ma3L’esecutivo comunitario ha condannato la società informatica americana Apple al rimborso di tasse non versate per via di un accordo fiscale illegittimo. L’ammontare è record: fino a 13 miliardi di euro a cui bisogna aggiungere gli interessi. Secondo la Commissaria alla Concorrenza, Apple ha goduto di aiuti illegali per oltre due decenni. «Questa decisione lancia un messaggio chiaro – ha in una conferenza stampa a Bruxelles Margrethe Vestager –. Gli stati membri non possono aiutare alcune imprese a spese della libera concorrenza».

L’ammontare riguarda il periodo 2003-2014. «Spetta ora al governo irlandese decidere l’esatto ammontare del rimborso e le modalità con le quali Apple dovrà rimborsare le tasse non versate», ha aggiuntoMargrethe Vestager. La presa di posizione giunge dopo una inchiesta durata quasi tre anni. La Commissaria alla Concorrenza ha scoperto negli anni scorsi che alcuni paesi europei – in particolare l’Irlanda, il Lussemburgo e l’Olanda – hanno distribuito alle società internazionali surrettizi aiuti di Stato, concedendo alle aziende generosi accordi fiscali in cambio di investimenti sul territorio nazionale. Questo in violazione delle regole sulla libera concorrenza.

Questa la notizia  ma dietro  questi atti politico-amministrativi c’é una donna Margrethe Vestager. Chi è ? A Questa domanda affidiamo la  risposta  al ritratto fattole a febbraio di quest’anno da Alberto D’Argenio su La Repubblica

marg1Ama fare l’uncinetto, anche durante le sedute della Commissione europea, non smette di fare la maglia. E’ amata dai collaboratori. Persino i suoi “avversari” la descrivono come una donna estremamente cortese e alla mano. Quando entra in una riunione del suo staff se non conosce qualcuno subito si presenta al nuovo arrivato. Nei meeting di lavoro se carpisce un’informazione di suo interesse lascia ferro e gomitoli di lana e si appunta tutto su un quadernetto, senza rivolgersi ad assistenti o segretarie. È una donna piacevole. Eppure Margrethe Vestager ha la fama di una Iron Lady, è trattata alla stregua di un nemico pubblico dai media di mezza Europa.

…incute timore ai padroni del mondo, a giganti come Google e Gazprom. Quarantasette anni, tre figli adolescenti con un professore delle superiori, a sua volta figlia di un pastore luterano, la Vestager viene considerata dai governanti e dai manager italiani che finiscono nel suo mirino come una super burocrate insensibile alle ragioni di un Paese mediterraneo. Eppure il commissario europeo alla Concorrenza prima di sbarcare a Bruxelles, nel 2014, in Danimarca è stata una stella politica con una carriera folgorante che l’ha portata ad essere vicepremier. Ministro più giovane nella storia politica di Copenaghen, a soli ventinove anni, l’attrice danese Sidse Babett Knudsen si è ispirata a lei per il ruolo della protagonista di Borgen, la serie tv danese che ha riscosso successo in tutto il globo appassionando anche Hillary Clinton…

Quello alla Concorrenza è il commissario con maggiori poteri coercitivi a Bruxelles, più potente anche del responsabile agli Affari economici, può prendere decisioni vincolanti su aziende e governi senza risponderne a nessuno. L’unico limite ai suoi dettami è la Corte di giustizia del Lussemburgo, un controllore che non fa sconti. Ma la Vestager, come i suoi predecessori, può contare sul lavoro della Dg Competition, la Direzione generale dove lavorano probabilmente i migliori funzionari della Commissione. Dunque è il ruolo a darle tanta visibilità e ad attirarle antipatie, specialmente se unito ad una personalità molto forte che si intuisce subito entrando nel suo ufficio, dove svetta una statuetta regalatale da un sindacalista danese: un pugno serrato con il dito medio alzato. “Mi ricorda che non puoi essere d’accordo con tutti”, spiega lei a chi le chiede spiegazioni su un oggetto decisamente stravagante in un palazzo che lascia poco alla personalità e alla fantasia come il Berlaymont. Dunque una donna quanto meno determinata nell’andare per la sua strada.

…La Vestager per proteggere i consumatori e il fisco di svariati paesi europei, il suo mandato, per pratiche commerciali illegali o accordi fiscali scorretti sta mettendo alle corde colossi come Google, Gazprom, General Electrics, Starbucks, eBay, Netflix, Mastercard, Disney e Warner Bros. E per capire la linearità con cui affronta simili battaglie, basta rileggersi la risposta a chi la accusava di attaccare i big statunitensi: “Io e i miei figli non ci chiediamo se un’azienda sia americana o europea, la usiamo perché ha dei buoni prodotti. Ma deve rispettare le regole”. D’altra parte in Danimarca, Paese caratterizzato dai governi di minoranza e coalizioni ballerine, nei sedici anni passati al governo si è guadagnata il soprannome di “Margrethe III”. Un’allusione al fatto che la sua influenza politica fosse ben superiore a quella del premier Helle Thorning-Schmidt, pari giusto a quella dei Sua Maestà Margrethe II. In un quadro frastagliato come quello di Copenaghen, la Vestager ha saputo sempre imporsi come quando ha colpito il generoso sistema sociale nazionale commentato con scandinava serenità: “Andava fatto, le cose vanno così”.

In Europa si è fatta apprezzare nel 2012, quando ha guidato per sei mesi l’Ecofin, il tavolo dei ministri delle Finanze dei Ventotto. Quindi il salto da Copenaghen e Bruxelles. Dove si è creata una squadra di funzionari estremamente competenti di provenienza prevalentemente nordica che non guardano in faccia alle ragioni (e alle pressioni) politiche che puntualmente si nascondono dietro ad ogni dossier. D’altra parte quando lasciò Copenaghen per l’avventura europea regalò al suo successore un elefantino di lana che lei stessa aveva fatto all’uncinetto. Con un bigliettino: “Gli elefanti sono animali sociali, perspicaci. Vivono in comunità e – devo dire – in gruppi matriarcali. Non portano rancore, ma ricordano bene”. Una donna così alla Concorrenza non poteva che calpestare i piedi a tutto il mondo.

Per ricapitolare Margrethe Vestager  è membro del Folketing dal 20 novembre 2001, il 15 giugno 2007 fu eletta capogruppo del suo partito. Il 3 ottobre 2011 fu nominata Vice Primo Ministro e Ministro dell’Economia e dell’Interno nel governo presieduto da Helle Thorning-Schmidt.

Il 31 agosto 2014 il governo danese ha annunciato la designazione di Vestager come commissario europeo della Danimarca nella Commissione Juncker.