“Donna Vita Libertà” ha scandito Berit Reiss-Andersen, presidente dal 2017 del Comitato per il Nobel, nel presentare l’assegnazione a Narges Mohammadi del Nobel per la Pace 2023, sancendo una volta per tutte che la lotta delle donne e delle ragazze iraniane dopo l’omicidio di Mahsa Amini (settembre 2022) ha sfondato il muro dell’indifferenza dei paesi occidentali alla repressione dei diritti umani in Iran.

Narges Mohammadi è in carcere, ad Evin, dal 2016. Vice presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani, diretta collaboratrice della giurista iraniana in esilio Shirin Ebadi, la prima donna musulmana a ricevere il premio Nobel per la Pace nel 2003, Narges Mohammadi è stata arrestata 13 volte, condannata 5 volte a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate.

La motivazione del Nobel per la pace: “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani per tutti”.