La speranza di ottenere una presenza femminile significativa nel nuovo Senato è affidata all’azione di pressione nei confronti delle Regioni, per ottenere in tutte le leggi elettorali regionali norme di garanzia di genere, nel rispetto dei principi stabiliti dalla  Legge 15 febbraio 2016, n. 20 (legge Maturani).LEGGE 15 febbraio 2016

Non dovrà mancare l’impegno dell’associazionismo nell’esercitare pressioni sulle singole Regioni, e sulle Conferenze regionali.

La provenienza dai Consigli regionali della maggior parte dei componenti del nuovo Senato e senatrici  ha accresciuto l’importanza di norme di garanzia di genere per la loro elezione, visto che il risultato si riflette sulla composizione di uno dei rami del Parlamento.

Grazie all’azione di pressione dall’esterno, alla sensibilità della ministra per le riforme e di alcune senatrici, nella riforma costituzionale è stato aggiunto all’articolo 122 della Costituzione un comma che prevede: “La legge della Repubblica stabilisce altresì i princìpi fondamentali per promuovere l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza”.

E’ stata persa però l’occasione per rendere cogente la norma dell’articolo 117 che, dopo la riforma del 2001, ha affidato alle leggi regionali il compito di rimuovere “ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica” e di promuovere “la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”. Norma che solo in alcune Regioni è stata recepita all’interno delle leggi elettorali per i Consigli.

Inoltre, nonostante quanto richiesto dall’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria anche in occasione dell’incontro ufficiale con la ministra Boschi del 3 novembre 2014, non è stata inserita alcuna norma di garanzia di genere nella disposizione transitoria che prevede  la prima elezione del nuovo Senato su liste bloccate e con preferenza unica, in contrasto con quanto impone la riforma costituzionale (Articolo 1, secondo comma) per tutte le leggi elettorali, compresa, quindi,  la futura legge  elettorale per il nuovo Senato.

La prima elezione, che avverrà secondo la disposizione transitoria che prevede la preferenza unica e nessuna norma di garanzia di genere, porterà all’assoluta predominanza di appartenenti al sesso maschile, come nella maggior parte dei consigli regionali e tra i sindaci.ART 39 Rifoma costituzionale

La prova generale è stata già fatta con l’elezione di secondo livello da parte dei consiglieri comunali dei Consigli delle Province e delle Città metropolitane. Anche questa elezione è avvenuta senza norme di garanzia di genere, in quanto la legge Del Rio le prevede solo per le tornate successive. A Napoli è stata eletta nel Consiglio della Città metropolitana una sola donna su ventiquattro, battendo il dato negativo della seconda classificata, la Città metropolitana di Roma (tre donne su ventiquattro eletti).

La democrazia paritaria e le politiche di genere sono, quindi, ancora una volta, ostacolate e rinviate a tempi successivi

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