Dall’Udi di Napoli per il 25 novembre 2023:

La giornata per l’eliminazione della violenza degli uomini sulle donne non ha mai cambiato lo scenario nel quale si svolge. È piuttosto il giorno nel quale le donne mostrano al mondo il loro immenso credito accumulato nella più essenziale condizione dell’essere: rimanere vive e intere, salve e al riparo da chi spezza.

Le donne, nel mondo, hanno accumulato quel credito che rende comprensibile a tutte il perché di questa giornata: una buona ragione per non modularla sulle ragioni di stato, come invece i guardiani dell’ordine vorrebbero.

Il femminicidio, in tuti i suoi gradi, dallo stupro all’uccisione, è un segno indelebile sulla qualità della convivenza e sulla bontà del sistema e, in virtù della salvezza dell’immagine di uno stato, viene dissimulato e minimizzato.

Nelle gerarchie che stabiliscono la modernità dei paesi occidentali, vediamo agitare la supremazia dei nostri sistemi, per le concessioni ricevute dalle donne. In ragione di questa supremazia verrebbe meno la natura patriarcale del potere. Invece la natura patriarcale diventa chiara quando i padri riconoscono agli altri padri il potere di gestire “le proprie donne”, non solo oltre i confini della nazione, ma anche nei confini: Le donne in Italia non stanno affatto bene, per le donne prostituite, schiavizzate dentro e fuori dalle mura domestiche. Per le raccoglitrici, le badanti o semplicemente le disoccupate prima della parità o della democrazia nominale, la lotta è difendere la propria vita a ogni risveglio. Noi, in qualsiasi condizione siamo possiamo capire: siamo nello stesso che stato tollera per tutte che in ogni momento un uomo si senta investito del potere di “tenere in ordine la sua donna”. Fino ad arrivare a ucciderla

Tutte le discussioni di oggi sull’esistenza del patriarcato, si arenano sulla realtà dove il potere ha inteso invertire il cammino della libertà femminile: così il paese evoluto lavora, per esempio, per revocare il diritto di interrompere una gravidanza. Il patriarcato esiste e per continuare a esistere ha bisogno di disporre della vita e della morte delle donne. La punizione esemplare, che può arrivare a una condanna a morte, è un mezzo per governare e moderare le donne e si chiama femminicidio, si chiama stupro, si chiama controllo economico.   

Nel nostro paese esisteva il femminicidio di stato, la licenza di uccidere per onore, concessa agli uomini per mantenere l’ordine dal basso. Sono state le femministe a trascinare il paese fuori da questa barbarie, come sono state le donne a cancellare il matrimonio riparatore. La democrazia con loro è in debito e ha alcuna intenzione di ripagarlo. Anzi mantiene alta la sfida: assolvendo gli assassini, lasciando liberi gli stupratori.

Udi di Napoli