C’è un elemento che rimane nascosto, nel crescente confronto sul T-tip, l’Accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea in via di negoziazione. Non si tratta tanto dei capitoli negoziali sul tavolo, segreto, delle diplomazie transatlantiche, non stiamo parlando dei servizi pubblici che, sebbene ostinatamente negati dal Viceministro Calenda e dal Governo italiano, sono orgogliosamente sul tavolo del dare-avere, come si legge (dopo opportuno approfondimento) dal mandato negoziale dato alla Commissione Europea. Stiamo parlando dei possibili impatti sull’economia europea e sul futuro del suo mercato interno, tante volte presentato come “moloch” intoccabile davanti alle legittime perplessità di una società civile che, nella progressiva liberalizzazione dei commerci tra i Paesi membri, vedeva non solo un’opportunità ma anche un grande rischio per i diritti sociali. Basterebbe pensare alla Direttiva Bolkenstein sui servizi.

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