Alla libreria Feltrinelli in piazza dei Martir sabato 27 gennaio 2018 alle ore 12 viene presentato  il libro di Maria Rosaria De Rosa A TEMPO DEBITO  da Simona Marina e Enzo Moretti

Mentre è all’ordine del giorno il dibattito sulle banche, sulla loro trasparenza, sul rapporto di fiducia all’interno del sistema creditizio è particolarmente interessante e di attualità il libro di Maria Rosaria De Rosa.

La ricerca è riferita a Napoli dove, nei 10 anni tra 1895 e 1905, operano in città quasi 190 banche private. Un’attività che prolifera tanto che il Banco di Napoli individua in queste banche private un serio pericolo per l’attività del Monte di pietà, da secoli impegnato nel prestito su pegno.

Il libro ha il suo punto di forza nel fatto che delle 190 banche esistenti ben 43 sono gestite da donne; più in generale si mette  in evidenza come, a cavallo tra 800 e 900, nella città partenopea, moltissime donne (più di 2500 nel 1901), siano riuscite, nonostante la rigida tutela giuridica di padri e mariti, a costruire significative attività commerciali o dividere responsabilità e guadagni  con soci che in alcuni casi non erano parenti. Si indaga così come attraverso accordi prematrimoniali, controllo sulla dote e sul suo utilizzo si afferma a Napoli la figura della mercantessa.

A cavallo tra 800 e 900  varie  donne, che godevano di significative doti, sono riuscite ad imporre un loro protagonismo  forzando l’interpretazione di  una normativa che spesso non le riconosceva come soggetti di diritto. Il lavoro si concentra su particolari istituti come la dote o l’autorizzazione maritale per delineare la figura della mercantessa. L’attività commerciale  esce così, anche nella ricerca storica,  da una lettura neutra dei fenomeni economici, per mettere in evidenza come anche l’apparato giuridico amministrativo non poteva fare a meno di prendere in considerazione il protagonismo delle donne nei commerci e nella costruzione di istituti di credito.

Il libro mette in evidenza come dalla iniziale disuguaglianza dei diritti ( non avevano neanche la potestà di se stesse, dipendevano in tutto da quella di padri e mariti)  con i decenni le donne hanno intrapreso un cammino, pur lento, che le vede prima protagoniste di fatto, poi diventare anche protagoniste  di diritti e doveri riconosciuti  dalla giurisprudenza.

Una specificità femminile emerge anche sul piano dei comportamenti. Non sempre  le attività hanno buon esito. La seconda parte del libro infatti analizza proprio le situazioni di indebitamento e la difficoltà di riscuotere i crediti.  Il libro parla di fallimenti ma anche di un “pudore commerciale” che porta a comportamenti virtuosi nel dare risposte ai diritti di creditori o creditrici.  Una caratteristica in particolare delle donne, se è vero che  per due mercantesse, Anna e Luisa, il danno peggiore non è stato il fallimento della loro attività quanto il crollo della facciata di onore e di affidabilità che si erano costruite artificialmente nei lunghi anni dell’attività della agenzia.

In conclusione il libro va letto perché partendo dal ruolo (e dai capitali) delle donne si analizzano i vari elementi del mondo creditizio: patrimonio, speculazione, debiti, fallimenti.  Utilizzando anche una serie di atti processuali emerge una  ricostruzione storico-sociale del ruolo della donna nella Napoli di quel periodo.

Maria Rosaria De Rosa che più volte avrete letto sulle nostre pagine è dottoressa di ricerca in storia delle donne e dell’identità di genere presso l’Università degli Studi di Napoli “L’orientale” e insegna storia sociale presso la stessa Università