no-armiL ‘importante comunicazione di Giorgio Nebbia ( il Manifesto, 31.12 2016) non deve passare sotto silenzio: ha dato voce a un’informazione di  portata  mondiale indecorosamente taciuta dai media, benchè riguardi tutta l’umanità.

Si tratta dell’evento del 23 dicembre, giorno in cui l’Assemblea delle Nazioni Unite  confermò il Voto del 27 ottobre con cui  era stato dato un primo consenso ai negoziati per la messa al bando delle Armi nucleari attraverso una Conferenza ONU che inizierà i propri lavori il 27 marzo 2017 e li terminerà il 7 luglio.

La votazione del 27 ottobre nella Prima Commissione Onu per il Disarmo è di portata storica,  poiché la maggioranza degli Stati (70% dei membri Onu) si è dichiarata favorevole al bando e tra loro anche uno Stato nucleare (Corea del Nord). Significativa pure l’astensione di tre Stati nucleari: Cina, India e Pakistan.

L’Italia in quell’occasione si era schierata per il NO al bando, accodandosi al diktat della NATO,  nonostante il Voto favorevole al bando da parte del Parlamento Europeo pronunciato a grande maggioranza ( 415 SI’, tra i quali i voti  del PD , 124 NO, compreso nella GUE anche il gruppo della Sinistra italiana per parti relative alle sanzioni contro la Russia impropriamente inserite nella mozione, 74 astensioni tra le quali i 5 Stelle; una frammentazione che certo non ha fatto onore al notro paese…).

Per noi italiani e italiane , di straordinario rilievo – e questa doveva essere la notizia nella notizia- è il radicale e positivo cambiamento di posizione dell’Italia il 23 dicembre.  . Sorprendendo tutti,  il 23 dicembre l’Italia ha capovolto la sua posizione,  schierandosi con la maggioranza degli Stati che hanno votato SI’ per il bando delle armi nucleari.

Questo radicale cambiamento  attesta oggi l’Italia in una posizione più avanzata rispetto all’Olanda che , stato- membro della Nato con bombe nucleari Usa sul proprio territorio, proprio come noi  , ha dato un voto di astensione sia il 27 ottobre che il 23 dicembre.

Il voto storico del 23 dicembre all’ONU per il bando delle armi nucleari, che include il SI’ dell’Italia, non è di certo frutto del caso, ma della positiva sinergia tra l’attivismo della società civile ( Campagna Internazionale per il Bando delle Armi Nucleari -ICAN di cui la WILPF è tra le associazioni promotrici e  parte attiva) e  la parte “buona” della politica.

Per quanto riguarda in particolare l’Italia,  come donne di WILPF Italia (Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà) insieme ai Disarmisti Esigenti abbiamo mosso ogni possibile sollecitazione al nostro Governo affinché l’Italia modificasse la propria posizione  acriticamente schiacciata sulla politica militare della Nato e degli stati nuclearizzati. Conferenze stampa in Senato, presentazione di mozioni alla Camera e al Senato, a Consigli Regionale e Comunali, iniziative  informative, volantinaggi e  proposta di premiazione istituzionale a Stanislav Petrov, il colonnello sovietico che il 26 settembre 1983 con una coraggiosa decisione probabilmente evitò al mondo la guerra nucleare.

La nostra puntuale azione di informazione, sensibilizzazione  e mobilitazione  è stata coronata da un risultato quasi imprevedibile: il passaggio dell’Italia da un voto negativo a un voto favorevole a un Trattato di Interdizione delle Armi nucleari.

Siamo orgogliose che l’Italia partecipi con la sua nuova posizione alla Conferenza ONU  il 27 marzo 2017 a New York, per il bando delle armi nucleari. per cui si sta battendo la maggior parte dei paesi del mondo ( 113  favorevoli,  35 contrari, 13 astensioni).

Mettere al bando non significa eliminare, ma il bando delle armi nucleari significa un forte punto di partenza per l’eliminazione delle circa 16.000 testate nucleari che minacciano la prosecuzione della vita sul pianeta Terra.