresenta.

Questo modo di ragionare che vale per il o la Presidente della Repubblica può valere anche per chi amministra una città? In linea teorica sì, ma nel primo caso la forza simbolica è stata consolidata nei decenni, nel secondo caso nei decenni si sono invece consolidati interessi e poteri di parte, lobby e corporazioni. E’ dentro questi labirinti che le due sindache ,Raggi e Appendino, si dovranno muovere. Dovranno avere grande abilità nell’evitare le trappole, nel saper mediare e al contempo di saper dire dei difficili no e dei pericolosi sì. Ma soprattutto convincere – con i fatti –  quegli uomini e quelle donne che non hanno dato loro credito nel voto. Insomma, costruire nella concretezza del loro lavoro un processo di identificazione SINDACA/CITTADIN* – CITTADIN*/DINDACA.

Così,  torniamo al ragionamento sul simbolico. Che cosa significa per le donne vedere una donna al potere? Scatta il meccanismo dell’identificazione positiva  –così consolidato tra i maschi- o prevale la paura di una duplice sconfitta? Paura di perdere perché si ha paura che perda l’altra.

Tanta negatività per fortuna è stata messa in un angolo soprattutto dalle nuove generazioni. Oggi le giovani, molte giovani, non tutte,   hanno un senso di sé così solido che non le scoraggia neanche la più grave difficoltà.  Questa forza le sta aiutando a mettere in pratica i loro desideri, i loro obbiettivi, i loro programmi professionali e di vita. E lo stanno facendo in un momento storico non certo facile dove molte cose le stanno ostacolando …disoccupazione, mancanza di casa e servizi, invivibilità e degrado dei luoghi dove si vive…… Se queste difficoltà che si frappongono a sacrosanti progetti di vita vengono alleggeriti o rimossi da queste SINDACHE  allora potrebbe scattare quella forza simbolica che può fare da moltiplicatore nei processi di cambiamento. Importante è stata la dichiarazione della Raggi : ” E’ di portata storica l’elezione nella capitale di un  sindaco donna”.

Va notata però una contraddizione incastonata nel linguaggio usato da Raggi ma anche da  Appendino. Entrambe si dicono SINDACO DONNA!  Quando basterebbe la parola SINDACA, termine che fonde, sia il ruolo ricoperto, sia l’essere donna. E, questo elemento fusionale, non è cosa da poco.  Un modo forse per evitare schizofrenie deformanti. E’ vero che la cosa più difficile da modificare è il linguaggio proprio perché -come scritto da Emma Baeri-  le parole sono carne. Auguro a queste due donne di saper modificare il loro linguaggio insieme ai vecchi  modi di amministrare la cosa pubblica.

Per cominciare a cambiare le cose è necessario cominciate dal linguaggio che è l’essenza delle relazioni, della comunicazione, di ciò che si immagina e si vuole, del simbolico. La forza del potere (poter fare, poter amministrare, poter cambiare…) è data anche dalla forza di come  lo si esprime.