La Caritas di Roma ha presentato, il 18 aprile, il terzo rapporto dell’Osservatorio romano sulle migrazioni elaborato in collaborazione oltre che con la Camera di commercio di Roma (con la quale aveva avviato l’esperienza nei due anni precedenti) anche con Provincia e Comune di Roma, ed altre strutture pubbliche impegnate sul tema delle migrazioni. Grazie a questa sinergia, che ha permesso di utilizzare e di incrociare {{fonti statistiche di diversa provenienza nonché indagini/inchieste apposite su tematiche particolari}}, il rapporto – come sottolineato in sede di presentazione da Raffaela Milano, assessora alle politiche sociali del comune di Roma – è una vera e propria “miniera d’informazioni” da esplorare con percorsi diversi in funzione di pratiche politiche specifiche; la stessa assessora ha fatto riferimento a politiche di genere, e subito penso a come questa miniera di dati possa servire per avviare il difficile percorso di un bilancio di genere ai vari livelli delle istituzioni locali (non solo Provincia e Comune, ma anche Municipi di Roma, i cui dati – disaggregati per genere – figurano ampiamente in questa miniera).

Uno di primi capitoli del Rapporto “Regione Lazio: presenza e inserimento all’estero” delinea alcune caratteristiche dell’emigrazione laziale (per la quale si è in attesa dei risultati di un’indagine conoscitiva commissionata dalla Regione al dipartimento di Geografia umana dell’università La sapienza di Roma) ma è evidente che tutto il rapporto (quasi quattrocento pagine fra analisi e tabelle) è concentrato sulla sua ragione prima, l’immigrazione – la Caritas di Roma si occupa di statistiche sull’immigrazione dall’inizio degli anni ’90 – con un’ottica che vuole sfuggire alla logica tutta mediatica dei casi eclatanti anche se spesso drammatici (gli sbarchi sulle coste, l’omicidio di Hina, la rivolta dei cinesi a Milano …). {{Al centro del rapporto c’è la realtà complessa dell’immigrazione}}, che avviene soprattutto via terra, con tutte le problematiche che segnano anche pesantemente la vita della persona immigrata (inserimenti lavorativi, situazioni abitative, rapporti con le istituzioni, ricongiungimento con i familiari) assumendo, di fondo, il punto di vista delle potenzialità che l’immigrazione può offrire non solo in termini di offerta di mano d’opera per alcuni tipi di lavoro, ma complessivamente nella costruzione di una società “internazionale, interculturale, imprenditoriale, interreligiosa” ({{le quattro i}} di mons. Tora, direttore della Caritas diocesana di Roma).

L’Osservatorio lavora in particolare sull’area romana, comune e provincia, ma il rapporto – che estende la sua analisi al Lazio – può essere utile, se non altro metodologicamente, anche fuori da queste realtà territoriali, perché {{i dati quantitativi fanno di questa zona un campione significativo a livello nazionale}} pur con tutte le differenze che ogni area regionale ha per una serie oggettiva di fattori (in primis, spazi lavorativi e canali d’immigrazione; nel caso Roma influisce anche la presenza degli ordini religiosi).

Basti dire che{{ il Lazio}} è la seconda regione italiana, dopo la Lombardia, per numero di presenze straniere e che la {{provincia di Roma}} ospita i tre quarti di queste presenze. I dati alla fine del 2005, danno un’incidenza di residenti stranieri sul totale della popolazione del 4,5 % per l’Italia, del 5,2% per il Lazio, 6,0 % per la provincia di Roma e 6,2% per il comune di Roma. Significativa è anche la {{presenza delle donne sul totale residenti stranieri}}, al disopra della media italiana (49,4 %): regione Lazio 54,6 %, provincia di Roma 55,1%, comune di Roma 56.7 %. Naturalmente influisce su questi dati l’alta incidenza del lavoro domestico sulle opportunità lavorative dell’area.

In questa nota non è il caso di seguire tutte le “analisi degli archivi” che il rapporto ci presenta e che sono focalizzate oltre che sulle presenze nelle varie aree territoriali o sulla nazionalità di provenienza (per esempio: “Roma: capitale dei romeni”, “I filippini a Roma: una comunità a prevalenza femminile”) attorno a tematiche relative all’inserimento occupazionale nei vari ambiti lavorativi (lavoro autonomo/lavoro dipendente/lavoro interinale…), alla tutela socio-previdenziale, alla questione abitativa (importante anche nel determinare evoluzione di presenze nell’anello attorno a Roma), all’accesso ai servizi (dalla scuola ai servizi sanitari), alla partecipazione al governo della città, alle forme di autorappresentazione attraverso la stampa. Come detto anche nell’introduzione al rapporto, {{i fili lungo i quali muoversi fra dati ed approfondimenti sono molti e vanno recuperati a partire dalla pratica politica che si vuole o si sta attuando}}. Quattrocento pagine da sfogliare e risfogliare.

Una {{scheda sintetica del Rapporto}} è disponibile nel sito [www.caritasroma.it->http://www.caritasroma.it], insieme con gli interventi in occasione della sua presentazione.

{{Altre informazioni}}: Centro studi e ricerche Idos c/o dossier statistico immigrazione Caritas/migrantes, info@dossierimmigrazione.it, www.dossierimmigrazione.it