dioIL DIO DEI TOPI di Barbara Codogno, Cleup editore sarà presentato al festival letterario Babele. A parlarne con l’autrice Alessandro Zangrando giornalista, capo settore alla Cultura per il Corriere del Veneto  il 19 ottobre 2016 alle ore 17 e 30 in sala Carmeli via Galileo Galei 36 Padova

Un gotico contemporaneo, un romanzo claustrofobico. I kafkiani  luoghi che ci introducono nel “sottosuolo” sono i labirinti annodati nei sotterranei di un dipartimento universitario di ricerca condotta sugli animali. Nello specifico, un “condominio” imprigiona dei topi che dovranno testare antidepressivi commissionati da un’importante azienda farmaceutica. Ma una volta salito in superficie, il lettore si troverà di fronte a un’architettura altrettanto violenta e speculare.

Perché Codogno avanza una riflessione: chi sono le vere cavie? Gli uomini o i topi?

Il romanzo racconta la storia di Bianca, una ricercatrice universitaria che, a causa del suo amore per una topolina, verrà eliminata dal sistema-dipartimento per il quale vita, amore e piacere sono soltanto un gioco al massacro, una lotta per il potere, uno specifico di interessi.

In sintonia con tutta la bibliografia dell’autrice, il libro si presta a più piani di lettura affrontando il tema della sperimentazione animale, della violenza esercitata nei luoghi di lavoro, della ferocia della ricerca scientifica. L’autrice descrive un’Università baronale, anticamera della signoria su corpi giovani, sequestrati, soggiogati, illusi e tuttavia mai davvero innocenti. In effetti, sempre corpi femminili.

Costruito sul gioco strutturale della mise en abyme, figura retorica tra le più amate dall’autrice, il romanzo sprofonda dapprima nei sotterranei di un dipartimento di ricerca per poi alzarsi in verticale fino a raggiungere la superficie. Nelle vite di tutti i protagonisti resta comunque forte l’assenza di spazi aperti, sia fisici che mentali. E se il sottosuolo è il regno dei topi, è in superficie che scopriamo le vere cavie: uomini costretti a massacrarsi tra loro, consumandosi tra cattiverie e complotti, nell’illusione di trionfi e carriere che li vedono esclusi in partenza.

Al principio l’autrice ci depista: crediamo di aver individuato i protagonisti del romanzo ma, con una curva a gomito, Codogno ci farà invece scoprire, ipnotizzandoci con le sue pagine molto dark, chi è il vero Dio dei topi.

Barbara Codogno è nata a Padova dove vive. Laureata in filosofia estetica con una tesi sul filosofo René Girard, da sempre indaga temi quali la violenza, il sacrificio, il capro espiatorio. Giornalista, scrive, tra l’altro, per le pagine culturali del Corriere del Veneto. Dirige la rivista di antropologia visuale Fieldworks Magazine. Critica d’arte e curatrice si occupa di arte contemporanea. Poetessa e scrittrice ha pubblicato per Apogeo, Ediarco, Perrone e Gaffi. Questo romanzo, dopo “Cosa sognano le donne” e “PCR. Per colpa ricevuta. Due favole per adulti” è il suo terzo lavoro per i tipi di Cleup.