foto di Tano D'Amico occupazione delle case anni Settanta
foto di Tano D’Amico
occupazione delle case anni Settanta

Vi proponiamo un pezzo scritto sul sito di CASADEGAGE  l’11 aprile che racconta della manifestazione del 9 aprile per il diritto alla casa e non solo.  Da decenni la casa per molti è un problema, per pochi un affare.Vi proponiamo un pezzo scritto sul sito di CASADEGAGE  l’11 aprile che racconta della manifestazione del 9 aprile per il diritto alla casa e non solo.  Da decenni la casa per molti è un problema, per pochi un affare.

manifestazione per l'abitareLe strade di Roma del lunghissimo quadrante prenestino sono state attraversate da un corteo che è andato al di là di ogni aspettativa. Sentivamo il bisogno di scendere in piazza, di dare spazio alla voglia di ribadire il concetto che non si può decidere di governare Roma attraverso una gestione prefettizia, imponendo attraverso i commissari Tronca-Gabrielli le prepotenze e i soprusi della polizia: dalle occupazioni sgomberate, alle minacce agli spazi occupati, alle scuole invase da agenti in borghese. Ma durante le settimane di costruzione del corteo ci siamo resi conto che c’è una città viva, un cuore che palpita, che dice di no quotidianamente, dice no agli sfratti, alla cementificazione del territorio, allo sfruttamento e alla devastazione della grande distribuzione, alla gestione aziendale delle scuole, all’abbandono e all’incuria là dove non c’è da fare profitto e che dice di no al razzismo delle istituzioni quando negano le residenze agli immigrati.

Il corteo del 9 aprile è stato attraversato da tutto questo. E’ partito da Largo Agosta, luogo di ritrovo degli studenti e delle studentesse della zona, per poi passare da villa Gordiani dove i collettivi di quartiere costruiscono da mesi un percorso per lo sport popolare e che ritorneranno nel parco il 16 e il 17 aprile. La manifestazione è proseguita circondando le case popolari dell’Ater dove numerose famiglie sono sotto sfratto. Abbiamo infatti ricordato che quelle case sono state ottenute negli anni ’50 con la lotta ed è necessario difendere quello che è stato preso e riappropriarci ancora delle migliaia di case vuote a Roma. A tal proposito, i movimenti per il diritto all’abitare, dopo aver strappato la delibera regionale, grazie a due anni di lotta e mobilitazione, torneranno in piazza giovedì 14 aprile con un corteo che attraverserà le strade di Roma alle ore 16 da Piramide verso il Campidoglio, contro l’art.5 che nega le residenze nelle occupazioni, contro le identificazioni, contro la gestione prefettizia e commissariale della città. Dopo aver attraversato la zona di villa Gordiani, un migliaio di persone si sono dirette verso il municipio V. Nel tragitto ci siamo fermati di fronte un punto vendita carrefour: è stato aperto uno striscione con scritto “solo sfruttamento e devastazione, boicotta la grande distribuzione”; mentre dal camion gli interventi denunciavano le condizioni di lavoro nella grande distribuzione su turni di lavoro h24 sette giorni su sette ma ricordando che nei magazzini della logistica che riforniscono le multinazionali i lavoratori e le lavoratrici si sono autorganizzati e iniziato a lottare per migliorare le condizioni di lavoro e di vita. Dopo, abbiamo raggiunto il municipio V luogo in cui quotidianamente gli abitanti del territorio vanno a chiedere conto di una mala gestione della zona targata Pd, fatta di concessioni elargite illegalmente, come è avvenuto per il supermercato Lidl di via acqua bulicante, e di disinteresse per le centinaia di persone sfrattate nel quartiere e di cui l’amministrazione rifiuta qualsiasi responsabilità. Ecco perchè sono state lanciate decine di uova durante il passaggio del corteo, per indicare chi usa le amministrazioni locali per i propri interessi, per favorire i poteri forti presenti nel quartiere e le multinazionali della grande distribuzione. Abbiamo attraversato poi una zona verde bellissima sotto attacco da parte della speculazione dei palazzinari, un’area concessa dall’amministrazione locale per costruire un parcheggio e dove è stato costruito il supermercato lidl nonostante il vincolo “ad duos lauros”. Il quadrante attorno a via acqua Bulicante ha un tasso di inquinamento superiore alla norma e la densità abitativa più alta della città (16000 abitanti a Kmq). Per questo motivo, le zone verdi devono essere difese – come hanno ribadito gli attivisti del comitato No cemento a Roma Est rilnciando un’assemblea pubblica sul tema il 14 aprile al parco delle energie alle ore 19 – per la salute dei cittadini, per difendere i piccoli commercianti, per pretendere il consumo di cibo sano. Quando la manifestazione è passata di fronte al supermercato, il comitato ha aperto uno striscione davanti ad un ridicolo dispiegamento di decine di agenti posti a difesa della grande distribuzione e della devastazione delle aree verdi, il tutto a nostre spese, impiegando risorse che potrebbero essere utilizzate proprio per migliorare la qualità della vità di chi abitata queste zone e non per peggiorarla in nome del profitto. Infine, il corteo che doveva concludersi a largo Preneste ha proseguito verso il parco dell’Energie con determinazione e coraggio, sfidando i divieti e le prepotenze poliziesche. Lungo il percorso è stato occupato uno stabile lasciato all’incuria. L’edificio di proprietà, anche in questo caso, di una multinazionale che rifornisce gli ospedali, è stato abbandonato nel 2006 e tutt’ora potrebbe essere messo a disposizione per creare degli alloggi per gli studenti e per essere restituito al quartiere. La polizia, in assetto antisommossa, presidiava lungo tutto il corteo tutti gli stabili vuoti o precedentemente occupati e poi sgomberati, come il cinema preneste sgomberato la primavera scorsa. Allo stesso modo, si è schierata davanti lo stabile di via prenestina 189 impedendo di fatto di svolgere l’assemblea finale nello stabile occupato durante il corteo. Con la promessa di ritornarci, dal di dentro gli occupanti hanno lanciato fuochi d’artificio ed esposto lo striscione “Un nuovo inizio. Roma non si vende. Stop sfratti e sgomberi”. I compagni e le compagne di degage, lo studentato occupato durante lo tsunami tour e sgomberato il 25 Agosto scorso, hanno rilanciato così il percorso che insieme a tanti altri li porterà a riconquistare quello che gli è stato tolto.

