In questo libro Matteo Guglielmo parte dalla storia antica del Corno d’Africa che ha rappresentato nel corso dei secoli un insieme di migrazioni, spostamenti, crocevia, incontri culturali tra diverse popolazioni. L’espansione coloniale europea ha determinato, anche in questa parte dell’Africa, la divisione in zone d’influenza diplomatica ed economica che in seguito si sono trasformate in vere e proprie aree di dominio politico e militare. I paesi europei che hanno sviluppato i loro interessi in questa regione sono stati la Gran Bretagna, la Francia e anche l’Italia.
Le donne anche nel Corno d’Africa cominciano a prendere coscienza dei loro diritti. Non è facile perché questi vengono regolarmente violati e la loro partecipazione politica è sistematicamente ostacolata. I casi peggiori sono quei paesi dove c’è violenza armata: Somalia, Sudan e in particolar modo il Sud Sudan, la cui guerra civile del 2013-2015 ha vittimizzato soprattutto le donne. Dinamiche di marginalizzazione sussistono tuttavia anche nei paesi con più stabilità: in Djibouti più del 90% delle donne è soggetto alla mutilazione genitale; nelle zone rurali dell’Etiopia, uno studio indica che le donne spesso devono lavorare dalle 15 alle 19 ore per giorno, gli uomini solo dalle 5 alle 13; ed in tutti i paesi, codici civili coesistono con sistemi legali tradizionali o islamici che spesso limitano i diritti delle donne—in Sudan, per esempio, le donne possono lavorare solo col permesso del marito o del padre.

Continua la  seconda edizione della rassegna per collegare nella memoria collettiva il passato del colonialismo italiano in Africa con il presente dell’immigrazione.  Alla casa Internazionale delle Donne potremmo incontrare volti e le voci delle donne e degli uomini del Corno d’Africa che da decenni vivono in Italia. Potremo vedere dei cortometraggi che esprimono le soggettività creative delle afroitaliane e degli afroitaliani.  Potremo assistere a quei film coloniali che ci raccontano dell’esotismo e del madamato, del mito della nazione e della “difesa della razza”. La rassegna si inserisce negli studi post coloniali e femministi che elaborano la memoria per capire e cambiare il presente.

L’iniziativa  è a cura di Isabella Peretti, Nadia Pizzuti, Stefania Vulterini

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Giovedì 22 novembre 2018 

*Matrimonio abissino  di Roberto Omegna 1909. Cortometraggio di taglio etnografico/esotico

*Sotto la croce del sud di Guido Brignone 1938. Un film di genere con l’attrice Doris Duranti “travestita” da meticcia, ambientato in una colonia italiana.

Intervengono lo storico Alessandro Triulzi Maria Coletti, del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale

Giovedì 29| novembre 2018   Sommersi e salvati   *Mum, I’m sorrydi Martina Melilli 17′, 2017. Nato dal dialogo con migranti sopravvissuti al lungo viaggio, il corto ha uno sguardo ravvicinato su dettagli di storie e di affetti appartenuti a persone morte mentre tentavano di raggiungere le nostre coste.

*Asmarina  di Alan Maglio e Medhin Paolos 69′, 2015. Un documentario che recupera la memoria, ricucendo insieme le storie della comunità eritrea ed etiope che vive e lavora intorno a Porta Venezia, a Milano.

Intervengono la regista Martina Melilli e la scrittrice Igiaba Scego

Nelle serate sarà presente con il suo stand la Libreria Griot