GLI INVISIBILI (EMANUELA BUSSOLATI, SCRITTRICE)
Comune è una bella parola con tante accezioni ma il mio sostegno a Comune-info va a questa: la scelta di condividere quanto c’è di positivo lungo il cammino che accomuna tutti noi che viviamo su questo piccolo aereo che è la nostra Terra, smontato a pezzo a pezzo da volontà miopi e egoiste e rimontato pazientemente, pezzo a pezzo da tanti invisibili. Le riflessioni, le esperienze, i percorsi che Comune fa conoscere danno il respiro e la forza per riprendere in mano gli strumenti possibili per continuare con caparbietà a costruire. Ecco: Comune dà valore a tutti gli invisibili pazienti che ci permettono ancora di volare. Tutta la mia stima, il mio affetto, il mio respiro di sollievo dunque a questa combriccola di eroi

IL VENTO FREDDO DEL TERRORE
“Pensavamo che le guerre mondiali fossero solo quelle che si sono combattute a casa nostra nel secolo scorso e che adesso studiamo nei libri, ascoltiamo i vecchi e li celebriamo negli anniversari. E invece abbiamo spostato le guerre lontano da noi con la furba speranza che Auschwitz o il bombardamento di San Lorenzo potessero trasformarsi in notizie che arrivano da paesi lontani. Poi il mondo c’è tornato addosso e la violenza che abbiamo delocalizzato ci sta tornando in casa… “
ASCANIO CELESTINI

NON AVRETE IL NOSTRO ODIO
Elisabetta Cangelosi è ricercatrice in Scienze sociali e segue da tempo i temi dei beni comuni. Fa Comune insieme a noi dall’inizio e dedica una parte importante del suo tempo e dei suoi saperi in diversi movimenti. La scorsa settimana, ad esempio, era a Roma per introdurre uno dei gruppi di lavoro del seminario transnazionale Production and Common. Elisabetta vive tra Parigi e Bruxelles, città che ama perché più di altre abitate da cittadini con origini, storie, lingue diverse. Il 13 novembre era a settecento metri dal Bataclan, il 22 marzo era nella sua casa di Bruxelles, a dieci minuti dalla fermata della metro Maelbeek. Nel messaggio che ci ha inviato, tra l’altro, si legge: «Martedì sera un giornalista di Der Spiegel mi ha guardato piuttosto perplesso quando gli ho tradotto cosa avessi scritto, con un gessetto viola sull’asfalto davanti alla Bourse. Ero in buona compagnia. Le foto hanno fatto il giro del mondo. Quello che diceva il testo sull’asfalto era: “Non avrete il nostro odio…” ». Qui il suo bellissimo messaggio completo
ELISABETTA CANGELOSI

C’È UN SOLO MODO PER FERMARE LE STRAGI
“La morte di massa che i criminali terroristi portano nel cuore dell’Europa è tragicamente la stessa morte di massa che da decenni le armate legali dei governi occidentali e dei loro sanguinari complici e sicari regionali, e i prodotti letali dei mercanti di armi, spargono nel vicino e nel medio oriente. Come ci si poteva illudere che quelle guerre non avrebbero raggiunto anche le nostre case? Come ci si poteva illudere che i terroristi colà finanziati, armati e addestrati dalle potenze occidentali e dai loro complici regionali non avrebbero prima o poi esteso il loro campo d’azione da quelle terre alle nostre? Come ci si poteva illudere di essere in un’isola felice…? C&rsquo ;è un solo modo per fermare le stragi: cessare di commetterle e di favoreggiarle… Occorre una immediata politica di disarmo… Occorre contrastare il militarismo, il razzismo e il maschilismo: che sono le reali basi ideologiche e i modelli comportamentali del terrorismo stragista e schiavista…” 
PEPPE SINI

LO STAGNO DOVE SGUAZZA IL TERRORISMO GUIDO VIALE
CERCARE UN TEMPO DI PACE EMILIA DE RIENZO
QUEL FAZZOLETTO DI TERRA FERITA ALAIN GOUSSOT

REINVENTARE IL CAMPO POLITICO PALESTINESE
Mentre la sfera culturale resiste e permette ai palestinesi di unirsi attorno ad attività che superano i limiti geopolitici, dando vita a molte e diverse forme d’espressione e di produzione intellettuale, il campo politico, dominato dall’Olp fin dagli anni Sessanta del secolo scorso, si è in sostanza dissolto dopo gli Accordi di Oslo del 1993 con l’emersione dell’Autorità nazionale. Come andare oltre i concetti e le pratiche ad alto grado di centralizzazione che l’esperienza mostra come fallimentari? La politica deve soprattutto preoccuparsi della gente, scrive Jamil Hilal, Abbiamo bisogno di una concezione completamente nuova di azione politica che rifletta l a consapevolezza profonda dell’impossibilità di coesistere con un’ideologia razzista come il sionismo e con un regime colonizzatore e coloniale che criminalizza la narrativa storica dei palestinesi. Costruire un nuovo movimento politico, tuttavia, non sarà affatto facile
JAMIL HILAL

QUANDO IL GIOCO NON SI ARRESTA
Soffocata dal dominio del profitto e dell’auto, dalla mancanza di spazi pubblici e di ambienti naturali, le città restano comunque laboratori di modi di vivere e pensare diversi. Le azioni di “guerrilla ludica” negli spazi urbani, ad esempio, possono riportare l’attenzione sul gioco nello spazio pubblico come fondamentale elemento del diritto alla città. Roma più di altre città è stata negli ultimi anni il teatro di interessanti sperimentazioni dal centro alle periferie: il Rione Monti, il quartiere Appio Tuscolano, Valco San Paolo, Centocelle… partendo dai principi dell’educazione attiva e non violenta (e attraverso metodologie originali e approcci multidisciplinari) ha nno accolto pratiche di trasformazione diretta, tra pianificazione condivisa e autocostruzione, come strumenti in grado di ricreare comunità e un immaginario etico ed estetico condiviso. A partire dai bambini e dalle bambine e soprattutto dal gioco
ANNA LISA PECORIELLO

ERASMUS, PROFITTO E PRIVATIZZAZIONI
“Questi sono i giorni del lutto e del silenzio. Sono soprattutto i giorni del dolore, un dolore atroce e lacerante perché morire ad appena vent’anni, quando si inizia a viaggiare nella vita con consapevolezza e speranza, non trova nessun luogo della mente e del cuore in cui comprendere e rielaborare tale inaccettabilità esistenziale. Nei prossimi giorni, però, proviamo a utilizzare il silenzio e il disagio, che solo la morte ci sa donare eimporre, per riflettere… Dobbiamo riprendere con intelligenza e lungimiranza la nostra analisi critica dei fatti che caratterizzano la natura storica del capitalismo del XXI secolo, sempre più fondato sulla precarizzazione del lavoro, sulla mercificazione d elle vite… La privatizzazione dei servizi pubblici e l‘assunzione della logica del profitto nel governare la res pubblica e nel costruire le politiche sociali e culturali, da parte delle classi dirigenti europee, sta peggiorando… “
MATTEO SAUDINO