Dalla newsletter delle Donne TerreMutate de L’Aquila l’invito ad andare di nuovo nella loro città per “conquistare” la loro Casa promessa.

Siamo qui a chiamarvi ancora una volta. Il 10 marzo, a L’Aquila, dalla fine mattinata, per un’iniziativa che dovrà rendere visibile a tutta
la città, e alla sua amministrazione, che il nostro desiderio di Casa non si estingue. […] “con la nostra presenza rivendichiamo
l’assegnazione della sede individuata dalla Giunta comunale con atto del 13 giugno 2014”.
È […] dal 5 luglio che non vediamo le tante amiche che hanno partecipato alla nostra appassionante assemblea. Quel giorno, pareva che la Casa – sia pur provvisoria, sia pure in assegnazione temporanea – fosse a portata delle nostre mani (progetti,necessità, esigenze e desideri). L’assessora Betty Leone, illustrando la “delibazione” del Comune che ci assegnava un appartamento in via Moscardelli 13, ci confortava anche sul futuro e sulla Casa definitiva. Il termine che ci eravamo date con l’Amministrazione, per l’assegnazione vera e propria, era: 15 settembre 2014. Ma già all’Assemblea, sotto il Tendone di piazza Duomo, avevamo potuto proiettarne le foto, dopo la visita che avevamo effettuato insieme all’Assessora. E ci eravamo lasciate con la promessa di una festa,alla quale chiamarvi, il giorno dell’assegnazione.
Con sorpresa e sconcerto, negli ultimi mesi del 2014 abbiamo dovuto constatare che quella decisione formale si era arenata contro un muro
apparentemente invalicabile: il Comune, che pure l’aveva acquistata,ci ha detto e ripetuto che non poteva più darci quell’appartamento,
non essendone veramente proprietario: mancava il rogito perché…mancava l’accatastamento! E allora: venite numerose, venite con idee creative, venite per stare con noi…a conquistare la nostra Casa.

Fondi e ri…fondi
È degli ultimi mesi, delle ultime settimane, un movimento finanziario importante per noi, che riguarda i famosissimi “fondi ex Carfagna”,
i tre milioni di euro stanziati appena dopo il terremoto del 2009 per il contrasto alla violenza nelle zone terremotate; poi scippati un anno e mezzo dopo dalla Giunta Chiodi che ne aveva attribuito ben la metà a non meglio identificate attività della Curia in favore delle
“situazioni familiari disagiate”. La Corte dei Conti aveva bloccato l’iniziativa. L’altra metà, lo stesso Chiodi l’aveva assegnata
alla Consigliera di Parità regionale, per un altrettanto non meglio identificato “Centro Poliedrico per le Donne”. Quei tre milioni,
divisi, dispersi…parevano persi. Un emendamento alla legge di stabilità 2014 li aveva riaccorpati destinandoli alla Provincia, per
entrambe le iniziative, di concerto con il Comune. E tuttavia per un anno erano rimasti metà alla Regione e metà nelle casse del Comune,
inutilizzati e inutilizzabili. Un lavoro certosino, svolto insieme alle donne del Centro antiviolenza: continue denunce e richiami, conferenze
stampa e contatti con consiglieri provinciali e funzionari regionali.
Questo ci ha permesso di assistere di recente alla loro riunificazione: Regione – ora governata da un altro Presidente – e Comune li hanno
trasferiti alla Provincia, il cui Presidente, anche con interviste ai giornali, ha da tempo assicurato che si sarebbe subito aperto un
“tavolo” che ci vedrebbe fra i partecipanti. Noi “a mezzo stampa” già da un mese abbiamo comunicato che siamo pronte…


La casa definitiva

Sempre da interviste e interventi sui giornalii, abbiamo saputo che la Provincia pensa di destinare alla Casa delle Donne (definitiva!) un
prestigioso stabile di fronte a Collemaggio, che ha tutte le caratteristiche per poter contenere necessità e desideri nostri e delle
donne che la vorranno abitare. Ad oggi, però, come per i Fondi, si tratta soltanto di propositi enunciati, senza alcuna iniziativa
concreta. Noi vigiliamo.

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