come schiavi in libertàNel cuore della Repubblica Dominicana, a pochi chilometri da spiagge paradisiache, sorgono centinaia di comunità invisibili, baluardi della povertà e dell’emarginazione. A vivere qui, tra sterminate piantagioni di canna da zucchero, in baracche fatiscenti spesso prive di energia elettrica, acqua corrente e servizi igienici, sono i migranti haitiani, scappati a migliaia dal paese più povero e sventurato del continente americano con il sogno di trovare un futuro dignitoso oltre frontiera. Speranza vana, poiché in queste terre di nessuno sono costretti ad affrontare condizioni di vita e di lavoro quasi schiavistiche, tagliando canna da zucchero da mattina a sera per pochi soldi. Questo per tutta la vita perchè non riescono a pagare il debito che hanno contratto per acquistare scarpe, macete, affitto delle baracche. Spesso sono costretti a trasmettere questo perverso legame anche ai figli. proprietari di queste piantagioni sono tre famiglie una di queste di origine italiana. hanno tanto potere a incidere anche sulle scelte politiche non solo della politica domenicana ma anche in quelle del congresso degli Stati Uniti. Una situazione denunciata anche da Amnesty Internatinal.

libroIntrecciando analisi teorica e metodo etnografico a partire da un caso di studio circoscritto, questo libro-inchiesta ha il merito di indagare e allo stesso tempo denunciare quelle dinamiche politiche e macro-economiche che stanno alla base del moderno sistema capitalistico e che governano milioni di vite in tutto il mondo.