Al centro della nostra politica, noi dell’UDI abbiamo posto alcune parole chiave tra cui: oppressione/liberazione, solidarietà, autodeterminazione, differenza, libertà, pace, democrazia, patriarcato. Parole nate in contesti storici segnati da un sistema millenario di dominio degli uomini sulle donne, il patriarcato, che oggi si esprime nelle forme del neoliberismo capitalistico e del terrorismo fondamentalista. Dopo anni di lotte, in tante viviamo una relativa libertà e autodeterminazione e abbiamo messo a nudo la pericolosità del modello identitario maschile tradizionale e della sua pretesa di diventare misura del mondo. Alcune cose sono cambiate grazie a noi, altre sono cambiate nonostante noi ed è a queste ultime che vogliamo guardare con particolare attenzione. Il contesto in cui donne e uomini si trovano oggi a vivere è segnato da tempo da trasformazioni profonde. Questo modello economico tende a renderci soggetti eterodiretti più che cittadine/i, l’egemonia neoliberale incentiva un’idea di libertà funzionale unicamente alle leggi del mercato e del profitto, una ri-strutturazione del mondo del lavoro riduce drasticamente i diritti e prende in ostaggio quasi tutto il tempo e la vita di lavoratrici e lavoratori escludendone una parte consistente, soprattutto giovani. Siamo di fronte a cambiamenti radicali prodotti dalle nuove tecnologie e dalla ricerca scientifica in ogni campo che, se da un lato portano inedite possibilità, dall’altro aprono scenari inquietanti, difficili da decifrare nella loro effettiva ricaduta sulle dinamiche sociali e sulle relazioni interpersonali e di intimità, ancora oggi troppo spesso contraddistinte dalla violenza anche in famiglia. Sono mutamenti che si configurano come vere e proprie mutazioni antropologiche, che stanno mettendo a rischio le pratiche democratiche e la stessa sopravvivenza del pianeta.

Sono perciò emerse altre parole che forniscono nuove chiavi di lettura della realtà: biopolitica, neoliberismo, globalizzazione, precarizzazione, povertà, consumismo, crisi della politica, terrorismo, guerre, migrazioni di massa.

In questo contesto, che ci preoccupa non poco, è importante secondo noi, per non occultare il positivo che nonostante tutto c’è, saper registrare anche le tante forme di resistenza pacifica e appassionata a opera di realtà culturali e associative nazionali ed internazionali, dove riscontriamo con speranza che le donne sono tantissime, attive e competenti protagoniste.

Vogliamo, in sostanza, guardare tutte insieme a questo nostro presente nella sua complessità e nelle sue ambivalenze per poter meglio collocare nel cuore della realtà in cui viviamo il nostro desiderio e la nostra volontà di autonomia e libertà per tutte e tutti.

Vittoria Tola e Segreteria nazionale

ANTEPRIMA XVI CONGRESSO sabato 30 gennaio 2016 ore 11,00 – 17,30
Roma Via della Penitenza 37