Nell’incontro del 27 luglio “dallastessaparte” sono state fatte alcune proposte su cui lavorare senza avere fretta e soprattutto parlando e coinvolgendo tutte le donne che vogliono in maniera plurale partecipare a questa avventura. Alessandra Bocchetti è partita dai “temi della “vergogna” quali: la parità salariale; i figli/e che continuano a tenere il cognome del padre e solo su concessione possono aggiungere quello della madre; l’applicazione della 194; il non dover restare sole a curare la famiglia; avere amore per i luoghi e la terra che ci ospita senza nessuna volontà di potenza.

Ancora una volta è stata la natura “matrigna” a risvegliare le nostre vite. Sì, perché ciò avvenne anche dopo l’Aprile del 1986, quando la centrale di Chernobyl divenne scenario di uno dei più gravi disastri nucleari mai avvenuti. Vigili del fuoco e i primi soccorritori sacrificano se stessi per contenere le conseguenze dell’evento. Così come oggi medici, infermieri, lavoratrici e lavoratori della distribuzione alimentare e non solo hanno sacrificato se stessi per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Nel 1986 il Movimento femminista rispose con una bella manifestazione a Roma. Oggi si ripropone di tenere una grande manifestazione di donne ad ottobre e si propone di lavorare a un progetto “lungo”.

Questo perché la pandemia ha mostrato la faccia selvaggia della natura e ci ha imposto di rivedere tutto: il nostro rapporto con la terra, la natura, le città, gli spazi, gli ambienti, il lavoro, la famiglia, le relazioni.

Il reale si è manifestato nella sua brutale realtà. E ci impone di ripensare a tutto ciò che ritenevamo immutabile. La vista di quelle bare, di quelle sale degli ospedali piene di barelle, quell’irruzione di reale che è entrata nella nostra vita, ha avuto l’effetto di toglierci il respiro e forse anche la parola. Ma dopo lo sgomento è tempo di riprendere in mano la nostra esistenza. Nessuna rimozione ma cambiamento.