La manifestazione si è conclusa con un’assemblea finale al parco delle energie, un parco simbolo per il quartiere di quella resistenza alla speculazione e alla devastazione dei territori ribadita per tutto il corteo, in occasione del quale gli attivisti di #lagopertutti dell’ex snia viscosa, hanno riaperto il lago al pubblico dopo aver ottenuto il blocco dei lavori per l’ennesimo supermercato di zona. Durante l’assemblea si è fatto un bilancio del corteo e ogni realtà ha lanciato nuovi appuntamenti. All’unanimità si è ribadita la necessità di tornare in piazza per dare forza a tutti e tutte, alle vertenze presenti e alle lotte che hanno bisogno di fare rete. Per questo motivo, abbiamo rilanciato un altro momento di incontro il 15 aprile alle ore 17 al parco delle energie per continuare il percorso intrapreso con questo corteo.

Ma la mobilitazione di sabato ha visto anche una grossa partecipazione di giovani studenti medi, di universitari, di ragazzi e ragazze che abitano nella zona e che hanno cantato per le strade di roma est e sono stati il cuore pulsante della manifestazione. Giovani che, come hanno ribadito in Francia in queste giornate incredibili di mobilitazione, manifestano a partire dalla loro precarietà per ottenere tutto. Non un pezzetto, non le briciole, non la difesa di un presente già distrutto dalle politiche neoliberali del governo Renzi e di quelli che lo hanno preceduto, ma scuole e università libere dai privati, contro lo sfruttamento lavorativo, per il diritto allo studio, per la casa per tutti e tutte. Perchè come recitava lo striscione di apertura “è sempre il momento giusto per alzare la testa” e ribadire “Famo a capisse”: non ci siamo cascati ai tentativi di ridurre le vite di ognuno di noi alla mercè delle politiche dei sacrifici in nome della ripresa, alla speculazione sui territori per trarne un profitto che c’ha portato a un presente di miseria. Per quanto possano presidiare gli spazi vuoti schierando plotoni, mezzi e decine di agenti in borghese, ormai routine nella capitale militarizzata, saremo sempre un passo in avanti più di loro. Ieri, abbiamo dimostrato che gli spazi si possono occupare, i divieti si possono rompere, le persone si possono incontrare. Avevamo bisogno di riprendere il ritmo delle lotte. Ed oggi si, lo possiamo dire, siamo un posso avanti più di loro!