Dalla mailing list italiarawa@yahoogroups.com riprendiamo questo comunicato del Coordinamento Italiano a Sostegno di Rawa sulla giornata d’azione in tutto il mondo che impegnerà oltre 110 città il prossimo 26 gennaioAlle associazioni e reti del Social Forum Mondiale

Cari compagni e compagne,

abbiamo letto con stupore nella lista degli eventi correlati al Social
Forum Mondiale, nella “giornata d’azione in tutto il mondo che
impegna oltre 110 città”, la seguente iniziativa: “In Afghanistan il 26
gennaio si apre a Kabul una grande conferenza della società civile
afghana, la cui organizzazione è curata dall’associazione italiana
Peacewaves, ( notoriamente legata a esponenti del Governo Karzai). La
conferenza vedrà la partecipazione di centinaia di rappresentanti delle
organizzazioni afgane, e si concluderà il 28 gennaio”.

Dal momento che il Coordinamento Italia/Rawa ha sempre seguito
attivamente i Social Forum, e le organizzazioni di donne afgane che
sosteniamo vi hanno sempre partecipato, ci sembra doveroso comunicare a tutte le reti le ragioni del nostro rifiuto a partecipare alla
conferenza in oggetto, dalla cui organizzazione ci siamo dissociate già
formalmente un paio di mesi fa.

La principale ragione per cui {{non abbiamo accettato l’invito a
partecipare}}, è che gli organizzatori afghani della conferenza hanno
forti legami con partiti politici, esponenti del governo e parlamentari
{{compromessi con le forze fondamentaliste e in particolare con il
sistema di corruzione}} che controlla gli aiuti economici occidentali e
che ha fatto “scomparire” più di metà degli aiuti internazionali
versati per la ricostruzione del paese.

D’altro canto questa conferenza non è certo la prima – come invece gli
organizzatori italiani dichiarano. Conferenze di questo tipo si
susseguono, senza alcun esito stimabile, fin dal 2001.

Purtroppo la corruzione delle ONG afgane è nota e tragicamente
documentata. Basti qui ricordare che nel 2004 lo stesso {{Ministro della
Pianificazione Bashardost}} si è dimesso e ha rinunciato anche al seggio
in Parlamento perchè è stata bocciata la sua proposta di cancellare
2000 ONG, di cui 1800 afgane e 200 internazionali, per gli illeciti e
la corruzione di cui erano colpevoli con ogni evidenza.

Ancora oggi l’ex ministro prosegue nella sua opera di denuncia e non ci
stupiamo che il suo nome non compaia tra gli invitati alla conferenza.

Del resto, se vogliamo meglio informarci su questo sistema politico di
corruzione, basta leggere le inchieste che alcuni giornalisti afghani
stanno svolgendo e le denunce che ne sono conseguite, regolarmente
insabbiate dal Governo (Kabul Press).

La {{conferenza di Kabul del 26 gennaio è sostenuta dal governo italiano}}
(Ministero degli Esteri) che ne finanzia la realizzazione insieme ad
altri sponsor istituzionali e privati, investendo una cifra cospicua. E
vi parteciperanno molti membri del Governo Afgano.

Siamo convinte che un evento come il Social Forum Mondiale, e le
iniziative correlate, abbiano senso solo se mantengono l’originaria
caratteristica di movimento dal basso, autorganizzato, indipendente
dalle istituzioni e dai governi. Ha senso soprattutto se offre uno
spazio di incontro tra realtà che lottano per “un altro mondo
possibile”.

Questo non è certamente il caso dei promotori afghani della conferenza
di Kabul: il passato e il presente dei soggetti che gestiscono tale
evento, la loro affidabilità etica e politica, andrebbe accertata
accuratamente.

Noi sappiamo bene che in Afghanistan esistono, tra mille difficoltà,
soggetti realmente rappresentativi della società civile. Quelli che
abbiamo interpellato si tengono a debita distanza da conferenze come
questa, che legittimano personaggi e pratiche giustamente invise alla
maggioranza della popolazione, stremata dall’oppressione dell’attuale
sistema di potere non meno che dalla guerra.

Da che parte stiamo? Come è possibile avallare operazioni come la
realizzazione di una conferenza del genere, quando le richieste più
elementari e legittime di {{fare luce sul sistema di corruzione e di
impunità dei peggiori criminali}} vengono completamente ignorate, in nome
di una falsa pacificazione?

L’Afghanistan, dicono le nostre compagne e compagni afghani, non potrà
mai avere pace ed essere ricostruito se i peggiori criminali non
verranno processati in una Corte Internazionale e rimossi dai loro
posti di comando

Ci piacerebbe molto che chi si riconosce nel Social Forum incontrasse
piuttosto l’Associazione dei Familiari delle Vittime degli eccidi
compiuti dagli uomini attualmente al governo, invece di celebrare una
democrazia e una ricostruzione inesistenti.

Per questo ci impegniamo a portare queste voci nelle nostre assemblee,
negli incontri della base dei movimenti.

Chiediamo alle reti del Social Forum di accertare la natura degli
eventi proposti come articolazione del percorso del Forum stesso, e di
prendere le distanze da quelli che, come questo, non hanno i requisiti
minimi per essere considerati parte del percorso dei movimenti e che ci
fanno correre il rischio di perdere credibilità e ragione di esistere.

{Coordinamento Italiano a Sostegno di Rawa}